Giuseppe Falsone ferito durante rapina? Ispezione (negativa) al boss in carcere

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Per Giuseppe Falsone di Campobello di Licata, boss mafioso di primo spessore, catturato dopo 10 anni di latitanza a Marsiglia, gli esami non sono mai finiti.

Recentemente, era il 23 maggio scorso, è stato sottoposto ad ispezione corporale su ordine del pubblico ministero della Dda di PalermoClaudio Camilleri e del territorialmente competente pubblico ministero, Francesca Dessì, all’interno del carcere di massima sicurezza di Novara dove Falsone è recluso al 41 bis. L’ispezione è stata effettuata dal medico in servizio nel locale carcere piemontese, Barbara Vallò che ha risposto ai quesiti posti dai pubblici ministeri, ossia se il corpo di Falsone presentasse ferite da arma da fuoco.

Il medico ha sciolto ogni dubbio relazionando in questo modo: “Si è esaminato l’indagato, Giuseppe Falsone in qualità di responsabile di presidio sanità penitenziaria e da me conosciuto In quanto detenuto presso il  reparto 41 bis della casa circondariale di Novara  come da decreto di ispezione personale in ordine al p.p. 18028/2018 Rgnr. Dall’esame obiettivo svolto nei locali dell’infermeria si è proceduto ad effettuare l’ispezione richiesta al fine di rilevare la presenza di cicatrici provocate da arma da fuoco. L’ispezione si è svolta facendo sdraiare il soggetto sul lettino, ispezionando dapprima gli arti inferiori e successivamente le altre parti del corpo con particolare attenzione alle zone pilifere ed al cuoio capelluto. Si è osservata la sola presenza di cicatrici posteriormente alla regione auricolare bilaterale da attribuirsi ipoteticamente ad un intervento di chirurgia plastica. Non si è osservata  alcuna  lesione riconducibile  ad esiti riconducibili ad arma da fuoco. Si dà atto che l’indagato si è sottoposto all’ispezione senza opporre alcuna resistenza e non ha rilasciato dichiarazioni”.

Dunque, nessuna ferita da arma da fuoco, semmai conferma (ma non era oggetto dell’indagine) del ricorso da parte di Falsone alla chirurgia estetica nel tentativo di cambiare sembianze per sottrarsi alla cattura.

L’esito della ispezione medica rende ancora più complicata la vicenda giudiziaria che fa riferimento al procedimento penale che l’ha determinata.

Falsone viene contestato, tra le altre cose, il reato di rapina aggravata di un fuoristrada Toyota Land cruiser. Era l’uno giugno 2008. Gli atti sinora disponibili non sono esaurienti.

Si fa riferimento alla rapina subita a Ribera l’uno giugno di 21 anni fa da un’automobilista. Ed evidentemente, ma non si hanno ulteriori particolari, i pubblici ministeri hanno notizia di una sparatoria che avrebbe provocato il ferimento di Falsone.

Circostanza questa che viene smentita categoricamente dall’esito dell’ispezione corporale.

Dunque, si ha un dato certo, la rapina, da inserire in un contesto più ampio che ha poi originato il fatto di sangue. Insomma, se gli inquirenti dall’ispezione medica speravano di trovare risposte per i loro dubbi ciò non è avvenuto.

Restano fermi alcuni punti certi: la rapina subita dall’automobilista che ha un nome e un cognome e una data; il fatto che in quegli anni Falsone fosse latitante a Ribera e nelle zone vicine, favorito in ciò dai componenti del clan mafioso dei Capizzi; le testimonianze del pentito Giuseppe Sardino che aveva in carico la latitanza dell’ex primula rossa campobellese e che incontrò ripetute volte proprio a Ribera. Questi, dunque, i dati certi. Restano da esaminare i dati incerti: ossia ulteriori rivelazioni di collaboratori di giustizia noti e meno noti.

Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi.

 

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