Aldo Mucci: “Carta del docente, le vittorie nei Tribunali e i ricorsi ai TAR obbligano il Ministero dell’Istruzione a pagare”

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Un vecchio proverbio latino recita: “non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. Il MIM sulla questione “Carta del Docente” non voleva sentire. La Carta Docente è strutturata come un’applicazione web che genera un codice di acquisto a favore del docente per i beni e servizi da questo scelti. La norma prevede che tramite la Carta l’insegnante effettui degli acquisti e che il pagamento venga eseguito dal Ministero. L’obbligazione mira all’ottenimento di una somma di denaro (500 euro) da accreditare per il pagamento del bene o servizio acquistato. Molti docenti, dopo avere espletato la procedura, non hanno ricevuto il bonus  per l’acquisto. Il SGS ha così avviato l’iter processuale per l’ottenimento del diritto. Nonostante le vittorie nei vari Tribunali  e quindi il riconoscimento del diritto alla carta docente, il Ministero dell’Istruzione e del merito è rimasto inerte e non ha corrisposto quanto dovuto.  Nonostante i successivi solleciti, inoltrati dallo Studio legale Nicosia & Mucci,  l’Amministrazione non ha mai dato alcuna risposta e non ha accreditato il bonus. Ci sono volute due sentenze del TAR per condannare il Ministero all’ottemperanza delle sentenze, condannando lo stesso a pagare le spese legali del giudizio. E’ il caso di tirare fuori una celebre frase  : Rèddite quae sunt Caèsaris et quae sunt Dei Deo – Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio conclude Aldo Mucci del direttivo nazionale scuola.

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