Prossimo concerto Domenica 18 giugno alle ore 19.00 nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura. Intervista al Maestro Paolo Tagliaferri

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Maestro Paolo Tagliaferri, ma per noi in questa intervista è Paolo, con tutta la sua cultura musicale, con i suoi titoli, con il suo amore verso la musica sacra e con la sua voglia di vivere con gioia.

S: Se dovessi raccontare a chi non ti conosce chi sei e cosa fai, cosa diresti?

P: Sono un musicista: suono l’organo in Chiesa e faccio concerti con un coro che dirigo da ormai cinque anni.In generale, direi che sono un essere umano abbastanza visionario che vive con entusiasmo e leggerezza quest’esistenza, consapevole che ogni giorno ha 24 ore di vita “gratis”. 

S: Ecco, adesso raccontaci il tuo percorso di vita, fino ad arrivare al ruolo prestigioso che hai ricoperto nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore.

P: Sono figlio di mamma pianista e papà compositore, quindi in un certo senso sono stato “allattato” con la musica. A 6 anni ho cominciato a studiare pianoforte con mia mamma e a 8 sono entrato nella Cappella Musicale Pontificia “Sistina” (il coro del Papa, nda); lì mi sono innamorato della Musica sacra e della Liturgia, così in terza media mi sono iscritto al Conservatorio “S. Cecilia” di Roma, dove mi sono diplomato in Organo e Composizione organistica. Ho avuto la fortuna di trovarmi fra le mani un “ministero” che a Roma potevo esercitare in luoghi davvero unici nel loro genere! Ho cominciato nella mia Parrocchia, Santa Maria ai Monti, uno dei primi esempi di barocco nella Capitale; negli anni ho poi lavorato come organista a Sant’Agnese in Agone (Piazza Navona, nda) al Pantheon e in tante altre Basiliche meravigliose.
A 21 anni la Provvidenza mi ha portato a Santa Maria Maggiore, dove sono stato organista titolare per otto anni.

La mia Vita è sempre stata una concatenazione di circostanze fortunate; la ritengo davvero una benedizione e per questo ogni giorno, quando la mattina apro la finestra, dico: “Grazie Gesú, per avermi fatto così fortunato!

S: L’organo e il coro polifonico “Canticorum Jubilo” che dirigi sono per te una sorta di cerchio che “abiti” con armonia, restandovi meravigliosamente al centro?

P: Durante le Celebrazioni liturgiche, il mio è un servizio: mi sento proprio su un altro binario e mi metto da parte perché so che il centro di quel momento è la gloria di Dio e l’elevazione dei fedeli.
Con il “Canticorum Jubilo” svolgo prevalentemente attività concertistica, quindi sono più portato a mettermi al centro di questo cerchio – che poi in Verità è un semicerchio (sorride, nda) – perché sento tutta la responsabilità della resa musicale. Quello col coro è un clima davvero sereno e per me questo è molto bello ed importante: per creare l’armonia musicale, bisogna prima partire da un’armonia a livello umano.

S: Quali sono le difficoltà dell’essere un organista liturgico e quali sono le caratteristiche che bisogna avere per dirigere un coro?

P: Una difficoltà è quella economica: qui in Italia – diversamente da quello che accade in alcuni altri paesi – è difficile dedicarsi a tempo pieno a questo servizio, non essendo prevista l’assunzione di un organista liturgico per il ruolo che svolge.
Per il resto, non ci sono altre particolari difficoltà, se non quelle di relazionarsi con sacerdoti con diverse sensibilità. Grazie al cielo, negli anni ho sviluppato quella libertà di coscienza che mi permette di essere il più coerente possibile con il mio sentire.
Per quanto riguarda il coro, penso che la caratteristica principale debba essere una forte empatia ed una grande capacità di stabilire relazioni; ovviamente cantare aiuta molto, la mia esperienza di cantore e di organista favorisce il gran lavoro che faccio con i miei coristi sulle dinamiche e sul fraseggio. Io ho sempre avuto delle visioni ben chiare in testa, i coristi mi “concretizzano” queste visioni con le loro voci ed ogni brano è per me un vero e proprio “viaggio”.

S: Sono curiosa di sapere se tu canti oltre a dirigere il coro, se ti piace cantare 

P: Io adoro cantare! La musica ce l’ho sempre in testa, debbo ancora capire se è una sciagura (ride, nda). Canto sempre, canto sotto la doccia, canto quando passeggio per il centro con le cuffie nelle orecchie, canto quando suono e – interiormente – canto anche quando dirigo! A casa, poi, quando sono particolarmente felice, metto un disco di Sinatra o di Luttazzi … e canto!

S: Che musica ascolti, oltre a quella che esegui come organista e direttore?

P: Ascolto molto swing americano, George Gerschwin, Cole Porter, Erroll Garner.
La mia “tripletta” in cuffia però è sempre quella: Palestrina, Bach, Morricone.

S: Un incontro che ti ha cambiato la vita o quello che ti ha completato

P: Ne ho avuti tanti, sia sul piano musicale che su quello umano.
Il Maestro Liberto, che dirigeva il coro del Papa quando ero piccolo, fu la persona che mi suggerì di “suonare coi piedi” (sorride, l’organo si suona anche con i piedi, nda); il Maestro Miserachs, che dirigeva la Cappella Musicale Liberiana (il coro della Basilica di Santa Maria Maggiore, nda), mi accolse a Santa Maria Maggiore quand’ero ancora un ragazzetto e mi fece crescere tantissimo come organista. Vorrei però ricordare anche due Maestri sicuramente meno “visibili” di Liberto e Miserachs, ma sempre discreti e fedeli nel volermi bene: padre Fausto d’Antimi, mio primo insegnante di organo e Claudio Adrian Menéndez, mio amatissimo maestro di pianoforte che è scomparso circa un anno fa lasciandomi un grande vuoto culturale.
Una persona che in tempi recenti mi ha “completato” è Michele Prattichizzo, un sacerdote speciale, della cui amicizia sono davvero fiero ed orgoglioso.

 

S: Prossimo concerto e progetti per il futuro

P: Il prossimo concerto sarà Domenica 18 giugno alle ore 19.00 nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura. È il mio regalo di compleanno per gli 80 anni di due grandi Maestri della musica sacra contemporanea, a cui sono legato tantissimo: Giuseppe Liberto e Valentino Miserachs.
Dirigerò il “Canticorum Jubilo” insieme ad un ensemble di archi e uno di ottoni, sarà molto bello!
Progetti per il futuro non ne ho, non sono abituato a farli; dopo le vacanze, si vedrà … con leggerezza!

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