Regione in prognosi riservata (video)

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Il destino finanziario della Regione e della legislatura appeso in bilico alla possibilità del pagamento a rate in 10 anni del disavanzo. I dettagli su quanto accade.


Il presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, hanno incontrato i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Alfio Mannino, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone, e hanno ribadito che la salute finanziaria della Regione versa in condizioni gravissime, e che la prognosi è riservata. E la riserva è la speranza, sempre l’ultima a morire, che il governo nazionale conceda alla Sicilia di pagare il disavanzo in 10 anni, anziché, come pretende la Corte dei Conti, subito nella manovra correttiva 2019 di un miliardo e 103 milioni di euro, e poi un altro miliardo di euro entro la conclusione della legislatura, quindi il 2021. Poi Musumeci ha convocato la giunta urgentemente al fine di reperire, altrettanto urgentemente, circa 380 milioni di euro entro dicembre per raggiungere la cifra dell’1 miliardo e 103 milioni di euro da pagare entro il 2019 come imposto dalla sentenza di condanna della Corte dei Conti. Si attingerà dal fondo Enti Locali e del trasporto pubblico locale. In verità inizialmente sarebbero bisognati 300 milioni. Poi, invece, sono sopraggiunti altri 80 milioni di euro che sarebbero le rate di un mutuo sanitario del governo Crocetta che all’epoca fu trasferito al fondo sanitario nazionale e che adesso, dopo l’accertamento della Corte dei Conti, è stato invece restituito al mittente. Con tanti saluti. Nel frattempo sulla possibilità del pagamento rateizzato in 10 anni non sono poche le perplessità. Innanzitutto da parte della stessa Corte dei Conti che, in occasione del giudizio di parifica di venerdì scorso 13 dicembre, ha espressamente ritenuto non opportuna tale rateizzazione. E ha spiegato perché. Perché, dell’1 miliardo e 103 milioni di euro pretesi nell’esercizio finanziario del 2019, vi sono 336 milioni che avrebbero dovuto essere recuperati nel 2016, poi 187 milioni nel 2017, e poi, ancora, 580 milioni lo scorso anno 2018. Ecco perché i giudici contabili hanno ritenuto testualmente “insufficienti, se non elusive, le politiche di risanamento finanziario da parte del governo in carica”. Tuttavia l’assessore Gaetano Armao, che ribadisce la responsabilità di quanto accade al precedente governo Crocetta, confida che la commissione paritetica Stato – Regione, che è l’organo bilaterale di rappresentanza Roma – Palermo, decida diversamente dalla Corte dei Conti “perché – spiega Armao – la Corte dei Conti non ha espresso un giudizio d’illegittimità troncante sulla possibilità del ripianamento in 10 anni ma ha solo opposto delle ragioni di opportunità. Al prossimo bollettino medico.

Angelo Ruoppolo (teleacras)

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