Cimino (Ordine Architetti): “Blocco dei cantieri, nessuno protegge i liberi professionisti”

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E’ un forte grido di allarme quello del presidente dell’Ordine degli architetti di Agrigento, Alfonso Cimino, sull’emergenza coronavirus “inizialmente, forse, sottovalutata e non tempestivamente posta come emergenza su tutto il territorio nazionale – afferma – tant’è che, solo da qualche giorno e dopo il rientro di circa 30mila emigrati dal nord, ha visto la chiusura dei trasporti siciliani”.

Oggi l’Italia è ferma e tutto è stato bloccato senza idonee misure.

“Se da un lato ci si chiede, giustamente e doverosamente, di stare a casa, che risvolti ci saranno per la nostra professione? – prosegue Alfonso Cimino – Diversi decreti e protocolli di sicurezza sono stati attuati ma registriamo l’inadeguatezza di tali misure. Se prima dell’emergenza il settore edilizio era già in forte crisi, come si pensa che, una volta finita l’emergenza, il settore possa riprendere normalmente i suoi passi senza opportune misure? Sarebbe necessario ridurre la pressione fiscale ai liberi professionisti e cambiarne il sistema con opportune agevolazioni. Il Consiglio Nazionale degli architetti, e mi costa personalmente vista la mia partecipazione a diversi incontri in remoto come delegato della Consulta regionale degli architetti siciliani, sta predisponendo tutte le misure e le richieste per la tutela della nostra professione, svolgendo un ottimo e incessante lavoro grazie al quale si ha certezza che si raggiungeranno gli obiettivi. Ma andiamo per gradi – spiega il presidente Cimino – Nei cantieri edili di opere private e/o pubbliche non esiste una misura che obbliga alla sospensione dei lavori, viceversa abbiamo protocolli di intesa che ci impongono di adottare misure urgenti di messa in sicurezza del cantiere. Ciò significa che deve essere il titolare dell’impresa a chiedere la sospensione dei lavori, per evitare futuri contenziosi. Ci si chiede, quindi, come facciamo a rimanere a casa? E ancora, ammesso che si proceda alla sospensione dei lavori delle opere pubbliche, la Regione ha richiesto alla Comunità europea la doverosa proroga delle scadenze delle misure di finanziamento? Occorre che vi siano disposizioni chiare, da parte della Regione e dei Comuni, di sospensione dei lavori dei cantieri privati con l’applicazione dell’art 15 comma 2 del DPR 380/2001, che, per fatti sopravvenuti estranei al titolare del permesso di costruire o qual si voglia altro titolo edilizio, costituisce fattispecie di proroga dei titoli edilizi. Se prima dell’emergenza da coronavirus i nostri uffici tecnici comunali, già in forte crisi di personale e spesso mal organizzati, come da sempre denunciamo, non riuscivano a smaltire le numerose richieste dei liberi professionisti, come pensiamo che oggi possano adempiere con il lavoro a distanza e con l’aggravante che molti Comuni non hanno attivato lo sportello unico dell’edilizia?

Ma andiamo ai liberi professionisti: se da un lato occorre chiedere con forza una diminuzione della pressione fiscale, dall’altro lato è assurdo un provvedimento governativo volto solo a una categoria di liberi professionisti iscritti alla gestione separata con il cosiddetto contributo una tantum.  Occorre che sia “una sempre” in questo periodo, diminuendo l’aliquota base. E le casse di previdenza? Anche queste adottano misure non confacenti allo stato di cose, sarebbe opportuno annullare per quest’anno il contributo soggettivo. Non vogliamo la sospensione di tasse o pagamenti vari di quest’anno quanto l’annullamento di queste tasse e chiediamo di annullare i canoni delle utenze per gli studi professionali. L’Italia si è fermata: uffici, tribunali, fornitori, imprese, trasporti, … e noi liberi professionisti, dovendoci fermare, non possiamo lavorare e vivere del nostro lavoro con pesanti ricadute anche sulle nostre famiglie. Per questo desideriamo che, almeno una volta, ci sia una maggiore attenzione per il nostro mestiere di architetti e di liberi professionisti.

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