All’Ast, l’Azienda siciliana trasporti, si sono già dimessi i revisori dei conti: l’azienda è travolta da 70 milioni di euro di debiti. Maria Antonia Battaglia, presidente del collegio sindacale, si è dimessa. E così anche Giovanni Giammarva. L’Ast conta una flotta di 614 bus e 864 dipendenti, ed è una delle più ampie partecipate della Regione. La Battaglia, tra l’altro, ha scritto al governo: “Rassegno le dimissioni visti i contrasti con il Consiglio di amministrazione della società che, a mio parere, arreca nocumento al normale svolgimento dell’attività del collegio sindacale e alla gestione dell’azienda che in questo momento si trova in situazione di grave crisi”. Dunque l’azienda è al verde e la prima conseguenza è lo stop ai bus urbani. La decisione è stata già deliberata dal Consiglio di Amministrazione della partecipata e comunicata sia alla Regione che ai 14 sindaci delle città che sono prossime ad essere private dei collegamenti urbani dal primo marzo in poi. Si tratta di Siracusa, Ragusa, Acireale, Augusta, Barcellona, Milazzo, Caltagirone, Chiaramonte Gulfi, Carlentini, Gela, Lentini, Modica, Paternò e Scicli. Il presidente dell’Ast, Santo Castiglione, così ha scritto all’assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone: “Considerato che l’azienda versa in una grave situazione di crisi di impresa e criticità finanziaria, il CdA ha deliberato di ridurre l’impegno produttivo ove si registrano elevati costi di produzione e bassi ricavi di traffico”.
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