La replica della famiglia Firetto dopo il dissequestro del Castello Colonna

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Il Tribunale del Riesame di Agrigento dissequestra il castello “Colonna” a Joppolo Giancaxio dei fratelli Firetto. La difesa smonta i presunti edilizi.

La sezione del Tribunale del Riesame di Agrigento, presieduta da Wilma Mazzara, ha disposto il dissequestro del Castello “Colonna” a Joppolo Giancaxio, adibito a struttura ricettiva, di intrattenimento e ristorazione, gestita dalla società del sindaco di Agrigento Calogero Firetto e del fratello Mirko, sequestrato lo scorso 20 dicembre dai Carabinieri su ordine del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, e su richiesta della sostituto procuratore, Antonella Pandolfi, e del procuratore aggiunto, Salvatore Vella, per presunti abusi edilizi. I difensori dei fratelli Firetto, gli avvocati Angelo Farruggia, Gaetano Caponnetto e Antonino Reina hanno eccepito la regolarità delle concessioni edilizie in questione, e che le opere oggetto delle concessioni, essendo peraltro migliorative rispetto al bene alquanto risalente nel tempo, sono lecite.

A seguito dell’annullamento del decreto di sequestro preventivo, e del conseguente dissequestro del castello o palazzo “Colonna” a Joppolo Giancaxio, storicamente “la residenza della famiglia Colonna duchi di Cesarò”, interviene l’avvocato Angelo Farruggia, difensore del sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, che commenta: “La notizia del sequestro, nell’arco di soli 5 giorni, ha comportato una pioggia di disdette di banchetti nuziali prenotati per tutto il 2019, con notevoli danni economici e disagi per tutti coloro i quali a pochi giorni dalle nozze hanno dovuto rinunciare all’elegante struttura e riparare su altre. Abbiamo sostenuto l’illegittimità del sequestro e la piena conformità delle opere alla legislazione urbanistica e paesaggistica. La struttura ha ottenuto tutte le autorizzazioni e i pareri da parte dei competenti organi amministrativi, e che, con le opere realizzate, il bene monumentale, ridotto ad un rudere, era stato salvato dall’oblio e restituito al paese di Joppolo Giancaxio”. E la famiglia Firetto e il sindaco aggiungono: “Nel porre le scuse per i disagi che sono derivati agli utenti della struttura, esprimiamo grande amarezza per quanto accaduto. Con serenità abbiamo atteso gli sviluppi conservando il rispetto e la fiducia per l’autorità giudiziaria, anche inquirente. Ai nostri legali, in cui riponiamo la massima fiducia, il mandato di adoperarsi affinchè la vicenda giunga presto al suo epilogo definitivo”.

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