Sulla carta era una di quelle partite molto difficili da vincere e di certo non ha illuso il +7 a inizio partita ma la Fortitudo Agrigento ha sfiorato l’impresa al Pala Desio contro la corazzata Cantù che vince 89-84. La squadra di coach Sacchetti si è vista più volte recuperare e superare dai ragazzi di Devis Cagnardi che hanno approcciato il match in modo meraviglioso portandosi in attacco senza paura e con un Alessandro Grande in ottima forma. Cantù deve rinunciare prima del match anche a Borsani, oltre agli assenti Stefanelli e Baldi Rossi, Agrigento è più lenta nella velocità di gioco e commette più falli permettendo a Cantù di realizzare 18 tiri liberi contro i 7, realizza però 5 tiri da 3 contro i 9 di Agrigento, grazie anche a Costi che ne mette a segno 3 e, ancora una volta, spacca la partita in favore di Agrigento. Proprio quest’ultimo realizza 17 punti e 7 rimbalzi, in doppia cifra anche Marfo con 14 e 7 rimbalzi ed il top scorer della partita Grande con 22, da segnalare l’ottima prestazione del capitano Albano Chiarastella, anche oggi 39 minuti in campo e ben 11 assist, uomo chiave della difesa agrigentina per limitare gli attacchi di Cantù che nei momenti clou del match trova dei buchi e li infila tutti con Rogic, Hunt e Severini. In doppia cifra anche Bucarelli, Berdini e Nikolic. Il terzo parziale di gioco è decisivo per Cantù con il risultato di 17 punti realizzati e solamente 11 subiti, a differenza degli altri tre dove Agrigento è riuscita a segnare 22 punti nel primo e secondo e ben 29 nel quarto sfiorando l’impresa ad un minuto dal termine quando Lorenzo Ambrosin dalla lunetta riporta Agrigento a -3 da Cantù. Grande orgoglio e carattere per una neopromossa, la squadra di coach Cagnardi esce a testa altissima da questa sfida ed ora deve tornare a vincere al Palamoncada ma per Cagnardi sono diversi gli spunti positivi del match: “Abbiamo cercato di creare problemi a una squadra forte come Cantù – spiega coach Cagnardi -. La loro prima ondata dal punto di vista fisico è stata importante. In attacco non abbiamo mai perso il filo e abbiamo provato a scendere in campo con la nostra identità. Siamo rimasti in scia per restare attaccati, non ci siamo riusciti per errori nostri e merito degli avversari. Nella quarta frazione abbiamo pagato dazio a rimbalzo difensivo e come palle perse. Come al solito, abbiamo provato a tirare fuori la nostra qualità, ma non è bastato”.
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