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Complessivamente i nuovi ingressi sono 163 su un totale di 1752 osterie presenti nel territorio nazionale. Due dei nuovi ingressi riguardano due osterie presenti ad Agrigento e Licata. A vincere il premio ed essere nel prestigioso elenco sono: Ginger People&Food nella centralissima via Empedocle; poi l’Osteria del Mare che si trova nella vicina Licata, sempre in provincia di Agrigento.

Quest’anno, per la prima volta, fanno la loro comparsa luoghi che non sono osterie in senso stretto ma che rispecchiano i canoni e le atmosfere dell’osteria pur avendo una formula diversa.

Nel territorio siciliano le osterie a ricevere le chiocciole sono ben venti tra cui, come detto, le sue osterie agrigentine.

 

 

Riciclaggio di denaro illecito, trasferimento fraudolento di valori, reati tributari e fiscali. La guardia di finanza sta eseguendo l’operazione ‘Replay’, in campo 130 agenti: tre arresti, sequestri da 86 milioni di euro. Le fiamme gialle sono in azione in Sicilia, Campania, Lazio, Lombardia e Veneto, in collaborazione con i finanzieri del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata (SCICO) e il supporto dei Comandi Provinciali di Milano, Monza, Napoli, Roma, Varese e Verona, eseguendo un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e patrimoniali, emessa dal Tribunale etneo, su richiesta della Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 31 indagati, due dei quali già ritenuti contigui al clan “Scalisi” di Adrano (CT), braccio operativo del clan Laudani.

Alcune settimane fa, la guardia di finanza ha sequestrato beni del valore di 98 milioni di euro, ritenuti riconducibili agli imprenditori Antonio e Francesco Sivirino. Di rilievo i verbali dei pentiti che hanno svelato i segreti del sistema di gestione dei soldi fornendo, agli investigatori, tutti i nominativi dei presunti fiancheggiatori.

A seguito di un’articolata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Agrigento, il Servizio Centrale Operativo, la S.I.S.C.O. di Palermo e la Squadra Mobile di Agrigento hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminare del Tribunale di Agrigento, nei confronti di tre soggetti di nazionalità egiziana (K.R. cls 02,  M.S.  cls 01 e A.M. cls 89) ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

In particolare, le indagini, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari a carico dei tre soggetti destinatari della misura cautelare,  che hanno condotto una imbarcazione proveniente dalla Libia e giunta a Lampedusa,  dotati di strumenti atti al tracciamento delle rotte, con professionalità e tra i pochissimi cittadini egiziani presenti sul natante in questione che trasportava complessivamente 53 migranti di diverse nazionalità.

Le informazioni raccolte sugli indiziati, compiutamente individuati dai migranti a bordo, compendiano un quadro probatorio che ha portato alla contestazione del reato di cui all’art. 12 del Dlgs 286/98 con le aggravanti di aver procurato l’ingresso sul territorio nazionale di più di 5 persone, di averli esposti a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità e di aver agito allo scopo di trarne profitto anche indiretto.

Il provvedimento emesso dal G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica di Agrigento è stato eseguito nella serata del 22 ottobre e gli indagati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Agrigento a disposizione della competente A.G.

Le indagini sono in corso e la responsabilità penale dei soggetti gravati da misura cautelare non sono ancora accertate in via definitiva.

Il pubblico ministero di Agrigento, Elettra Consoli, ha depositato istanza di rinvio a giudizio a carico di Salvatore Raimondo Mulone, 33 anni, e Salvatore Lo Giudice, 32 anni, entrambi di Canicattì, imputati di detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti. I due sono stati arrestati dalla Polizia lo scorso 20 gennaio in contrada “Grotticelli”, una zona di campagna di Canicattì, perché sorpresi in possesso di poco meno di un chilo e mezzo di cocaina, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento della droga. Il Tribunale convalidò l’arresto, disponendo per entrambi gli indagati, difesi dall’avvocato Calogero Meli, i domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. Prima udienza il prossimo 22 novembre innanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo.

A Lampedusa lo scorso 3 agosto la Guardia di Finanza ha arrestato in flagranza di reato un lampedusano di 52 anni, Celestino Lepredoro, sorpreso in possesso di 4 chili e mezzo di cocaina in occasione di una perquisizione domiciliare indotta da sospetti investigativi. Sequestrati due panetti da un chilo ciascuno, ancora sigillati, poi altri 67 grammi pronti per essere verosimilmente confezionati in dosi, due bilancini di precisione e 5.900 euro in banconote di vario taglio, occultati in posti diversi dell’abitazione e in luoghi anche insoliti (tra cui un barattolo di patatine). Nel telefonino cellulare dell’uomo è stata scoperta una fotografia ritraente una caratteristica vegetazione dell’isola. I militari si sono recati sul posto e in un cespuglio hanno trovato nascosti altri due panetti del peso complessivo di 2 chili e 400 grammi di cocaina. Ebbene adesso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, ha riscontrato la volontà di collaborare con i magistrati da parte di Lepredoro e gli ha applicato una misura cautelare meno afflittiva, ovvero gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Il giudice nell’ordinanza tra l’altro ha scritto: “L’indagato ha fornito elementi utili all’approfondimento del quadro istruttorio. Le esigenze cautelari, di conseguenza, sono da ritenersi affievolite”.

La Procura generale di Palermo ha chiesto la conferma della condanna a 21 anni di carcere nei confronti di Gaetano Rampello, 59 anni, poliziotto, in servizio al reparto mobile della Questura di Catania, che ha confessato l’omicidio del figlio ventiquattrenne Vincenzo. I giudici della Corte di Assise di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, condannarono il raffadalese, escludendo però le aggravanti della premeditazione e riconoscendo le attenuanti generiche e della provocazione.

L’omicidio è avvenuto il primo febbraio dell’anno scorso in piazza Progresso, a Raffadali, dove i due si erano dati appuntamento, perchè il ragazzo avrebbe preteso 30 euro. Il 59enne, dopo una violenta discussione, ha tirato fuori la pistola d’ordinanza ed ha scaricato 14 colpi contro il figlio, uccidendolo. Il ragazzo, che soffriva di problemi psichici, era stato denunciato più volte dal padre per estorsione e maltrattamenti.

Il processo di appello è arrivato alle battute decisive. Il 16 novembre sono in programma le arringhe di parte civile e quella del difensore dell’imputato, l’avvocato Daniela Posante. Poi sarà emessa la sentenza.

“Apprezziamo le iniziative del comitato promotore per la costituzione della Spa Aeroporto Valle dei Templi di Agrigento e gli emendamenti al disegno di legge 124 del 2023, depositati in parlamento dal deputato nazionale Calogero Pisano per il reperimento delle risorse necessarie per realizzare lo scalo, ma siamo ben consapevoli che, per non ricadere nelle trappole che nel passato hanno vanificato ogni sforzo delle istituzioni preposte alla realizzazione dell’importante infrastruttura, sia prioritario e inderogabile l’inserimento dello scalo agrigentino nel Piano Nazionale degli Aeroporti, redatto dall’ENAC ed al vaglio del Ministero delle Infrastrutture”.

Con queste parole, il presidente dell’Ordine degli architetti, Rino La Mendola, conferma le posizioni recentemente espresse dagli architetti in merito alla vicenda aeroporto.

“Al di là delle tante iniziative, portate avanti con merito da comitati cittadini e da esponenti politici impegnati sul tema – secondo gli architetti – per la concreta realizzazione dell’aeroporto, è importante procedere con ordine, secondo la seguente tabella di marcia, divisa in due fasi: la prima da avviare immediatamente, mentre la seconda rimane subordinata al buon esito della prima e al reperimento delle risorse necessarie per la progettazione e per l’esecuzione dei lavori.

PRIMA FASE (Programmazione):

Ø  Individuazione certa e ben definita del sito;

Ø  Redazione di uno studio di massima, completo di report aggiornato sulla sostenibilità economica e gestionale dell’aeroporto;

Ø  Inserimento dello scalo nel Piano Nazionale degli Aeroporti.

SECONDA FASE (Progettazione ed esecuzione dei lavori):

Ø  affidamento, a professionisti esperti, del progetto di fattibilità tecnica ed economica;

Ø  acquisizione dei pareri di rito;

Ø  redazione, verifica e validazione del progetto esecutivo e successivo appalto dei lavori o, in alternativa, vista la natura delle opere da realizzare, affidamento congiunto della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori;

Ø  esecuzione e collaudo dei lavori.

“Non volendo illudere i cittadini con slogan che poi vengono sistematicamente smentiti dai fatti – conclude La Mendola – nell’ipotesi in cui i passaggi sopra elencati siano posti in essere con successo e senza imprevisti, sperando di essere smentiti, stimiamo tempi non inferiori a cinque anni per l’auspicata posa della prima pietra”.

Tutto ciò sarà comunque possibile solo se i nostri rappresentanti istituzionali e politici, a prescindere dal colore dei rispettivi schieramenti, lavoreranno all’unisono, sostenendo l’avvio immediato della prima fase e abbandonando quei veti incrociati (più o meno palesi) che, nel tempo, hanno impedito la realizzazione dell’infrastruttura, tarpando le ali allo sviluppo socio-economico della nostra terra.

Non sarebbe stato un incidente stradale ma un suicidio. Col passare dei minuti si delinea un quadro più chiaro del ritrovamento della giovane donna morta in via Lido, lungo la carreggiata. Stando a quanto si apprende, la ragazza, una ventunenne, si sarebbe buttata giù dal sesto piano di uno stabile.

I poliziotti del commissariato di Sciacca sono riusciti a far chiarezza. La ragazza si è tolta la vita lanciandosi dal sesto piano. Sentendo residenti e commercianti della zona, ma anche, e soprattutto i familiari della ragazza, gli agenti hanno messo dei punti fermi in quello che, stamattina, subito dopo il rinvenimento del cadavere sembrava essere un mistero.

Dopo il furto giovedì scorso perpetrato in una concessionaria di automobili di Licata, adesso un’altra concessionaria è stata bersaglio dei ladri nel centro abitato a Favara. Ignoti si sono intrufolati e hanno rubato i soldi in cassa, circa 2.000 euro, e un’automobile Bmw posteggiata nel piazzale antistante. I titolari hanno sporto denuncia ai Carabinieri della locale Tenenza. Indagini sono in corso avvalendosi eventualmente anche di video registrati da telecamere di sorveglianza.

Continuano i furti. A Sciacca ladri si sono intrufolati in un appartamento in contrada Ferraro in pieno giorno e con un componente della famiglia che stava dormendo e che non si è reso conto di ciò che stava accadendo I malviventi hanno portato via soldi e oggetti d’oro.

A Santa Margherita di Belìce vittima di un furto di bestiame è stata un’azienda alla quale sono stati rubati 100 agnelli e 150 pecore. I ladri sono arrivati con i mezzi utilizzati per caricare il bestiame. Il valore del bestiame rubato si aggira a 30mila euro.
Per le indagini sono impegnati i carabinieri della lo cale stazione dei carabinieri.