Favara: chieste 2 condanne in appello per il crollo di una palazzina con a seguito la morte delle sorelline Bellavia

Condividi

Il 23 gennaio 2010, a Favara, a seguito di un crollo di una palazzina dove viveva la famiglia Bellavia. La zona dove vi fu il crollo era già ad alto rischio ed altre palazzine erano già cadute addirittura qualcuna anche adiacente a quella dei Bellavia.

Quella palazzina era composta da un magazzino sotterraneo, un pian terreno e due piani superiori. Al tempo del crollo Maurizio Cimino, della Protezione Civile regionale ha subito sostenuto che l’immobile era inagibile e che alcune opere che erano state effettuate come consolidamento hanno reso più critica la situazione perché avendo le fondamenta marce la casa non ha retto e si è accartocciata su se stessa.

La famiglia Bellavia da tempo avevo richiesto una casa popolare ma la richiesta non aveva avuto nessun esito.

Lo scenario che si ricorda erano urla, polvere, lacrime, disperazione e tanta speranza.

Tempestivamente i vigili del fuoco hanno organizzato ad hoc il loro soccorso ed hanno estratto dalle macerie il corpo senza vita di Marianna, 14 anni poi fu estratto quello di Chiara, 3 anni.

La più piccola, Chiara, era stata localizzata e recuperata viva anche se versava in gravissime condizioni, ma la piccola non ce l’ha fatta dopo i vari tentativi di rianimazione. Due sorelle, quindi, vittime di quella tragedia.

Sotto le macerie c’era anche il fratellino Giovanni, 11 anni che è sopravvissuto grazie al telefono cellulare.

A seguito di questa terribile vicenda la procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un’inchiesta sul crollo della palazzina di Favara. Una delle ipotesi di reato formulate dai magistrati è quella di omicidio colposo plurimo.

Oggi, a distanza di quasi 9 anni, il sostituto procuratore generale di Palermo, Giuseppina Puglisi, ha chiesto la condanna in appello a 2 anni e 6 mesi dell’architetto Sebastiano Dispenza, ex dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Favara, e di Antonio Noto, proprietario della palazzina crollata il 23 gennaio del 2010, dove appunto morirono le sorelline Chiara e Marianna Bellavia, di 3 e 14 anni, rimaste intrappolate sotto le macerie.

Assolti i tecnici del Comune Giacomo Sorce, Pasquale Amato, Alberto Avenia, Antonio Grova, Francesco Criscenzo, difeso dagli avvocati Vincenzo Caponnetto, Giuseppe Piazza e Francesco Crescimanno. Assolta anche la proprietaria della palazzina, Rosalia Presti e gli ex sindaci Carmelo Vetro e Lorenzo Airò. Ai genitori delle vittime, costituiti parte civile, sono stati riconosciuti 20mila euro a titolo di provvisionale immediatamente esecutiva.

I due imputati, in primo grado, sono stati condannati a 3 anni di reclusione per le accuse di disastro e omicidio colposo plurimi.

Quest’ultima imputazione è stata ritenuta prescritta, per questo la pena proposta è inferiore di sei mesi. I due imputati, secondo quanto ha accertato il processo, avrebbero consentito che la famiglia abitasse in quello stabile in condizioni fatiscenti nonostante avessero consapevolezza del rischio del crollo.

Notizie correlate

Leave a Comment