Corruzione al Parco di Selinunte, misure cautelari e interdizione, tra gli altri, per Bernardo Agrò che nel frattempo si è dimesso dalla presidenza del Parco Archeologico Valle dei Templi. I nomi.

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La Guardia di Finanza di Castelvetrano ha eseguito sei misure cautelari per reati contro la Pubblica amministrazione. Il Tribunale di Marsala ha disposto la temporanea interdizione dai pubblici uffici e il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione a pubblici ufficiali e privati imprenditori di origine agrigentina e palermitana, indagati di corruzione e abuso d’ufficio, commessi nel Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, negli anni 2020 e 2021. Si tratta dell’allora direttore del Parco, di due funzionari regionali (e uno è di Favara) e tre imprenditori. Dalle indagini sono emerse presunte irregolarità nella concessione di appalti pubblici da parte dell’Ente archeologico. La Guardia di Finanza si è avvalsa di incroci di banche dati, intercettazioni telefoniche, analisi di tabulati telefonici, telecamere, accertamenti bancari e di un “trojan” sul telefono cellulare utilizzato da uno degli imprenditori, legato all’ex direttore del Parco da un solido rapporto d’amicizia. E’ stato così documentato un sistema clientelare finalizzato all’assegnazione di pubbliche commesse a un cartello d’imprese, perlopiù agrigentine, riconducibili ai tre imprenditori indagati. Il direttore, in cambio degli appalti, avrebbe ottenuto dalle imprese affidatarie vari vantaggi, comprese opere di ristrutturazione in abitazioni private proprie e di familiari nelle province di Palermo e Agrigento, nonchè interventi di trasloco, giardinaggio e disinfestazione. Analoghi comportamenti sono contestati al funzionario di Favara, il quale, in qualità di Responsabile unico del procedimento di vari appalti aggiudicati, avrebbe ricevuto soldi e assunzioni di familiari.

Questo l’elenco degli indagati: Bernardo Agrò, 63 anni, presidente del Parco Archeologico Valle dei Templi; Tommaso Sciara, 62 anni, di Favara; Antonio Mortellaro Ferraro, 46 anni, funzionario regionale di Ribera; Vito D’Anna, 60 anni di Favara; Vincenzo D’Angelo, 47 anni di Partinico; Massimiliano Raia, 38 anni di Licata; Nicolò Castrò, 70 anni di Salemi ma residente ad Agrigento (unico a non essere raggiunto da misura interdittiva).

Il gip Riccardo Alcamo ha disposto la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio nei confronti di Bernardo Agrò, Tommaso Sciara e Antonio Mortellaro Ferraro (9 mesi) e Massimiliano Raia (6 mesi). Misura interdittiva del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per Vito D’Anna, Vincenzo D’Angelo e Massimiliano Raia.

 

 

 

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