A Messina la Squadra Mobile ha arrestato 21 indagati, a vario titolo, di reati legati alle sostanze stupefacenti e alle armi. Per 15 è stato disposto il carcere, per 6 i domiciliari. Le indagini, coordinate dalla Procura di Messina, hanno sollevato il velo su una presunta organizzazione criminale armata, che avrebbe rifornito di droga i quartieri cittadini di Gazzi e Manglialupi. L’inchiesta è stata avviata a seguito delle dichiarazioni di alcuni testimoni che, a fine 2018, hanno svelato l’esistenza di una centrale di spaccio nel rione Gazzi. Il ciclo della droga sarebbe stato curato in ogni dettaglio. E’ stata nascosta in luoghi di custodia esterni alle abitazioni, tra tombini, canalette di scolo, autovetture abbandonate, anfratti dei muri, e poi ricollocata negli stessi posti dopo le cessioni. I poliziotti sono riusciti a documentare, nell’arco dei cinque mesi di sorveglianza, più di 3mila cessioni per un giro d’affari quantificato in 50.000 euro mensili circa. La continuità dei rifornimenti è stata assicurata da alcuni calabresi, anche loro arrestati.
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