Marzo 2023 - Pagina 32 di 43 - Sicilia 24h
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A Messina la Guardia di Finanza ha arrestato un corriere della droga che ha trasportato 3 chili e 600 grammi di cocaina. La droga è stata fiutata dal cane in dotazione alle Fiamme gialle. Lui, per eludere i controlli, ha viaggiato su un minivan con la moglie e i 6 figli minorenni. E’ stato bloccato appena fuori da un traghetto proveniente dalla costa calabra. Secondo stime della Guardia di Finanza lo stupefacente avrebbe potuto fruttare oltre 700.000 euro. Il corriere è stato trasferito in carcere.

La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Catania ha arrestato ai domiciliari tre indagati ritenuti responsabili del reato di sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa su prodotti energetici. Nel corso di un controllo sulla qualità del prodotto petrolifero scaricato in un distributore stradale della provincia etnea, è stata riscontrata la non conformità dei campioni prelevati per l’elevatissimo contenuto di zolfo. Sono state denunciate 5 persone e sequestrati circa 53 mila litri di carburante miscelato, 5 mila litri di olii lubrificanti esausti, 2 autocisterne e l’apparecchiatura per l’erogazione clandestina del prodotto. I tre arrestati sono Giuseppe Adornetto, 36 anni, Vincenzo Salvatore Adornetto, 66 anni, e Claudio Iacono, 66 anni. Avrebbero sfruttato i trasporti di prodotti energetici eseguiti per conto degli ignari committenti per prelevare di volta in volta dalle autobotti migliaia di litri di carburante, sostituendoli con analoghi quantitativi di oli esausti di scarsa qualità.

La Procura di Agrigento, retta da Salvatore Vella, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ad un dipendente dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento adesso in pensione, già in servizio all’Ufficio patenti speciali. Lui avrebbe preteso favori sessuali per intercedere nelle pratiche delle patenti ritirate, ovvero restituzione o rinnovo, da utenti donne o da loro familiari. A tal fine avrebbe minacciato di ritardare o di bloccare le pratiche amministrative ad almeno – come sarebbe stato accertato – quattro donne che, in cambio, avrebbero dovuto mantenere un comportamento sessualmente accondiscendente. Le indagini sono state eseguite dall’Aliquota della Polizia giudiziaria della Procura. I ricatti a sfondo sessuale cristallizzati dalle indagini sono quattro. E’ probabile che il numero sia superiore, e che altri casi siano stati al momento nascosti per imbarazzo o vergogna.

I poliziotti dei Commissariati di Canicattì e Licata hanno arrestato tre tifosi, ritenuti responsabili dei disordini avvenuti domenica pomeriggio, all’esterno dello stadio “Saraceno” di Ravanusa, in occasione del derby agrigentino Canicattì-Licata, valevole per il campionato di serie D. Due sono di Licata e uno di Canicattì, ed hanno dai 23 ai 24 anni. Avrebbero scagliato sassi contro le forze dell’ordine e automobili in sosta. Uno ha impugnato una spranga, ed erano travisati in occasione della manifestazione sportiva. Gli arresti sono stati già convalidati dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento. Ad uno dei tifosi è stato applicato il divieto di dimora nella città di residenza, agli altri due l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per la firma giornaliera. A carico dei tre, inoltre, il questore di Agrigento, Rosa Maria Iraci, ha firmato il Daspo. Le indagini proseguono per identificare, laddove possibile, altri ultras esagitati che hanno lanciato pietre, bottiglie di vetro e spranghe contro le forze dell’ordine e mezzi in sosta, tra cui un furgone della polizia e l’automobile di un giornalista.

L’avvocato Lorenza Guttadauro, figlia di Rosalia Messina Denaro, ha depositato già alcuni giorni addietro nella cancelleria della Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta la rinuncia ad assistere lo zio Matteo solo nell’ambito del processo in corso sulle stragi del ’92. E ciò perché avendo ricevuto da poco tempo le migliaia di pagine del fascicolo processuale, non ha avuto il tempo materiale per preparare l’arringa difensiva. La Guttadauro proseguirà ad assistere lo zio nelle altre pendenze. In primo grado Messina Denaro è stato condannato all’ergastolo.

Luigi Costa, funzionario della Motorizzazione di Palermo ristretto ai domiciliari da una settimana per corruzione e accesso abusivo al sistema informatico, è stato registrato in video dalle telecamere della Polizia intento a contare in bagno le tangenti riscosse. Nelle immagini vi è lui che conserva i soldi in buste di plastica trasparenti. Costa avrebbe, insieme ad altri funzionari, intascato mazzette per accelerare le pratiche automobilistiche di alcune agenzie di servizi, tra immatricolazioni di auto e camion provenienti dall’estero, collaudi e duplicazioni delle carte di circolazione. E si tratta di pratiche che, secondo la Procura, sarebbero state istruite del tutto irregolarmente. Nel corso della perquisizione in casa del funzionario gli agenti della PolStrada hanno trovato quasi 600 mila euro in contanti nascosti in un armadio. I soldi sono stati conservati in buste di cellophane ammassate tra gli abiti.

Rinviato il confronto sulla risoluzione di Fratelli d’Italia per proroghe e stabilizzazioni dei precari covid. L’iniziativa utile per raffreddare le tensioni.

A causa della risoluzione sui precari covid presentata in Commissione Sanità all’Assemblea Regionale da Fratelli d’Italia, si rischia anche la crisi di governo. E’ stato lo stesso presidente della Regione, Renato Schifani, a paventarla, con il conseguente ritiro e azzeramento delle deleghe assessoriali. Pertanto il confronto sulla stessa risoluzione, che avrebbe imposto al governo una soluzione diversa rispetto a quanto deciso dall’assessore alla Sanità, Giovanna Volo, in accordo con Schifani, è stato rinviato. Il presidente ha convocato un apposito vertice di maggioranza domani mattina, venerdì. A palazzo d’Orleans sono stati invitati i capigruppo all’Assemblea Regionale e i segretari di partito. E ciò per predisporre un’agenda di governo definita e condivisa, al fine soprattutto di superare le attuali incrinature, che non coinvolgono soltanto i precari covid. Infatti, Fratelli d’Italia ha accolto malissimo anche il no di Schifani alla legge che avrebbe introdotto il terzo mandato per i sindaci dei Comuni con meno di 15 mila abitanti. Di tale riforma il partito della Meloni è stato il primo sponsor, forte anche di un asse trasversale in Parlamento. La risoluzione di Fratelli d’Italia avrebbe consentito proroghe per tutto il personale assunto durante l’emergenza covid, in attesa di una generale stabilizzazione. Invece, una direttiva dell’assessore Volo prevede l’ok solo per medici e infermieri, una limitata proroga dei contratti per gli amministrativi, e l’interruzione dell’impiego dei tecnici. E dunque in commissione Sanità i Fratelli d’Italia sono stati isolati. Avrebbero auspicato il sostegno alla loro risoluzione da parte del Movimento per le Autonomie e della Democrazia Cristiana, ma così non è stato perché anche loro si sono allineati sulla posizione del governo. Schifani avrebbe ritenuto la risoluzione meloniana un atto ostile, e avrebbe minacciato la crisi con la revoca delle deleghe agli assessori di Fratelli d’Italia. Poi ha mediato il capogruppo, Andrea Assenza. E il componente in Commissione Sanità, sempre di Fratelli d’Italia, Marco Intravaia, ha precisato: “Abbiamo chiesto che il dibattito sulla risoluzione sia rinviato. Noi siamo pronti a modificarla in accordo col governo. Non vogliamo fibrillazioni ma chiediamo di dare risposte a una categoria che conta 9 mila persone”. Nel frattempo l’opposizione scalda i muscoli. Il capogruppo del Partito Democratico, l’agrigentino Michele Catanzaro, afferma: “Sono passati solo pochi mesi dalla nascita del governo Schifani ma dentro la maggioranza assistiamo ad uno scontro sempre più profondo, alimentato da ripetuti ‘diktat romani’ sulle vicende siciliane. Adesso litigano sulla pelle dei precari covid: a noi non interessano le guerre di posizionamento nel centrodestra, e riteniamo inaccettabile che si vada avanti con un continuo scaricabarile sulle decisioni da assumere tra Roma e Palermo. Chiediamo una posizione chiara da parte di chi ha responsabilità di governo per garantire il futuro di questi lavoratori”.

Giuliana Miccichè

Traendo spunto dai pizzini della sorella, svelati tutti i retroscena della cattura di Matteo Messina Denaro. Demolite tutte le illazioni sull’arresto “concordato”.

Il 18 maggio del 2022 gli investigatori che inseguono Matteo Messina Denaro osservano la sorella Rosalia Messina Denaro che si siede sul ciglio di uno scalino a casa. Lei appare turbata. Appoggia la mano sulla fronte, sconsolata. Poi si comprenderà perché quando lo scorso 6 dicembre i Carabinieri trovano un pizzino nascosto in una sedia nell’abitazione. E si legge: “Dopo il 18 maggio senza forze”. Il tumore, per il quale Matteo Messina Denaro è stato già operato due volte, è rifiorito, testimoniando l’aggressività. Nello stesso pizzino sono annotate delle date che poi si rivelano determinanti. Il 3 novembre del 2020 il boss si sottopone a una colonscopia a Castelvetrano. E gli è diagnosticato il tumore. Dopo sei giorni il ricovero. Dopo ancora quattro giorni l’intervento, il 13 novembre del 2020 all’ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo. Poi il 4 maggio del 2021 l’intervento al fegato per le metastasi alla clinica “La Maddalena” a Palermo. Il 6 luglio 2021 il tumore è risorto in tre punti. Tre cicli di chemioterapia. Il tumore si riduce. Nel gennaio del 2022 altra tac: se il tumore risulta ridotto saranno ridotti anche i livelli della chemio. Invece, altri esami, e il 18 maggio del 2022 il tumore si rivela troppo aggressivo. I Messina Denaro sono in fibrillazione. I Carabinieri se ne accorgono, trovano il pizzino il 6 dicembre, lo fotografano e lo analizzano. Si consultano con medici specialisti, lontano dalla Sicilia, per sicurezza. Sono i medici a spiegare che vi è una banca dati, l’Sdo, acronimo di “Scheda di dimissioni ospedaliera”, dove sono annotati gli ingressi e le dimissioni di tutti i pazienti italiani. I Carabinieri accedono al sistema e scommettono sulla banca dati dei ricoveri in Sicilia. Dubitano, perché, ad esempio, Bernardo Provenzano fu operato alla prostata a Marsiglia in Francia. Le ricerche si protraggono parecchi giorni. Il cerchio si stringe, prima su un centinaio di pazienti, poi su 40. Poi la svolta. A Campobello di Mazara sono piazzate telecamere ovunque. Una telecamera registra il vero Andrea Bonafede che passeggia in strada, in una delle date, il 4 maggio del 2021, scritte nel pizzino di Rosalia Messina Denaro e confermata dal database. Il 4 maggio del 2021, infatti, Bonafede risulta sotto intervento chirurgico alla clinica “La Maddalena”. Dunque bisogna scoprire colui che il 4 maggio del 2021 è stato operato. Che si tratti di Matteo Messina Denaro gli investigatori lo capiscono pochi giorni prima dell’arresto, perché Andrea Bonafede si sottopone a una visita oculistica: strabismo all’occhio sinistro, esattamente la patologia del boss. L’11 gennaio i Carabinieri si presentano in Procura con tutto il materiale acquisito, e si pianifica l’arresto. Il 16 gennaio è prevista la nuova sessione di chemioterapia. Al mattino si attende il susseguirsi dei tamponi di coloro che accedono in clinica e che si prenotano per l’esame. Poi il semaforo verde: Bonafede si è sottoposto al tampone. La clinica è circondata. Scatta l’irruzione, ma di Bonafede non vi è più traccia. Si teme il fallimento dell’operazione. Invece i Carabinieri esaminano in tempo record le immagini di ingresso dei pazienti. Riescono a rintracciare una sua immagine e a trasmetterla a tutti i militari che hanno circondato “La Maddalena”. Il boss è scovato dentro l’automobile, una Fiat Bravo bianca, in via Domenico Lo Faso, a pochi metri dalla clinica. Si ipotizza che Messina Denaro abbia notato gli accerchiamenti dei Carabinieri, e che perciò abbia tentato la fuga. “Come ti chiami? Come ti chiami? Matteo Messina Denaro”…

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Una partita di calcio dilettantistico in Sicilia si è trasformata in un ring di pugilato. Il match è stato Villarosa – Pro Falcone. La vittima di un’aggressione è l’arbitro, il palermitano David Bartolotta. A fine partita gli ospiti segnano il pareggio al 97esimo munito. Si scatena la rabbia dei padroni di casa. L’arbitro Bartolotta è stato condotto in ospedale per diversi traumi, con prognosi di 10 gorni. Il giudice sportivo ha squalificato tra calciatori: per 5 anni Marco Ferrara e Youssef Mardi, e per 3 anni Lamine Mohamed Dabo.

Nonostante i medici di Neurochirurgia dell’ospedale San’Elia di Caltanissetta non si sbilancino parlando di corpo estraneo nella testa, polizia e Procura sembrano essere riusciti a fare chiarezza su quanto è accaduto all’adolescente licatese rimasto ferito alla testa nella tarda serata di ieri.

Pare che durante un momento di goliardia fra coetanei sia saltata fuori la pistola ad aria compressa e che uno dei piombini abbia colpito alla tempia l’adolescente. Tanto sarebbe emerso dalle ricostruzioni effettuate sentendo più persone. E sembrerebbe che a colpire il sedicenne sia stato un suo cugino.

Il vice Questore Cesare Castelli, insieme a tutta la sua truppa, sta cercando di fare piena luce sull’increscioso episodio.