Petrolchimico Siracusa: aria e mare inquinati

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Il settimanale “L’Espresso” ha pubblicato la consulenza tecnica alla base dell’inchiesta per disastro ambientale nel Polo Petrolchimico di Siracusa, primo in Italia e tra i più grandi d’Europa. La Procura di Siracusa, diretta da Sabrina Gambino, dopo tre anni di indagini, intercettazioni e perizie, ha contestato a una ventina di dirigenti della società la mancata depurazione di fanghi e prodotti industriali, eliminati quindi in aria e nel mare con annesso inquinamento. Sulle conseguenze per l’ambiente dalla mancata depurazione si è soffermata una perizia consegnata ai magistrati il 5 maggio del 2021, e che ha determinato il sequestro dell’impianto di depurazione avvenuto lo scorso giugno. La consulenza è firmata dai tecnici Mauro Sanna, Rino Felici e Nazzareno Santilli che, tra l’altro, scrivono: “Le vasche maggiori di trattamenti dell’impianto di depurazione, mancando di idonei sistemi di mitigazione e contenimento, ogni anno emettono nell’ambiente complessivamente 77,4 tonnellate di composti organici volatili, costituite da 13,6 tonnellate di benzene, 9,8 tonnellate da toluene, 11,3 tonnellate di xiliene e 42,8 tonnellate da residui composti, nonché da 7,4 tonnellate di idrogeno solforato.

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