Sicilia, ok alla Rete ospedaliera “condizionata”

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L’assessore regionale alla Sanità, Razza, firma il decreto che attua il Piano della Rete ospedaliera in Sicilia, alle condizioni imposte dal ministero della Sanità. I dettagli.

L’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, ha firmato il decreto che traccia, nero su bianco, la Rete ospedaliera della Regione Sicilia. L’assessore del movimento “Diventerà Bellissima” ha risposto così a quanto richiesto dal Ministero della Sanità, retto dalla siciliana del Movimento 5 Stelle, Giulia Grillo. E lo ha annunciato su Facebook, dove poi ha aggiunto: “Il decreto recepisce, con un crono-programma, le richieste del Ministero sulla riduzione delle Unità complesse, sulla Rete emergenziale e sui Punti nascita”. Poi l’assessore Razza replica alla bacchettata appena inferta da Giulia Grillo secondo cui Razza avrebbe mentito ai siciliani millantando l’ok incondizionato al piano della Rete ospedaliera da parte del Ministero, quando invece il Ministero ha imposto delle condizioni, sotto forma di prescrizioni da ottemperare. E l’assessore Razza spiega: “Alcune indiscrezioni di stampa, riportate nei giorni scorsi, hanno probabilmente indotto la ministro Grillo a ritenere che la Regione Sicilia potesse eludere il parere trasmesso. Non è così, e non potrebbe mai esserlo: siamo stati educati alla cultura delle Istituzioni e riteniamo che la collaborazione con il Ministero, fino ad oggi proficua, sia posta nell’interesse esclusivo dei cittadini, che tutti riteniamo imprescindibile. Al più presto incontrerò le parti sociali per proseguire nel dialogo avviato e per iniziare ad affrontare i criteri per la redazione dei nuovi atti aziendali”. Dunque, al Piano della Rete ospedaliera siciliana sono state imposte da Roma delle prescrizioni, vestendo lo stesso Piano con la formula “Work in progress”, ovvero lavori in corso, dunque un Piano in evoluzione, secondo un crono-programma da rispettare. E quali sono nel dettaglio tali prescrizioni? In primis si tratta delle Unità operative, da ridurre: quelle in eccesso rispetto agli standard sono ancora 168. Una trentina sono state già ri-funzionalizzate. Si interverrà su altre 11 entro il 31 marzo prossimo, 25 entro il 30 giugno, 44 entro il 31 dicembre, e 58 entro il giugno del 2020. Gli interventi numericamente più consistenti incideranno sulle Unità di oculistica, neo-natologia, recupero e riabilitazione funzionale. I criteri di riferimento per la chiusura delle Unità operative sono tre: tasso di occupazione dei posti letto, peso medio delle prestazioni e indice di inappropriatezza delle prestazioni. Poi, altra prescrizione romana interessa la Rete emergenziale. La Regione Sicilia si impegna a chiudere alcuni Pte, i Presidi territoriali d’emergenza: 8 entro il 31 dicembre 2019, e almeno altri 15 entro giugno 2020. E poi, la terza prescrizione della Grillo coinvolge i Punti nascita: il 2019 sarà l’ultimo anno di deroghe per la sopravvivenza dei Punti nascita già nella lista nera della cancellazione e che poi hanno beneficiato delle deroghe. Infatti, alla fine dell’anno si procederà al monitoraggio dei parti, e i Punti nascita con meno di 500 nascite all’anno dovranno essere chiusi, categoricamente.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

 

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