Un terribile incidente è avvenuto poco prima in via dei Fiumi all’altezza della chiesa Santa Rosa alle porte del Villaggio Mosé.
Nello scontro di tre autovetture sono rimaste coinvolte: BMV, Mercedes e Volkswagen Lupo. Il bilancio è pesantissimo: un uomo e una donna hanno perso la vita è una terza si trova in gravissime condizioni.
Secondo una prima ricostruzione, una delle tre auto coinvolte, dopo aver perso il con crollo, sarebbe andata ad impattare violentemente sulle altre che sopraggiunge dalla corsia opposta.
A perdere la vita Salvatore Lentini, 54anni, che era alla guida della BMV e Calogero Paino, 74anni, passeggera della Mercedes guidata dal marito Salvatore Floris, 75anni, che è stata trasferita al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio con un trauma toraci e cranico. Anche una donna di 51anni, L. I. di Agrigento che guidava la Volkswagen Lupo è rimasta ferita, fortunatamente in maniera non grave.
Sul posto i Carabinieri, sanitari e i Vigili del fuoco.
Sull’agghiacciante assassinio perpetratosi ieri pomeriggio a Favara che ha visto la morte del cardiologo Gaetano Alaimo, ucciso a colpi di pistola da un soggetto, abbiamo voluto sentire il parere del noto criminologo Generale Luciano Garofano. Ecco il suo commento:
di Franco Pullara
I due recenti gravissimi fatti criminali dell’omicidio del medico e, appena due giorni prima, dei colpi di pistola sparati contro un auto e un magazzino hanno riacceso a Favara la paura di vivere in una città senza controllo.
Il sindaco Antonio Palumbo, coraggiosamente, ha chiesto ieri una maggiore presenza dello Stato nella sua città. Circa due anni fa un gruppo di altrettanto coraggiose donne chiese l’intervento del Prefetto per l’esplosiva situazione igienica causata dal prolungato sciopero dei netturbini. Sanno i favaresi che da soli non riusciranno a risolvere i loro problemi.
Seppure sia difficile bloccare la volontà omicida, è pur vero che chi ha sparato lo ha fatto con un’arma detenuta illegalmente, c’è dunque un mercato per questo tipo di armi. Al di là della richiesta del sindaco e dei recenti tristi episodi l’illegalità è documentata dalla stessa città, dove è il trionfo di qualsiasi tipo di abusivismo e dove ognuno può fare liberamente ciò che gli pare.
Favara ha un patrimonio immobiliare sorto in decenni e in modo abusivo per tre volte, almeno, le sue reali esigenze abitative. Manco a dirlo in decenni nessuno ha visto. In particolare non ha visto chi doveva vedere e doveva bloccare il fenomeno. Tutto è documentato dalle centinaia se non dalle migliaia di immobili spuntati come funghi.
Attualmente, per carenza di risorse umane il Corpo dei vigili non opera come dovrebbe. La viabilità è in mano agli stessi automobilisti e al loro buonsenso, quando la lite è dietro l’angolo. Sul piano dei rifiuti i cittadini pagano una tassa esorbitante perché gli incivili fanno aumentare i costi del conferimento nelle discariche a ragione del loro netto rifiuto di osservare le regole del servizio ecologico. Nessuno o quasi è stato mai multato. E’ difficile persino posizione una video sorveglianza.
Ed è pensabile che l’attuale stato delle cose sia il migliore ambiente per il proliferare dal malaffare e delle organizzazioni mafiose.
C’è la Tenenza dei Carabinieri che oltre a svolgere i compiti istituzionali dovrebbe, con un numero ridotto di militari, sostituirsi ai Vigili urbani, cosa difficile dal verificarsi. O fanno i Carabinieri o fanno i Vigili.
Intanto la gente vuole la legalità, vuole sentirsi protetta, come qualsiasi cittadino italiano, e il sindaco Palumbo lo ha rappresentato nella sua “invocazione” di Stato, che, a quanto pare, ha sortito ad una istituzione di un tavolo per l’ordine pubblico per domani in Prefettura ad Agrigento.
La pistola utilizzata per uccidere lo specialista di Favara è risultata essere rubata nel 1979 nel catanese. I carabinieri hanno sequestrato anche decine di munizioni che potevano essere usate proprio per quella 7,65.
“Il dottore Alaimo stava semplicemente facendo il proprio mestiere e in un contesto di difficoltà economica e di non serenità da parte del soggetto si è registrata la tragedia – ha detto, durante la conferenza stampa di stamattina, il procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella – . Ma dobbiamo continuare a registrare una incredibile disponibilità e facilità nel reperimento ed utilizzo di armi clandestine”.
Appare sempre più certo il movente che ha scatenato la furia omicida di Adriano Vetro, 47enne di Favara, che ha freddato il cardiologo Gaetano Alaimo mentre era all’interno della sua struttura sanitaria privata. “Sembra che sia stato prederminato e studiato con cura dal Vetro – ha chiarito il procuratore Vella – . Stiamo parlando di fatti non ancora accertati naturalmente, verrà chiesta la convalida dell’arresto e l’applicazione di una misura cautelare custodiale. Il procedimento poi seguirà il proprio corso”.
Esattamente per come è già emerso in altri fatti di cronaca, anche nel caso dell’omicidio del cardiologo Alaimo l’indagato ha riferito – durante l’interrogatorio di ieri – di aver trovato la pistola in campagna.
“Questa è una provincia che continua ad avere una disponibilità di armi clandestine incredibile che provengono, per la maggior parte, anche da traffici illeciti internazionali – ha evidenziato il procuratore capo Salvatore Vella – . Dalla Germania e dal Belgio, anche la criminalità organizzata ha attinto armi da fuoco. Ma non soltanto. In questo caso, era un’arma rubata in Sicilia e quindi vi è un giro regionale. Usciti dall’emergenza di definire le indagini per questo omicidio, attenzioneremo anche questo aspetto che riguarda la detenzione, la commercializzazione di armi illecite. Perché in un contesto di difficoltà economiche e sociali, la disponibilità di armi in mano a soggetti ‘normali’, non alla criminalità organizzata, può portare ad episodi di questo tipo. Attenzioneremo questi traffici di armi, ma non soltanto in Comuni come Favara o Palma di Montechiaro, ma anche in altri paesi del circondario”.
“Non vi sono, ad oggi, elementi documentali dai quali ricavare che Vetro fosse gravato da una qualche patologia di carattere psichiatrico. Se verrà avanzato dalla difesa e documentato potrà essere oggetto di un accertamento successivo” – ha spiegato sempre il procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella in merito a quanto ieri sera è stato sostenuto dall’avvocato difensore del bidello favarese, l’avvocato Santo Lucia.
A Palermo, al palazzo di giustizia, la Corte d’Appello ha condannato a 15 anni di reclusione Antonello Nicosia, 50 anni, di Sciacca, ex assistente parlamentare della deputata, Giusi Occhionero, imputato in abbreviato di associazione mafiosa, ed ha inflitto 18 anni e 8 mesi al presunto mafioso Accursio Dimino, 63 anni, di Sciacca, imputato anche lui di associazione mafiosa. E poi 2 anni e 8 mesi ciascuno sono stati inflitti a Luigi Ciaccio, 34 anni, e al fratello gemello Paolo Ciaccio, anche loro di Sciacca, imputati di favoreggiamento personale con l’aggravante dell’avere agevolato l’associazione mafiosa. I due avrebbero reso a disposizione locali di proprietà e utenze telefoniche per aiutare Nicosia, Dimino e altri associati ad eludere le investigazioni. A Nicosia e Dimino si contesta invece di avere gestito affari illeciti e di avere progettato persino un omicidio. A Nicosia, inoltre, si contesta di avere strumentalizzato la sua funzione di collaboratore parlamentare della Occhionero per entrare in alcune carceri siciliane, parlare con i mafiosi detenuti e trasmettere all’esterno i messaggi.
La deputata regionale di Fratelli d’Italia, Giusi Savarino, ribadisce come prioritario nell’agenda del governo regionale il rilancio gestionale del sistema socio – sanitario post covid degli ospedali di Sciacca, Ribera, Canicattì e Licata. E annuncia: “Ho chiesto un’audizione urgente, di dialogo, confronto e programmazione, alla Commissione Salute dell’assessore regionale alla Salute, il Dirigente generale del Dipartimento regionale pianificazione strategica, il Commissario e il Direttore sanitario dell’Azienda sanitaria di Agrigento”.
A Palma di Montechiaro, in via Brancatello, Stefano Clemente, 64 anni, è morto vittima di un incidente stradale. Lui, alla guida della sua Fiat Punto, sarebbe stato preda di un malore, e si è schiantato violentemente contro un palo della pubblica illuminazione. E’ stato richiesto l’intervento dell’elisoccorso del 118, rivelatosi però inutile. I rilievi sono stati compiuti dai Vigili urbani.
Ad Agrigento, sabato prossimo, 3 dicembre, al Planetario, in contrada Borsellino (strada statale 118), dalle ore 19 in poi inizia la nuova stagione delle visite guidate, con l’allestimento della mostra dei dinosauri “Akrasauro”, con riproduzioni reali di resti fossili e anche esemplari originali, su iniziativa di Luca Castronovo. Visitare solo la mostra costa 2 ore, ma si può scegliere anche il percorso guidato intero che comprende il Planetario. Prenotazioni al numero telefonico 0922 40 31 44. Altre informazioni sul sito www.planetarioagrigento.it