Ottobre 2021 - Pagina 2 di 73 - Sicilia 24h
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Un bracciante agricolo palmese di 34 anni, Calogero Allegro, con precedenti di polizia, è rimasto ferito ad una gamba da un colpo d’arma da fuoco, esploso da uno sconosciuto, nella tarda serata di sabato, in Corso Sicilia nel centro di Palma di Montechiaro, nelle vicinanze di un bar.

L’uomo è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale “San Giacomo d’Altopasso” di Licata dove attualmente si trova ricoverato nel reparto di Chirurgia. I carabinieri della Compagnia di Licata, e i loro colleghi della Stazione di Palma di Montechiaro hanno avviato le indagini, e ascoltato già alcune persone.
Ancora poco chiara la dinamica dell’agguato. Il palmese, nell’estate di 5 anni fa, fu arrestato dai militari dell’Arma poiché sorpreso a coltivare una maxi piantagione di Canapa indiana composta da oltre tremila piante, poi condannato.

Un cognome conosciuto quello di Calogero Allegro, parente di Rosario, ucciso nel novembre del 1989 insieme ad un’altra persona, Transpadano Anzalone, in piazza Matteotti da due killer che poi riuscirono a fuggire dopo un conflitto a fuoco con i carabinieri che erano giunti sul posto. Anche altri esponenti della famiglia Allegro, in quegli anni contrapposta alla Stidda furono vittime di agguati.

 

21 nuovi positivi, due ricoveri e dieci guariti: sono i principali numeri della pandemia da Covid 19 in provincia di Agrigento, diffusi nel consueto report dell’Azienda sanitaria provinciale.

In strutture ospedaliere ci sono 9 agrigentini. Di questi 8 si trovano in degenza ordinaria e subintensiva. Sette di loro sono ricoverati al “Fratelli Parlapiano” di Ribera, uno in un altro ospedale fuori provincia.

Resta un solo paziente in terapia intensiva.

Questi i dati Comune per Comune: Agrigento: 16 (-1); Aragona: 2 (+1); Burgio: 2 (stabile); Caltabellotta: 1, Cammarata: 5 (stabile); Campobello di Licata: 2 (stabile); Canicattì: 45 (+2); Casteltermini: 1 (stabile), si tratta di un migrante ospitato in un centro di accoglienza; Castrofilippo: 1 (stabile); Cattolica Eraclea: 30 (stabile); Favara: 5 (+3); Grotte: 1 (stabile); Licata: 18 (-1); Lucca Sicula: 2 (stabile); Menfi: 7, Montallegro: 1 (stabile); Naro: 22 (-1); Palma di Montechiaro: 11 (stabile); Porto Empedocle: 6 (+1); Raffadali: 13 (-1); Ravanusa: 3 (stabile); Ribera: 11 (-2); San Giovanni Gemini: 3 (stabile); Santa Margherita di Belice: 3 (+2); Sciacca: 34 (-1); Villafranca Sicula: 6 (stabile).

Sono “Covid free”: Alessandria della Rocca, Bivona, Calamonaci, Camastra, Cianciana, Comitini, Joppolo Giancaxio, Montevago, Racalmuto, Realmonte, San Biagio Platani, Sambuca di Sicilia, Sant’Angelo Muxaro, Siculiana, Santo Stefano Quisquina e Santa Elisabetta.

Sono 39 (+6) i migranti attualmente in quarantena sulle navi di accoglienza in rada dell’Agrigentino.

Un malore improvviso, il ricovero nello stesso ospedale dove ha operato per anni; qualche ora dopo la morte.

E’ stato un infarto che ha decretato la morte del medico Anestesista Benedetto Modica, 63 anni, in servizio al 118 presso l’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca. Dopo essersi sentito male subito si è capito che la situazione era seria. Portato in cardiologia, ha subito un intervento in emodinamica ma non è bastato. Dopo alcune ore il medico si è spento.

Originario di Caltabellotta, Benedetto Modica era conosciuto anche per le sue qualità umane e professionali e per questo apprezzato da tutti. Sconvolti tutti i colleghi dell’ospedale saccense, ancora increduli della triste notizia che ha colpito la sanità di Sciacca.

 

“Nella manovra appena approvata dal Consiglio dei ministri sembrerebbe esserci l’ennesima penalizzazione per comuni siciliani. Il fatto che anziché prevedere specifiche norme che sostengano gli enti siciliani rispetto alle criticità di carattere finanziario e alle gravi carenze di personale,  si prevedano ulteriori svantaggi, appare come una ingiustificabile e prolungata disattenzione del Governo nazionale nei confronti dell’Isola”.

Questo il commento di Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’ANCI Sicilia, che aggiungono: “Ricordiamo che già nella passata legge di bilancio 2021 erano state previste, con riferimento al rafforzamento dei servizi sociali e rispetto alle crisi finanziarie degli enti (comuni in piano di  riequilibrio), risorse finanziarie solo per i comuni delle regioni a statuto ordinario (con esclusione di quelli siciliani). A ciò si aggiunga l’altra paradossale norma che ha previsto risorse finanziarie e deroghe normative per l’assunzione di assistenti sociali laddove vi erano già in numero sufficiente escludendo quei territori che, di contro, presentano tuttora una grave carenza di tali figure”.

“Per queste ragioni il 3 novembre saremo a Roma a manifestare  – spiegano Orlando e Alvano – perché vengano approvate in via d’urgenza norme specifiche che, sia sotto il profilo legislativo sia sotto il profilo finanziario, possano consentire anche al sistema delle autonomie locali siciliano di utilizzare in maniera efficace i tanti investimenti previsti dalla programmazione 2021-2023 e dal PNRR”.

“Ribadiamo ancora una volta – aggiungono presidente  e segretario generale dell’Associazione dei comuni siciliani – i numeri che caratterizzano le gravissime criticità della pubblica amministrazione locale: solamente 152 comuni su 391 hanno approvato il bilancio di previsione 2021-2023; appena 74 comuni hanno approvato il consuntivo 2020 e circa 100 comuni si trovano in dissesto o sotto piano di riequilibrio. Alle questioni finanziarie si sommano le problematiche di carattere organizzativo: sono infatti circa 15 mila i posti vacanti nelle piante organiche. A ciò si aggiunga la prolungata e ormai strutturale difficoltà degli organismi associati in settori strategici, quali il sistema integrato dei rifiuti e delle acque e il sistema socio-sanitario”

“A sostegno delle Società per la Regolamentazione dei Rifiuti (SRR), delle Assemblee territoriali idriche (Ati) e dei distretti socio-sanitari,   – concludono Orlando e Alvano- chiediamo specifici interventi di sostegno che consentano anche su questi settori la realizzazione di interventi infrastrutturali e la rigenerazione del sistema amministrativo al fine di poter erogare servizi efficienti e di qualità in favore di cittadini e imprese”

 

Un malore improvviso, il ricovero nello stesso ospedale dove ha operato per anni; qualche ora dopo la morte.

E’ stato un infarto che ha decretato la morte del medico Anestesista Benedetto Modica, 63 anni, in servizio al 118 presso l’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca. Dopo essersi sentito male subito si è capito che la situazione era seria. Portato in cardiologia, ha subito un intervento in emodinamica ma non è bastato. Dopo alcune ore il medico si è spento.

Originario di Caltabellotta, Benedetto Modica era conosciuto anche per le sue qualità umane e professionali e per questo apprezzato da tutti. Sconvolti tutti i colleghi dell’ospedale saccense, ancora increduli della triste notizia che ha colpito la sanità di Sciacca.

 

Il deputato regionale saccense Matteo Mangiacavallo continua la sua campagna contro il Green pass come i suoi colleghi di Attiva Sicilia. Commentando un articolo sul Fatto Quotidiano di Roberto Iannuzzi, nel quale si parla del Green pass che in futuro potrebbe rischiare di diventare strumento di sorveglianza di massa (tecnologie come l’identità digitale ed altri sistemi di tracciamento – si legge nel testo – conferiscono agli Stati poteri di sorveglianza di massa senza precedenti nella storia), il suo commento è stato: “Eccco perché dovremmo essere tutti contrari al Green pass e perché questa misura, applicata alla maniera “cinese” solo Italia, va abolita subito”. Mangiacavallo ed il suo gruppo sostengono che il Green pass è una misura “politica e discriminatoria che limita i diritti di cittadini e lavoratori”.

Intanto, ieri dopo tante polemiche il convegno dei No Green pass nella sala Mattarella di Palazzo Reale, a Palermo, ieri si è svolto regolarmente: ma per entrare gli organizzatori hanno dovuto mostrare agli assistenti parlamentariil… green pass all’ingresso senza il quale, dal 15 ottobre, non è possibile entrare all’Assemblea siciliana.

Una trentina i partecipanti all’incontro dal titolo «Dalla democrazia alla dittatura: il ruolo della memoria», organizzato sul “no al Green passi” da Coscienze Critiche, un movimento di docenti universitari nato sulla falsariga dell’appello firmato da mille professori in tutta Italia, e dal deputato Sergio Tancredi, capogruppo di Attiva Sicilia.

Mostrato in sala un video registrato della sopravvissuta all’Olocausto Vera Sharav, attivista e fondatrice dell’Alliance for Human Research Protection, organizzazione umanitaria che si oppone al alcune pratiche dell’industria farmaceutica, con posizioni critiche anche in tema di vaccini. Presente per portare il saluto istituzionale l’assessore regionale all’Istruzione e Roberto Lagalla.

Sembrerebbe sia così. Una donna di 45 anni di Aragona è finita al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio, codice rosso per violenza di genere, a seguito di gravi traumi che avrebbe subito dopo una aggressione da parte del marito che sarebbe scaturita dopo un violento alterco.

Subito sono stati avvisati i carabinieri della locale Stazione che però non hanno trovato il marito. La vicenda è molto delicata ed è stretta dal massimo riserbo.

 

 

 

“Dopo avere sentito tutti i partiti della maggioranza
ho convocato per 
venerdì 5 novembre alle 18:00 in Assemblea regionale siciliana, la prima riunione del centrodestra. Si tratta di un primo incontro per capire chi saranno i protagonisti del centrodestra per le prossime elezioni comunali a Palermo. Sarà importante capire quali e quante saranno le liste in appoggio alla candidatura che verrà scelta dal cdx”.

Lo scrive in una nota il coordinatore regionale di Forza Italia e Presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè.

“Si apprende che nella manovra appena approvata dal Consiglio dei Ministri sarebbe stata inserita una norma che prevede risorse finanziarie destinate all’aumento delle indennità di funzione dei sindaci per i soli comuni ubicati nelle regioni a statuto ordinario. Si tratta dell’ennesima norma nazionale che esclude gli amministratori degli enti della Regione Siciliana dai pochissimi benefici previsti negli ultimi anni per chi si assume le delicatissime responsabilità derivanti dalla gestione della cosa pubblica in ambito locale. Tale scelta conferma un quadro normativo che considera i sindaci siciliani di serie B”.

Lo ha detto il segretario generale dell’ANCI Sicilia, Mario Emanuele Alvano, che aggiunge: “Già nel 2019 la norma (art.57 quater del DL 124/2019) che prevedeva risorse destinate all’aumento delle indennità per i sindaci dei comuni fino a tremila abitanti escludeva i tanti comuni siciliani potenzialmente interessati. Una penalizzazione che non ha trovato, d’altro canto, nemmeno una compensazione in ambito regionale. Ricordiamo che in passato, a differenza di ciò che sta avvenendo oggi, quando venne stabilito un taglio delle indennità vi rientrarono anche i comuni siciliani . Siamo di fronte all’ennesimo paradosso che riteniamo possa e debba essere superato solo attraverso lo specifico tavolo di concertazione tra Stato, Regione siciliana ed enti locali. Tale proposta è tra quelle alla base della manifestazione dei sindaci siciliani che si svolgerà a Roma il 3 novembre.