Ad Agrigento, nel carcere “Pasquale Di Lorenzo”, il personale della Polizia penitenziaria ha udito una detenuta conversare a telefono, e non con eventuali compagne di cella. E’ scattata dunque la perquisizione. La donna, nel tentativo di evitare il sequestro del telefonino, lo ha nascosto nel suo genitale. Si tratta però di uno stratagemma già noto alla Polizia penitenziaria, ed è stato subito sventato. I sindacati di categoria della Polizia penitenziaria più volte hanno proposto al Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, di dotare le carceri di dispositivi elettronici capaci di annullare il campo telefonico così da rendere innocuo il possesso di cellulari.
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