Menfi, fece prostituire la figlia, in Appello confermati 8 anni di carcere per la madre

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Confermata la pena a 8 anni di carcere (e multa di 80mila euro) dalla Corte di Appello di Palermo nei confronti della madre che avrebbe fatto prostituire la figlia 14enne tra Menfi e Gibellina. La Corte di Appello ha confermato la sentenza di primo grado anche per  i menfitani Vito Campo, di 69 anni, e Calogero Friscia, di 25 anni, rispettivamente a 6 e 4 anni di reclusione. Campo è ai domiciliari, mentre Friscia è in carcere per altro reato.

Una vicenda affonda le radici in un contesto di degrado sociale in cui la 14enne, secondo l’accusa, sarebbe stata costretta a subire rapporti sessuali con la made complice e che l’avrebbe accompagnata nei luoghi di appuntamento dove venivano compiuti gli abusi sessuali dietro correspettivo che oscillava da 50 a 200 euro.

La madre è ritenuta centrale nella triste e brutta vicenda, Fu arrestata dai carabinieri nel corso delle indagini e si trova in carcere. Per altri due imputati, anche loro condannati in primo grado dal Tribunale di Sciacca è atteso l’inizio del processo d’appello.

La ragazzina sarebbe stata costretta a subire gli atti sessuali tra Menfi e Gibellina. L’indagine nacque da un blocco di un’auto nel corso di un normale controllo del territorio effettuato dai carabinieri nel dicembre 2017 sulla statale 624 che conduce a Sambuca di Sicilia.  I militari dell’Arma si sono insospettiti  nel vedere a tarda notte a bordo una ragazzina in compagnia di Pietro Civello (Sotto processo a Sciacca con rito ordinario). Le dichiarazioni rilasciate da Civello non convinsero i carabinieri e condussero quest’ultimo e la ragazzina in stazione a Menfi.

Da lì una serie di approfondimento che hanno dato luce ad una storia di degrado e nella quale la vittima era la ragazzina 14enne, costretta a subire atti sessuali per somme tra 30 e 200 euro. La madre accompagnava la figlioletta nei luoghi in cui si consumava la terribile vicenda.

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