Schiuma Party a San Leone, frazione marina di Agrigento: l’associazione ambientalista MareAmico, coordinata da Claudio Lombardo, ha documentato quanto accade, e commenta: “Fino a quando continueremo a scaricare le fogne non depurate e piene di tensioattivi nel fiume Akragas, continueremo a vedere queste oscene immagini di schiuma party a San Leone. I tensioattivi si depositano sul fondo del mare, e quando ci sono le mareggiate si formano queste spettacolari e maleodoranti schiume, che vanno a finire nella sede stradale del porticciolo turistico
La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, su istanza della Procura, ha emesso due decreti di sequestro per 43 milioni euro nei confronti di due imprenditori, il palermitano Salvatore Rubino, 62 anni, e Christian Tortora, 47 anni, di Battipaglia, in provincia di Salerno. Secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza di Palermo, i due sarebbero i referenti di un gruppo societario contiguo alle famiglie mafiose di Pagliarelli, Porta Nuova, Palermo Centro, Brancaccio e Noce. L’inchiesta ruota intorno al business della gestione delle sale giochi e scommesse. Le società protette dai clan avrebbero gestito volumi di gioco anche fino a 100 milioni di euro. I due imprenditori sono stati già condannati dal tribunale di Palermo nel febbraio del 2022. La sentenza è stata confermata nel luglio del 2023. Il tribunale ha sequestrato tre immobili, tra i quali una villa a Favignana, quote di capitale e compendi aziendali di 11 società, con sede nelle province di Milano, Roma, Salerno e Palermo. E poi 45 rapporti finanziari, costituiti da conti correnti, conti deposito, depositi titoli, polizze assicurative e buoni postali, per un valore complessivo di circa 43 milioni.
Sappiamo che è capace di tutto, quindi l’odierna minaccia bella e buona girata via mail alle testate giornalistiche che non amano i suoi strali, non ci sorprende affatto.
Stamani, a quanto pare, c’ stata una notizia a lui favorevole relativa ad un procedimento penale in quel di Caltanissetta. Il pluripregiudicato scrive un comunicato e ad un certo punto scrive testualmente: “La presente Nota viene inviata agli Organi dei Giornalisti (voleva dire Ordine, ndr) che dovranno intervenire se il presente Comunicato verrà censurato dalle testate che danno le notizia dei rinvii a giudizio e delle condanne di Arnone”.
Ai nostri gentili e sempre più affettuosi lettori chiediamo semplicemente se leggendo queste righe ci si trova dinnanzi ad una vera e propria minaccia. “Se tu non fai quello che ti dico io mi rivolgo ai tuoi superiori organi e ti faccio dare le botte con la paletta”.
Ora, io dico… Ma ce ne mancano di minchiate colossali proprio in questo momento durante il quale una intera città sta vivendo momenti delicati e decisivi, in vista anche di Capitale della Cultura 2025, con i suoi problemi, con le sue necessità, con i suoi drammi e le sue difficoltà?
Provate ad immaginare di dare retta proprio a lui, il pluripregiudicato, che si permette di impartire ordini (come del resto fa con il Prefetto, il Questore, i magistrati e cosi via dicendo) ad un giornale che della libertà ne ha ha fatto un cavallo di battaglia.
Non rompa i coglioni, Arnone, ad intasare le nostre mail con i suoi farneticanti e minacciosi comunicati perchè noi lo manderemo sistematicamente a fare in culo.
Certo, potremmo anche dare le notizie a lui favorevoli, ma a patto che ci invia anche le decine e decine di volte dove è stato condannato, le multe processuali che dovrà pagare e tutto quanto non rispecchia il piacere della sua volontà. Parla degli introiti giudiziari che deve incassare e dimentica che per fatti analoghi deve dare soldi a mezza città, a cominciare dal sottoscritto. Dei soldi a privati ci rifiutiamo categoricamente di parlarne.
Pensate, e concludo, che il processo concluso qualche tempo fa che vedeva il sottoscritto ed un magistrato coinvolti, ha visto la vittoria schiacciante di questi ultimi, in via definitiva, e con un risarcimento di danni di almeno 25 mila euro.
Eppure, su questa vicenda, sta scrivendo un libro dove ribalterà una verità giudiziaria, conclamata, con quella che sarà una sua verità che non prevede per lui nessuna sconfitta in quel processo. Anzi, vince! Non si sa come, ma vince…
E noi dovremmo dare retta ad uno così?
N.B. Le notizie da inserire della nostra testata le decidiamo solo ed esclusivamente noi, non certo un pluripregiudicato.
L’Assessorato Regionale dell’Agricoltura e della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana di Palermo, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Sicilia – PSR Sicilia 2014/2020, indiceva, nell’aprile del 2017, un bando per la realizzazione di impianti boschivi. Che prevedeva, per i nuovi boschi da realizzare, sia il rimborso dei costi di manutenzione che il ristoro per il mancato reddito (agricolo), in caso di conversione di un seminativo, per un periodo di dodici anni.
Senonchè, nell’aprile del 2019 e, quindi a distanza di 2 anni dall’indizione del bando e in ogni caso dopo l’approvazione della graduatoria provvisoria, l’Amministrazione regionale decideva di ridurre notevolmente gli importi dei mancati redditi, rideterminandoli in riduzione da 1.103,00 a 399,00 euro/ha per le superfici ubicate in montagna, da 1.452,00 a 443,00 euro/ha per quelle collinari e da 1.451,00 a 484,00 euro/ha per quelle site in pianura.
Pertanto alcune ditte partecipanti al bando e già utilmente collocatesi in graduatoria decidevano di ricorrere avverso la suddetta decisione innanzi agli organi di Giustizia amministrativa con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino, Katia Ferrara e Calogero Marino.
In particolare gli Avv.ti Rubino, Marino e Ferrara hanno evidenziato non solo la palese violazione del principio del legittimo affidamento e di proporzionalità, cui era incorsa l’Amministrazione, ma anche l’erroneo presupposto su cui si basava la drastica riduzione dell’importo del mancato guadagno , giustificato dall’amministrazione regionale al fine di evitare il rischio dell’erogazione di un “doppio finanziamento” con i premi PAC, che gli agricoltori avrebbero potuto percepire .
Sul punto, invero, gli Avv.ti Rubino, Marino e Ferrara, anche sulla scorta di una apposita relazione dell’agronomo Dott. Bruno Marino e degli altri tecnici cui le ditte si erano rivolte per presentare i progetti, hanno rilevato che la riduzione del mancato guadagno, operata dalla Regione Sicilia, fosse palesemente errata e soprattutto non coerente con quanto richiesto dall’Unione Europea, che aveva invitato ad effettuare una decurtazione dei premi non in modo generalizzato ma caso per caso aziendale; e ciò anche perché, come correttamente messo in risalto dai difensori, gli aiuti diretti non sono erogabili automaticamente ai beneficiari ma solo su richiesta di questi ultimi.
Ebbene il C.G.A. condividendo le argomentazioni degli Avv.ti Rubino, Ferrara e Marino, ha accolto il ricorso delle ditte interessate rilevando come “l’Amministrazione, a fronte di un rischio puramente astratto e ipotetico, non possa generaliter sacrificare l’affidamento degli interessati, i quali potrebbero risultare del tutto estranei al godimento di quegli altri benefici che condurrebbero alla violazione del divieto del doppio finanziamento”.
Per effetto di tale decisione la decurtazione del mancato guadagno non sarà più automatica e generalizzata , ma dovrà essere oggetto di una apposita verifica , caso per caso, volta a appurare se il beneficiario usufruisca del Premio PAC. Condizione questa che, nello specifico, non potrà verificarsi nella Regione Sicilia poiché per scelta dell’amministrazione regionale le superfici boschive, realizzabili con la Sottomisura 8.1, presuppongono una trasformazione della superficie agricola in “non agricola”, quindi inidonea, in quanto tale, a ricevere i premi diretti della PAC.
Un vero peccato.
Giunto nel marzo scorso, il Questore di Agrigento Emanuele Ricifari ha subito mostrato un certo modo di garantire la pubblica sicurezza. Deciso, affabile, irascibile. Componenti queste, che lo hanno reso protagonista seppur nel suo breve tempo passato nella Città dei templi.
Promosso a Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza, Emanuele Ricifari nelle prossime settimane lascerà Agrigento per raggiungere Roma e svolgere il suo nuovo prestigioso incarico.