Favara, a distanza di un anno la speranza si trasforma in un grido di scetticismo

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Nel mezzo della città favarese non si può non notare il nuovo grido di scetticismo.

Proprio così ci sentiamo di interpretarlo.

Tutto ebbe inizio un anno fa quando ai primi allarmi lanciati alla nostra Nazione venivano annunciati i primi casi di coronavirus.

Di certo le prime grida che si avvertivano erano quelle di speranza, di fiducia ed era impensabile sapere che a distanza di un anno le cose sarebbero addirittura peggiorate.

Un anno fa dai balconi la gente cantava, suonava ed esponeva un “andrà tutto bene ” carico di fiducia e di speranza.

Altro che speranza! Oggi si teme addirittura l’avvento di una quarta ondata che certamente inchioda e rimbecillisce anche i più temerari.

A complicare la situazione già abbastanza critica spuntano come funghi le varianti del Covid-19 quasi a vanificare il precoce lavoro svolto dagli scienziati per trovare i vaccini.

Quel lenzuolo esposto con quella frase esprime una cruda realtà, dura da accettare e difficile da combattere.

Cresce tra le persone lo scetticismo per via dei numeri dei contagi che purtroppo non smettono di aumentare.

Un grido che fa pensare anche alla troppa gente che non collabora la quale infischiandosene dal violento percorso della pandemia continua ad organizzare feste e festini in barba alle più elementari norme vigenti.

Un anno fa si gridava la speranza, oggi la sfiducia totale verso un mostro che non conosce ostacoli.

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