Il duro monito del Procuratore Capo Giovanni Di Leo

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La conferenza stampa indetta per questa mattina aveva come tema i dettagli sulla assurda sparatoria avvenuta al Villaggio Mosè durante la quale ha perso la vita uno degli aggressori. Ma il Capo della Procura di Agrigento è andato molto, molto oltre e approfittando di questa sua prima apparizione pubblica si è soffermato sui gravissimi problemi di cui è afflitta la nostra società, con spiccato riferimento alla realtà agrigentina.

Un vero e proprio monito che deve far riflettere molto. Ecco alcuni passaggi del suo discorso:

“Nelle forze dell’ordine di Agrigento c’è professionalità sulla quale ci si può certamente fidare da parte della società civile. Il fatto di cui ci siamo occupando è sicuramente tragico. Il motivo per cui teniamo questa conferenza stampa è quello di sollecitare una riflessione comune, soprattutto in chi è protagonista di vicende come questa. Sono vicende che distruggono la vita di intere generazioni e famiglie. È quindi necessario assolutamente una riflessione di questo tipo. È altresì necessario rimettersi alla giudiziaria nelle scelte, avvalendosi di avvocati nell’interesse e nel rispetto integrale delle parti coinvolte. Questo non deve comunque tradursi in azioni volte a promuovere una cultura che non sia basata sulla legalità e sulla risoluzione pacifica delle controversie. In qualsiasi società civile, tale comportamento non dovrebbe avere diritto di cittadinanza. Non è ammissibile che per un debito non pagato si arrivi a compiere atti violenti. È essenziale comprendere che la violenza di questo tipo non risolverà nulla. In questa occasione, sono stati gli stessi aggressori a rimetterci la vita, per circostanze che ancora dobbiamo comprendere appieno. Questa spirale di violenza deve essere fermata. Se non c’è un senso naturale di giustizia da parte degli stessi protagonisti coinvolti, e si continua nella ricerca di vendetta in maniera ingiustificata, la situazione non può far altro che peggiorare.”

Il dott. Di Leo ha anche approfittato per parlare di Agrigento Capitale della Cultura Italiana 2025 e, sostanzialmente, continuando così, ha lasciato intendere, non si possono raggiungere traguardi importantissimi. Si è anche rivolto al popolo, e ad una piccola e sparuta fetta di popolazione, quella ancora che ama vivere nella totale inciviltà, ha voluto dedicare qualche passaggio. Eccolo: “Vogliamo chiedere di quale cultura vogliamo essere Capitale? Cultura delle sparatorie in strada? Cultura della spazzatura lasciata per strada? La cultura che si possa risolvere tutto con le armi, facendosi giustizia da se deve essere debellata perchè vicende del genere disonorano questa terra. Non è ammissibile che per un debito non pagato, si possa ricorrere ad una violenza di questo tipo”.

Chiarissime le parole del Capo della Procura agrigentina.

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