Precari covid, intesa precaria

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Solo cinque sigle sindacali su venti hanno firmato l’accordo sul trattamento dei precari covid proposto dall’assessore regionale alla Sanità, Giovanna Volo. I dettagli.

L’assessore regionale alla Sanità, Giovanna Volo, si è espressa con ottimismo nel merito dell’accordo che avrebbe proposto ai sindacati di categoria in riferimento alla vertenza legata al trattamento dei precari covid. Invece, a conclusione del confronto, la maggior parte delle sigle sindacali non ha firmato l’intesa, dissentendo soprattutto sulle procedure e i modi per ottenere la stabilizzazione. Tra venti solo cinque organizzazioni sindacali hanno sottoscritto l’accordo: Cisl Fp e Cisl Medici, Cimo, Ugl e Fedir. Le tredici sigle sindacali che non hanno firmato spiegano il perché: “Per la mancata sospensione delle procedure di mobilità e dei concorsi in itinere, in attesa della definizione delle procedure di stabilizzazione. E quindi per la mancanza di certezze sulla proroga dei contratti in corso. Si rivendica inoltre la possibilità di mantenere in servizio su posti vacanti il personale del ruolo tecnico e professionale in attesa di ulteriori disposizioni normative”. La Cisl Funzione Pubblica invece spiega il perché è stato firmato l’accordo: “Il protocollo sottoscritto è la prova che il dialogo sostenuto con forza dalla Cisl ha consentito di arrivare ai risultati migliori possibili in favore dei lavoratori. Finalmente anche la Sicilia si è dotata di un protocollo che indica le priorità per il superamento del precariato in modo ordinato, assicurando pari trattamento in tutta l’Isola. L’intesa prevede che il personale che abbia i requisiti previsti dalle norme sia stabilizzato secondo alcuni criteri di priorità. Anzitutto dovrà essere in servizio al momento della pubblicazione dell’avviso di ricognizione. In caso di ulteriori posti disponibili sarà data precedenza a chi è stato assunto a tempo determinato a seguito di selezione pubblica. Terzo criterio è quello per l’assunzione di quel personale che ha maturato i requisiti anche con contratti diversi. In questo caso occorre che la qualifica per cui si sarà stabilizzati sia quella in cui si è svolto servizio prevalentemente. Quarto criterio è quello della precedenza ai dipendenti che hanno lavorato con contratti a lavoro flessibile e che sono risultati idonei non vincitori di concorso. Infine, in caso di ulteriori posti disponibili, potranno essere assunti – dopo avere sostenuto un pubblico concorso – coloro che hanno lavorato presso le aziende sanitarie con contratti di lavoro flessibile”. Mercoledì prossimo 5 aprile è in calendario un secondo confronto con l’assessore Volo sullo stato di agitazione dei laboratori privati convenzionati e i medici specialisti, che lamentano la riduzione del budget.

Giuliana Miccichè

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