Mentre ad Aica si discute, l’acqua pubblica viene espugnata?

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di Franco Pullara*

In questi giorni, sono molto presenti le vicende dei vertici di Aica con grandi strombazzamenti per dimissioni di un Componente del Cda, poi due, poi l’azzeramento dell’intero Cda che lasciano in secondo, terzo piano argomenti vitali per l’azienda pubblica che gestisce il SII nell’Ambito di Agrigento.

Cosa passa in secondo o terzo piano? Passano in secondo piano tutte le questioni legate al “Disegno di legge sulla Concorrenza” quando si paventa il rischio di dover abbandonare la gestione pubblica. Eppure il particolare argomento non è stato oggetto di approfondimenti da parte di nessuno o quasi.

Oggi sulla base di un Decreto legislativo esitato dal Governo il 23 dicembre dello scorso anno, avente numero 201, siamo di fronte ad una norma che, stante le condizioni in cui si trova Aica o per meglio dire, le condizioni in cui è stata portata Aica, si rischia di dover abbandonare la gestione pubblica del Servizio.

Si legge, infatti, nel decreto all’art. 17 comma 2 :“Nel caso di affidamenti in house, di importo superiore alla soglia di rilevanza europea in materia di contratti pubblici, fatto salvo il divieto di artificioso frazionamento  delle prestazioni, gli Enti Locali e gli altri Enti competenti adottano la deliberazione di affidamento del servizio sulla base di una qualificata motivazione che dia espressamente conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato ai fini di un’efficiente gestione del servizio, illustrando anche sulla base degli atti e degli indicatori di cui agli art. 7 – 8 – 9 , i benefici per la collettività della forma di gestione prescelta con riguardo agli investimenti, alla qualita’ del servizio, ai costi dei servizi per gli utenti, all’impatto sulla finanza pubblica, nonche’ agli obiettivi di universalità, socialità, tutela dell’Ambiente e accessibilità dei servizi, anche in relazione ai risultati conseguiti in eventuali pregresse gestioni in house, tenendo conto dei dati e delle informazioni risultanti dalle verifiche periodiche di cui all’art. 30.“

Di questo vorremmo si discutesse. Di questo vorremmo essere rassicurati per non andare incontro ad un ulteriore disastro sul tema SII.

Ci permettiamo di suggerire soprattutto ai sindaci facenti parte di Aica, ma anche ai sindaci dei Comuni in “autonomia gestionale”, una attenta lettura di detto decreto legislativo e poi darne conto ai cittadini, come è doveroso che sia.

A meno che, come i soliti malpensanti sostengono, la condizione attuale sia stata preordinata da tempo per arrivare attraverso i contenuti di questo Decreto Legislativo alla  riprivatizzazione del Servizio.

A volte a pensar male…

*siciliaonpress

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