La DDA chiude l\’indagine sull\’ìoperazione \”Condor\”: ad essere indagati sono in 15

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La Direzione distrettuale antimafia di Palermo, attraverso i pubblici ministeri Alessia Sinatra e Claudio Camilleri, ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari – atto che prelude la richiesta di rinvio a giudizio – a 15 delle 18 persone indagate nell’ambito dell’inchiesta antimafia denominata “Condor” eseguita dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento e del Ros di Palermo. Gli indagati sono: Pasquale Alaimo, 54 anni, di Favara; Baldo Carapezza, 27 anni, di Agrigento; Francesco Centineo, 38 anni, di Agrigento; Antonio Chiazza, 37 anni, di Canicattì; Gioacchino Chiazza, 62 anni, di Canicattì; Giuseppe Chiazza, 51 anni, di Canicattì; Salvatore Curto, 39 anni, di Canicattì; Salvatore Galvano, 52 anni, di Agrigento; Francesco Genova, 43 anni, di Palermo; Giovanni Cibaldi, 35 anni, di Licata; Domenico Lombardo, 30 anni, di Agrigento; Luigi Montana, 40 anni, di Ravanusa; Rosario Patti, 59 anni, di Palma di Montechiaro; Nicola Ribisi, 42 anni, di Palma di Montechiaro; Giuseppe Sicilia, 43 anni, di Favara e Ignazio Sicilia, 47 anni, di Favara.

Sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Escono dall’inchiesta Angelo Bellavia, 68 anni, di Licata; Fabiano Biancolilla, 50 anni, di Siracusa e Filippo Moscato, 66 anni, di Licata. Il blitz “Condor” è scattato la notte tra il 10 e l’11 gennaio scorso nella parte orientale della provincia e fra Licata, Palma di Montechiaro, Canicattì ma anche Favara ed Agrigento. Le indagini hanno consentito ai carabinieri di raccogliere importanti indizi sul tentativo di uno degli indagati di espandere la propria influenza al di là del territorio palmese, ossia su Favara e sul Villaggio Mosè di Agrigento. Ma anche sul ruolo di “garante” esercitato dal vertice della famiglia di Palma di Montechiaro a favore di un esponente della Stidda, al cospetto dell’allora reggente del mandamento di Canicattì.

Raccolti elementi di prova sul controllo delle attività economiche nel territorio di Palma di Montechiaro, con riferimento al settore degli apparecchi da gioco e delle mediazioni per la vendita dell’uva (le cosiddette sensalie); di “messe a posto” a Favara e danneggiamenti a mezzo incendio.

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