Lo Svimez ha pubblicato il rapporto annuale sul Mezzogiorno d’Italia. La relazione è impietosa. Dopo un triennio, tra 2015 e 2017, di debole recupero del sud, adesso si è nuovamente allargata la forbice con il centro-nord. Al sud mancano 3 milioni di posti di lavoro per colmare la differenza occupazionale con il centro-nord. L’emigrazione dal sud verso il centro-nord o l’estero è ormai una fuga di massa generazionale. Le persone che sono emigrate dal sud tra il 2002 e il 2017 sono state oltre 2 milioni. Solo nel 2017 gli emigrati sono stati 132.187 tra cui 66.557 sono giovani, quindi il 50,4%, di cui il 33% laureati, pari a 21.970. Entro il 2065 la Sicilia rischia la desertificazione. E poi, gli occupati al sud negli ultimi due trimestri del 2018 e nel primo del 2019 si sono ridotti di 107mila unità, -1,7%. E nel centro-nord, invece, nello stesso periodo, sono aumentati di 48mila unità, +0,3%. Nel 2018 sono stati investiti in opere pubbliche nel sud 102 euro pro capite rispetto a 278 euro pro capite nel centro-nord. Dunque, il pubblico spende molto di più in investimenti per persona nella parte nettamente più ricca di Italia a scapito della più povera. Notevole il divario anche in tema di contrazione o aumento dei consumi.
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