Sanità agrigentina allo sbando; in ospedale non si opera più. Zappia intervenga con l’Ufficio Provveditorato che sembra essere in letargo

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Non c’è un reparto dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento che in questi tempi (siamo nell’anno del Signore 2022) non lamenti la carenza di presidi o ausili ospedalieri per il normale espletamento delle funzioni di una sala operatoria degna di questo nome; o meglio ancora, che possa funzionare alla perfezione. E per la funzionalità alla perfezione non occorre l’avvento di Sant’Antonio da Padova ma un semplice e più celere intervento da parte dell’Ufficio Provveditorato dell’Asp di Agrigento.

Un ufficio, questo, che portando avanti come cavallo di battaglia l’emergenza Covid ha bloccato di fatto tutte le emergenze e le richieste che sono pervenute per dare dignità ad ogni reparto operatorio che inizia dal primo piano e finisce al quinto del nosocomio agrigentino.

Non possiamo redarguire l’ufficio Provveditorato dell’Asp agrigentina, perchè già c’è un preposto (e che preposto!) che farebbe bene a tirare un po’ le orecchie ai signori che gestiscono questo potere amministrativo che non regola soltanto un flusso economico e basta: qui di mezzo ci sono le vite umane! Con la pandemia il Governo centrale ha emanato una serie di decreti per snellire le procedure e andare in deroga alle normali attività ordinarie attraverso l’acquisto tramite il portale Mepa. Almeno per i presidi di prima necessità, indispensabili per salvare vite umane. Lo ribadiamo: VITE UMANE!!!

E il Provveditorato dell’Asp di Agrigento cosa fa?

Il Covid? E prima del Covid come andavano le cose? Non vorremmo andare a prendere qualche articolo di stampa degli anni che hanno preceduto la pandemia per capire meglio se la situazione non è cambiata di nulla oppure viceversa.

Urologia, Cardiologia, Chirurgia, Ortopedia, Rianimazione. Persino i portieri di giorno. Non funziona una mazza! Oggi, ad esempio, non si puù effettuare un interventuo chirurgico di una semplice ernia inguinale in quanto mancano i presidi più elementari per le sale operatorie. Ma è possibile tutto ciò? Possibile che per avere le mascherine si deve ricorrere all’Istituto Superiore della Sanità?

E i pazienti cosa fanno? Vanno a Palermo, a Caltanissetta, a Catania per un semplice intervento di ernia inguinale?

No, assolutamente no. Ad Agrigento, come a Palermo, Catania, Messina e così via dicendo, non possono e non devono esistere pazienti di serie B. La seie B la lasciamo al Palermo Calcio che è appena fresco di una vittoria storica che lo ha portato nella serie cadetta.

I pazienti sono tutt’altra cosa. La vita è tutt’altra cosa.

Agrigento aveva un ex direttore generale (scritto apposta minuscolo) che si vantava di avere fatto risparmiare circa una ventina di milioni di euro all’Asp (anche gli obiettivi si devono raggiungere…); se poi mancavano le mascherine in sala operatoria oppure se su sei ascensori ne funzionavano solo due, tutto faceva brodo. Pazienti e congiunti dei pazienti prima di ogni cosa, e soprattutto prima di ogni “obiettivo!”

Noi quei tempi terribili li vogliamo dimenticare in fretta ed in furia. Fanno parte soltanto di un orribile passato sanitario dell’Asp agrigentina.

Zappia, nel frattempo, ringrazia i primari del nosocomio agrigentino per i mille sforzi che stanno facendo per tappare buchi a destra e a manca. Dal Pronto Soccorso, in altri reparti; da Canicattì a Licata. Come può un infartuato di Canicattì arrivare ad Agrigento dopo un’ora e mezza? Ma siamo su scherzi a parte oppure vogliamo ancora cazzeggiare con queste vicende? E’ tutto refertato!

Di contro, però non possiamo non sottolineare come appena qualche giorno fa, è stato espletato un bando concorsuale per la ricerca di medici. Ebbene, tutti si sono rivolti a Federica Sciarelli: nessun medico ha presentato domanda!

Zappia, nello stesso tempo, è pregato di dare una bella tirata di orecchie a tutto l’ufficio Provveditorato (al momento non facciamo i nomi, ma…) perchè, lo ribadiamo, con la scusa del Covid abbia frenato e messo sotto il tavolo tutte le richieste che sono pervenute da ogni reparto dell’ospedale di Agrigento.

Se i preposti del Provveditorato non leggono ancora oggi richieste pervenute almeno due anni fa è meglio che vadano a casa, magari in prepensionamento. La Sanità tutta necessita di accelerare ogni pratica soprattutto quando si parla di salvare vite umane. Altro che Covid.

La gente muore!!!

Zappia, lei lo sa che tutto ciò è inammissibile? O no?

 

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3 Thoughts to “Sanità agrigentina allo sbando; in ospedale non si opera più. Zappia intervenga con l’Ufficio Provveditorato che sembra essere in letargo”

  1. Enzo Carrubba

    Caro direttore ma questo articolo lo deve fare leggete al deputato agrigentino che effettivamente “guarda” con attenzione a tutte le dinamiche gestionali dell’ospedale di Agrigento

    1. Philips

      Mi pare giusto

  2. Giovanni

    Caro Direttore, vada all’ospedale covid di Ribera. Valuterà di persona, l’interesse della politica Agrigentina e del lavoro svolto con sacrificio e abnegazione degli operatori sanitari. Il PAZIENTE per la commissione strategica dell’Asp non é l’obbiettivo principale.

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