Il batterista e compositore jazz Leonardo De Lorenzo presenta il suo nuovo disco “On fiVe”, sabato 27 novembre al teatro Summarte

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Saranno il Monte Somma, il Vesuvio, i suoi vini e lo storico tessuto culturale del vulcano più famoso del mondo ad ospitare la presentazione del nuovo disco del quintetto jazz di Leonardo De Lorenzo, “On fiVe” pubblicato da Alfa-Music in anteprima digitale, ed ora disponibile su CD.

Il tutto, il prossimo 27 novembre alle ore 22 presso il teatro Summarte, a Somma Vesuviana,  Napoli.

A precedere il concerto, alle 18.30 ci sarà una conferenza stampa durante la quale l’artista presenterà il suo lavoro nel foyer del teatro.
La conferenza verrà condotta dai giornalisti Angelo Sciaudone e Diego Andese della testata musicale Sound Contest, media partner ufficiale per questo evento.

I musicisti consegneranno il disco al pubblico intervenuto alla registrazione e, a chi lo desidera, vi apporranno le firme. Il Cd sarà comunque disponibile per chiunque vorrà acquistarlo.

Al progetto ideato, arrangiato e diretto dal batterista e compositore Leonardo De Lorenzo,  hanno partecipato Ciro Marone al sax alto, Giacinto Piracci, alla chitarra elettrica, Ergio Valente al piano e fender Rhodes e Vincenzo Lamagna al contrabbasso.

Il  titolo del disco nasce da un gioco di parole modificando il modo di dire Inglese “to be on fire” (cioè essere nel fuoco, essere a “mille” e in grande fermento creativo) cambiando la lettera R con la V e facendolo diventare “on fiVe” letteralmente “sul cinque” perché il numero cinque in questo lavoro, è di grandissima importanza.

Così Leonardo De Lorenzo:

Ho preparato il repertorio alla soglia dei miei cinquantacinque anni, la musica è per quintetto e in cinque dei sei brani è sempre presente il 5/4 “puro” o espresso nei suoi multipli suddivisionali. On fiVe! Non poteva essere altrimenti! Ad accompagnarmi in questa nuova avventura, ci sono amici di vecchia data e qualche piacevole scoperta degli ultimi mesi, come il bravissimo e giovanissimo alto sassofonista Ciro Marone, conosciuto per caso durante la festa della musica nel 2018, quando ho diretto un’orchestra formata da allievi del conservatorio di Benevento, dove insegno. Giacinto Piracci alla chitarra ed Ergio Valente al pianoforte e tastiere, si sono occupati delle armonie e il fido e solido Vincenzo Lamagna con il suo contrabbasso ha coadiuvato il sottoscritto nelle tessiture ritmiche. Un repertorio non facile, ma sempre legato alla melodia, costituito da pez-zi di lungo respiro, quasi in forma di “suite” con tanti inaspettati cambi di scena, colori ed atmosfere. Ogni brano racconta una storia, e tutte le sto-rie di questo lavoro sono legate ad un filo rosso che porta l’ascoltatore per mano, avvolgendolo nel suono moderno del gruppo. Nel giorno 18 Gennaio 2019, poco prima della recrudescenza dei contagi da Covid e del lockdown, siamo riusciti a registrare questo cd con una formula molto particolare attraverso la quale abbiamo portato in studio un pubblico ristretto e selezionato di appassionati di musica e audiofili che hanno avuto così l’opportunità di assistere alla creazione del lavoro disco-grafico, facendone parte integrante! Inoltre, data la presenza del pubblico, le riprese sono state di tipo “diretto” in quanto pubblico e musicisti erano tutti nella stessa sala, rendendo così impossibile qualsiasi tipo di editing. Questo vuol dire che alcuni errori di esecuzione che potevano pregiudica-re la registrazione, non potendo essere corretti, ci hanno costretti a proce-dere ad una nuova registrazione (take). Esattamente come si faceva ai vecchi tempi nei grandi studi di una volta. Tutto questo ha reso possibile il flusso di un’energia particolare e spero che tutti i fruitori di quest’opera possano percepirla.

Gero Mannella (Jazzophile) dice del disco:

“In perfetta continuità con le mirabilie di “Waiting” e di “The Ugly Duckling” il nuovo progetto di Leonardo De Lorenzo “on fiVe” è un inno alla sincope e alla creatività. Suoni nuovi e progressivi, mai rimasticati, energia conta-giosa, vibrazioni telluriche che sono pura epifania. Con lui, infaticabile bombarolo, in quell’antro delle meraviglie che è la sua musica, la chitarra sanguinosa di Giacinto Piracci, il piano vorticoso di Ergio Valente, gli acuti sdruccioli del giovine sassofonista Ciro Marone, il basso poderoso di Vin-cenzo Lamagna.
Il jazz è vivo e lotta insieme a noi”

Giulio Scognamiglio:

Ho imparato ad applaudire senza battere le mani. Di lì a pochi giorni avremmo tutti fatto altre cose senza farle. Abbracciarsi senza brac-cia, baciarsi senza bocca, amarsi senza fare l’amore.
Il mondo sarebbe cambiato, e noi con lui, ma stavamo nella placenta della musica ed eravamo connessi alla nostra emozione.
La mia prima esperienza di registrazione di un disco con pubblico silente in sala. In parte è stato faticoso perché avrei voluto gioire con tutti i sensi, con l’esuberanza dell’eloquio e del gesto che mi appartengono, dopo ogni assolo, e alla fine di ogni brano. C’era un’atmosfera come alle cene di na-tale della mia infanzia; aspettavo che i grandi finissero di mangiare e di be-re, per scartare il regalo che avevo intuito e che mi faceva salire la febbre ben visibile sulle mie gote accaldate. E allora diritta avanti a me la chitarra, a destra il piano, a sinistra il sassofono, nelle gabbie il basso e, un po’ dal vetro e un po’ via monitor, Leonardo che osservavo come lo zio che il re-galo me lo faceva grande e che monopolizzava lo spazio angusto dei doni sotto l’albero.
Tutti i brani andavano via veloci, perfetti, senza ripetizioni o “accrocchi” della moderna tecnologia della quale, oramai ne facciamo un uso ecces-sivo un po’ tutti. Noi astanti eravamo emozionati ma loro, i musicisti, di più, perché non c’era la distanza del golfo mistico a separare le loro paure e la loro voglia di regalarci bellezza. Ma tutta questa tensione è defluita nella musica, nel gesto di un accordo sul pianoforte o di un colpo di timpa-no proprio lì in quel punto. Ci siamo trovati come dei piccoli peluche a muovere le mani in questo gesto catartico ma senza far rumore, senza far rumore come quando cercavo furtivamente di capire l’entità del mio rega-lo. Le connessioni emotive sono state tante ma anche indimenticabili per-ché quel giorno, dove ancora ci baciavamo con la bocca e ci abbraccia-vamo con le braccia, è stato un giorno dove abbiamo imparato a far l’amo-re con la musica, questa bella musica di un uomo, Leonardo, che sa come far l’amore anche senza poterlo fare.

Il disco – composto interamente da Leonardo De Lorenzo – è stato registrato in modalità live, in due set, con pubblico in sala.

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