Storica Infiorata del Corpus Domini nella città che fu di Ruggiero Leoncavallo – FOTO E VIDEO

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L’INFIORATA del Corpus Domini ha una storia antichissima e sono pochissimi i posti in Italia dove ancora la si prepara in quella che è una delle principali solennità dell’anno liturgico della Chiesa Cattolica.

Siamo andati ad ammirarla a Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, nel borgo storico famosissimo per essere stato il luogo dove il compositore Ruggiero Leoncavallo trascorse la sua infanzia, dove scoprì la sua spiccata attitudine alla musica, e si pensi che la prima spinetta sulla quale il giovane Ruggiero incominciò ad esercitarsi, è ancora conservata presso l’istituto degli Ardorini. Furono questi luoghi ad ispirare al compositore l’opera “Pagliacci” e a lui per molti anni è stato dedicato il famosissimo “Festival Leoncavallo” kermesse di musica lirica che ha portato in loco, artisti provenienti da tutto il mondo.

Montalto Uffugo è anche uno dei bellissimi borghi d’Italia dove nella giornata del Corpus Domini, si allestisce la storica Infiorata, ossia la realizzazione di tappeti floreali lungo le strade e le piazze della città. Anche a Montalto Uffugo negli anni passati si utilizzata la piazza del centro storico per allestire il tappeto, ma quest’anno, “Corpus Domini 2021″ è stata scelta la suggestiva e maestosa scalinata del Duomo (Santuario)  della Madonna della Serra, che ha subìto la forza della natura a causa dei diversi terremoti che nel tempo si sono susseguiti e che ha cambiato stile, passando dall’originaria pianta a croce greca a tre navate, ad una pianta a croce latina ad una navata centrale, per poi vestire uno stile neoclassico.

Questo Santuario è stato inserito tra i 200 monumenti in stile barocco meglio conservati al mondo.

Al suo interno in una nicchia, la statua della Madonna col Bambino, alta circa un metro e 60 centimetri e dal peso di 70 Kg,  opera di grande valore artistico, risalente al 1200,  scolpita in legno, dipinta e dorata, adorata dai montaltesi perché considerata protettrice durante i vari terremoti.

La statua fu trafugata nella notte fra il 28 ed il 29 gennaio del 1996 e ritrovata all’alba del 31 gennaio dello stesso anno, sull’autostrada A3, nei pressi dello svincolo di Altomonte, dove era stata abbandonata.

Questo dunque il luogo suggestivo dove quest’anno è stata allestita l’Infiorata, dedicata ad una giovane donna scomparsa proprio nel giorno del Corpus Domini e quel “Ciao Emanuela” scritto con i fiori, ha commosso l’intera popolazione.

Una quantità notevole di fiori coloratissimi, coltivati per l’occasione e sistemati ad arte su tutta la scalinata e sul sagrato, che quest’anno ha avuto la forma di un Italia – post pandemia – con un cuore rosso che ancora palpita, mentre ci si rialza dopo un periodo di buio ed un momento di paura infinita.  E poi ancora – realizzato con dovizia da esperti infioratori – il calice, simbolo del “Corpo di Cristo” e l’arcobaleno, simbolo del buono che avanza, della quiete dopo la tempesta, della speranza che mai abbandona.

Un magnifico ed imponente quadro floreale, fatto di petali e di boccioli, di foglie e steli, simbolo di rinascita e di una tangibile voglia di ripartenza.

Lelio Castaldo e Simona Stammelluti 

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