Al centro dell’inchiesta alcune operazioni commerciali legate al noto marchio Pelonero. Negli scorsi mesi il gup Micaela Raimondo ha disposto il rinvio a giudizio di 19 persone alle quali si contesta di avere realizzato un crac da 5 milioni di euro ma è stata esclusa l’ipotesi di reato più grave cioè l’associazione a delinquere. L’inchiesta, il 30 luglio del 2020, aveva fatto finire 10 persone agli arresti domiciliari. Oltre ai componenti della famiglia Sferrazza, che gestisce da anni la catena di negozi di articoli da regalo, casalinghi e giocattoli, era stata accusata di far parte dell’associazione a delinquere pure la commercialista Graziella Falzone: l’imputata e’ l’unica che sara’ giudicata a parte in seguito alla richiesta dei suoi legali Santo Lucia e Salvatore Falzone di essere processata con rito abbreviato.
Crac gruppo Pelonero, giudici incompatibili: slitta il processo
Due giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento sono incompatibili perché si sono occupati della vicenda in fase preliminare e quindi non possono trattare il processo. Slitta l’apertura del dibattimento del procedimento scaturito dall’inchiesta Malebranche sul crac da cinque milioni di euro del gruppo Pelonero. I giudici Alfonso Malato e Giuseppa Zampino hanno chiesto di astenersi dalla trattazione e il prossimo 17 aprile il processo sarà assegnato ad un’altra sezione.
Il sistema ipotizzato dagli inquirenti era quello classico delle bancarotte: le aziende del gruppo, quando raggiungevano il massimo volume di affari, secondo l’accusa, venivano svuotate di beni e risorse che venivano fatte confluire su un’altra azienda del gruppo. Il tribunale del riesame e la Cassazione hanno annullato tutte le misure cautelari personali. Le imprese, pero’, sono tuttora sotto sequestro. Sotto accusa i titolari del gruppo, la commercialista e vari amministratori e soci che si sono alternati negli anni e avrebbero, secondo l’accusa, agevolato il sistema dei fallimenti pilotati.