Novembre 2023 - Pagina 21 di 34 - Sicilia 24h
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Dopo la pubblicazione dell’avviso per gli sconti sui biglietti aerei a favore dei residenti in Sicilia non mancano reazioni e critiche. Gli interventi.

E dunque la Regione Siciliana ha appena pubblicato l’avviso rivolto alle compagnie aeree affinchè aderiscano alla campagna di sconti sui biglietti lanciata, con fondi propri, dal governo Schifani. L’obiettivo è ottenere le adesioni al più presto, così da applicare gli sconti già dal primo dicembre. Si tratta dello sconto del 25 per cento sul costo di ogni singola tratta. Lo sconto sarà del 50 per cento per gli anziani con più di 65 anni, i viaggiatori per ragioni sanitarie, gli studenti, i giovani under 26, i disabili con almeno il 67 per cento di invalidità, i residenti con un reddito Isee inferiore a 9.360 euro, gli atleti agonisti, i dipendenti con sede di lavoro fuori dalla regione. I collegamenti interessati sono tra gli aeroporti siciliani e quelli di Roma (Fiumicino e Ciampino) e di Milano (Malpensa, Linate e Orio al Serio), sia in andata che in ritorno. Ebbene, nel frattempo non sono mancate le riserve se non le critiche.

Il Partito Democratico, tramite il deputato regionale Nello Dipasquale, rileva: “Salutiamo con favore queste misure ma evidenziamo il grandissimo ritardo con il quale vengono attuate e ricordiamo che l’intervento dello Stato è limitato: per questi sconti, infatti, sono stati impegnati comunque dei fondi regionali che appartengono, quindi, agli stessi siciliani. Il governo sostiene che i fondi stanziati basteranno per 13 mesi, ma dai nostri primi calcoli emerge il rischio di una misura tampone con una possibile durata di 6 mesi. Se così fosse, e speriamo di sbagliarci, saremmo di fronte soltanto a una misura spot, da utilizzare magari in chiave elezioni europee. Speriamo davvero che non sia così, per il bene della Sicilia e dei siciliani”.

E il collega del Pd, Tiziano Spada, aggiunge: “E’ impensabile, oltre che ingiusto, limitare le agevolazioni ai soli aeroporti di Roma e Milano, senza contare che, soprattutto in questa fase a ridosso delle festività natalizie, si dovrebbe organizzare un rimborso direttamente all’utente, anziché passare dal vettore, destinando queste somme nelle tasche dei siciliani. E non solo: l’ulteriore sconto per chi ha un Isee inferiore a 9.360 euro fa riferimento a un indice che non ha alcuna valenza. Basti pensare che oggi, per avere diritto e accesso alle borse di studio, questa cifra supera i 20 mila euro. Quindi si dovrebbe innalzare la soglia dell’Isee ad almeno 25 mila euro e allargare la platea dei beneficiari a tutti gli under 35. Soltanto così si potrà mettere fine a questa storia che si ripete ogni anno soprattutto a Natale quando, per molti studenti, tornare a riunirsi in famiglia diventa un lusso, spesso irraggiungibile. E’ il momento di dire veramente basta a prezzi di biglietti aerei che rischiano di mettere in ginocchio le famiglie che hanno uno o più figli iscritti negli atenei fuori dalla Sicilia”.

E schierati con il governo sono, invece, Unicoop e Unci Sicilia, che affermano: “Il provvedimento sul caro voli che il governo regionale ha messo in campo rappresenta una scelta fondamentale per lo sviluppo dell’isola e un atto di civiltà verso i nostri cittadini vessati da fin troppo tempo con tariffe indecenti. Oggi ai siciliani viene di fatto negato il diritto a viaggiare, ma ancora più vergognoso il diritto di poter, in modo particolare nel periodo di feste, ricongiungersi con i propri cari”.

Giuliana Miccichè

A Siculiana una neonata di appena due mesi è morta a causa di un rigurgito. I genitori, appena si sono resi conto di quanto accaduto, hanno telefonato al 118 e ai Carabinieri. L’intervento di immediato soccorso si è rivelato ormai inutile. I sanitari, giunti sul posto, hanno constatato la morte. La Procura della Repubblica di Agrigento, tramite il sostituto procuratore Giulia Sbocchia, ha avviato un’inchiesta e ha disposto un’autopsia.

Il perché della crisi delle vocazioni a collaborare con la Giustizia e gli interessi legati alle stragi del ’92 e del ’93: l’intervento del procuratore aggiunto, Luca Tescaroli.

Luca Tescaroli è magistrato memoria storica delle Procure di Palermo e di Caltanissetta, istruttore di processi antimafia altrettanto storici e di rilievo. Adesso è procuratore aggiunto a Firenze, in prima linea nelle indagini sui presunti mandanti occulti delle stragi del ’92 e del ’93. E rileva una “crisi delle vocazioni” a collaborare con la Giustizia. E ritiene necessarie alcune modifiche alla normativa che incoraggino le collaborazioni. E Tescaroli spiega: “La collaborazione con la giustizia va supportata in due modi: un efficiente servizio di protezione e una normativa che la incentivi. Il divario di trattamento tra pentiti e irriducibili si è ridotto. Ciò disincentiva le collaborazioni. Occorre una riflessione collettiva, posto che la valutazione finale spetta al legislatore. Servono ulteriori e tangibili vantaggi per chi si affida con serietà allo Stato. Rimodulare il periodo dei 10 anni di detenzione necessari prima di ottenere la libertà sarebbe uno strumento di sicura incentivazione per collaborazioni importanti, attendibili e severamente controllate”. E poi Luca Tescaroli aggiunge: “Le 37 condanne per la strage di Capaci, processo che io seguii a Caltanissetta, dipesero fondamentalmente da 8 collaboratori di giustizia. Le 32 condanne per le stragi del ’93 e ’94 dipesero da 13 collaboratori. L’ultima collaborazione qualitativamente rilevante è quella di Gaspare Spatuzza nel 2008. Da allora i boss hanno preferito morire in carcere, o sperare nella possibilità di fruire dei benefici penitenziari”. E poi sulle stragi il procuratore aggiunto dubita poco e afferma: “Le stragi furono fatte per condizionare la politica legislativa del governo e del parlamento. E’ una verità non solo storica, ma anche giudiziaria. L’obiettivo era incidere su: 41 bis, norme sui collaboratori di giustizia, sequestri e confische di beni. La misura del 41 bis fu estesa ai mafiosi dopo la strage di Capaci e applicata la sera stessa della strage di via D’Amelio. Questa misura del 41 bis era temuta tanto che le stragi del luglio ’93 furono eseguite subito dopo il primo rinnovo. Il 16 luglio il ministro della Giustizia decide di prorogare il 41 bis. Le notifiche ai 242 detenuti partono il 20 luglio e terminano il 27. La notte successiva si verificano le tre stragi simultanee a Roma e Milano. L’esplosivo era partito da Palermo per Roma il 20 luglio, per Milano l’indomani. C’è un nesso causa-effetto”. E poi Tescaroli spiega ancora: “Dopo la strage di via D’Amelio fu convertito in legge il decreto sul 41 bis che stava per scadere. E’ possibile che i mafiosi si siano comportati in modo così scellerato, contro il loro interesse? Oppure questa irrazionalità è solo apparente, perché cela interessi ulteriori ed esterni, perseguiti con le bombe? La nostra Procura è impegnata a fare quanto è possibile per appurare se vi furono convergenze di interessi da parte di soggetti esterni a Cosa Nostra, sia a livello ideativo sia a livello esecutivo. Ed è uno scenario probabile. Il bicchiere della verità è quasi pieno. Stiamo cercando di capire se riusciamo a riempirlo. Non è solo un obbligo giuridico, poiché le stragi non si prescrivono, ma anche un dovere morale nei confronti delle vittime inermi e innocenti”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Le scuole del Sud Italia soffrono da troppo tempo per carenza di personale e per un’offerta formativa carente e per servizi quasi nulli. La mancanza di infrastrutture nelle scuole, come mense e palestre, rendono difficile offrire un’educazione di qualità. In molti quartieri della nostra Sicilia,da sempre poveri di lavoro, andare a scuola non rientra tra i bisogni primari. Se ne può fare a meno. I bisogni sono altri. In molti di essi bisogna rimboccarsi le maniche, scendere nelle strade, cercare il dialogo con le famiglie. Bisogna partire da ogni singolo ragazzo e ragazza e dalla sua famiglia. Bisogna innanzitutto guadagnarsi la fiducia dei genitori. Bisogna attivare uno spirito di squadra, coinvolgendo docenti, personale amministrativo e collaboratori scolastici. Bisogna ‘sviscerare’ il problema della dispersione scolastica, cercando le ragazze ed i ragazzi a casa loro. Per fare questo bisogna assumere, personale ed ancora personale. Solo così si può colmare lo ‘storico’ divario tra le scuole del Nord e del Sud. Occorre un fondo speciale di Agenda Sud per le scuole in situazioni di disagio sociale. Uno strumento non solo economico ma altamente sociale che consentirebbe, ai figli di questa nostra terra bella, fragile, assuefatta e granitica, di andare serenamente a scuola.

“Non c’è  libertà di espressione e di parola nelle valli bresciane “. In una dura nota  la segreteria nazionale della Democrazia Cristiana Storica, l’associazione “Grande Brescia” e l’associazione “Italian IndianPress Club“, hanno sollevato, a loro dire, la questione della mancanza di espressione di parola e di dialogo tra posizioni legittimamente diverse, anche su questioni religiose, culminate recentemente con l’annullamento nel comune di  Bione di una delle presentazioni del volume di Magdi Cristiano Allam. “La decisione del sindaco di Bione– dichiara Franco Ferrari– ha impedito di fatto il  libero confronto delle idee violando lo stesso dettato costituzionale Si è trattato di una vera e propria censura preventiva assololutamente inaccettabile”.

Allam – afferma ancora Franco Ferrari leader della Democrazia Cristiana Storica – interpetra perfettamente le nostre di idee di libertà e di tolleranza, anche su temi strettamente religiosi, e per questo stiamo organizzando nel bresciano la presentazione del suo ultimo libro“.  “Un miracolo per l’Italia” sarà oggetto infatti di un convegno che avrà luogo venerdi 17 novembre a Odolo. Le ragioni del dissenso degli organizzatori della manifestazione saranno illustrate compiutamente nel corso di una conferenza stampa che si svolgerà a Brescia martedi prossimo alle ore 15

in via Gualla 54, cui interverranno, tra gli altri il sindaco di Odolo Marino Zinelli, i consiglieri regionali lombardi di Forza Italia Claudia Carzieri e Jacopo Dozio, l’eurodeputato di FI Oscar Leoncini, l’avv. Adriana Pozzi vice presidente Italia Migliore, il vice presidente nazionale di Italian Indian Press Club Harbinder Singh e il coordinatore nazionale della Democrazia Storica Franco

Aveva talmente voglia di accoltellare quei vicini di casa che ha trasgredito persino l’imposizione degli arresti domiciliari. Solo l’intervento di qualche vicino di casa ma soprattutto dei poliziotti del Commissariato di Canicattì è stato evitato il peggio.

Protagonista una 35 enne canicattinese, ristretta ai domiciliari, la quale, come detto, è scappata via di casa con un grosso coltello in mano infierendo sui vicini di casa.

I poliziotti, alla fine, hanno deferito tre persone parenti della 35enne le quali sono “scese in campo” per insultare gli avversari. Mentre per la donna si sono aperte le porte del “Di Lorenzo” di Agrigento.

 

 

Ancora una brutta sconfitta per l’Akragas la quale oggi ha lasciato l’intera posta in palio ad una Nuova Igea non temibile come fosse il Real Madrid.

E non è nemmeno una scusante il fatto che i biancazzurri  guidati da Coppa perdere la partita abbiano perso la partita soltanto al novantesimo minuto perchè fino a quel punto, dalle cronache, i Giganti agrigentini si erano dimostrati dei piccoli nani.

Un’Akragas che non sa pareggiare; o vince o perde. Ed oggi ha messo in saccoccia la sesta sconfitta in campionato su metà partite giocate.

«Gli ospedali non chiuderanno. Stiamo lavorando per individuare e attivare tutte le procedure indispensabili per la risoluzione delle carenze di organico nelle strutture di Petralia, sulle Madonie, e di Sciacca, nell’Agrigentino. Proprio ieri ho convocato e presieduto una riunione a Palazzo d’Orleans, alla quale ne seguiranno a breve altre, con tutti i soggetti coinvolti, fino alle determinazioni necessarie. Il problema, purtroppo, è strutturale: serve incrementare, nel lungo periodo, il numero dei medici impiegati nel Servizio sanitario regionale pubblico. Nel frattempo, utilizzeremo tutti gli strumenti in nostro possesso per scongiurare la chiusura dei due ospedali: lo dobbiamo a tutti i cittadini residenti in quei territori e nelle zone più periferiche dell’Isola». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

Hanno agito indisturbati dopo che hanno fatto un grosso foro nella vetrina della gioielleria. E così, una volta dentro, i ladri si sono impossessati di monili esposti in vetrina. Il bottino, più o meno, si aggira sui sei mila euro ed il “lavoro” è stato effettuato di notte.

A fare la scoperta il titolare della stessa gioielleria il quale, dopo essersi accorto dell’accaduto, ha immediatamente chiamato i carabinieri della locale Tenenza che hanno immediatamente effettuato un primo sopralluogo per cercare qualche indizio e faranno delle immagini che riusciranno a fornire le telecamere presenti nella zona.

 

Furto in una gioielleria a Ribera. I ladri, dopo aver eseguito un foro nella vetrata, sono riusciti a fare irruzione nell’attività commerciale in Corso Umberto. Una volta dentro hanno rubato tutti i monili d’oro esposti in vetrina. Secondo una prima quantificazione il bottino ammonterebbe a circa 6 mila euro. Poi la fuga indisturbata.

A fare la scoperta è stato il proprietario della gioielleria che ha denunciato l’accaduto ai carabinieri della locale Tenenza. I militari dell’Arma hanno effettuato un sopralluogo alla ricerca di indizi. Al vaglio le immagini delle telecamere del negozio e della zona adiacente. I malviventi hanno agito di notte e sembrerebbe che nessuno si sia accorto di nulla. La procura di Sciacca ha aperto un fascicolo d’inchiesta.