Carlisi (5Stelle): “La progettazione della differenziata farebbe la differenza in bolletta e una città più pulita”

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Il sistema differenziata deve crescere. Non è sicuramente colpa della Regione se la città è sporca: la colpa è di questa amministrazione!

La TARI alta? Anche questa è una colpa della amministrazione comunale; la Regione ci mette solo lo zampino dato che gli impianti di smaltimento e recupero sono pochi e la spazzatura va in tour per la Sicilia prima di arrivare alla destinazione finale dove sarà trattata e/o sepolta.

Naturalmente la soluzione migliore sarebbe quella di produrre meno rifiuti: questo si può ottenere sicuramente con una formazione/informazione (ad Agrigento solo concertini) per i cittadini e poi, ad esempio, con sgravi a chi vende beni sfusi, senza confezione e quindi non produce aggravio di rifiuto: un cambiamento di mentalità per cui occorrerebbe tempo e possibilmente anche leggi europee e nazionali.

In realtà, costi alti sono perlopiù dovuti all’impegno della raccolta porta a porta mentre, per risparmiare, la Città resta molto sporca. Tra l’altro non tutte le zone sono raggiunte dal porta a porta perché, dicono, costerebbe troppo.

Gestire la spazzatura costa tanto perché il sistema non è ben calibrato e non si è mai evoluto. Non si sono fatti passi avanti, neppure piccoli.

Per diminuire la bolletta TARI e avere una Città più pulita, il Comune avrebbe potuto agire diminuendo il numero delle “prese” (ovvero i ritiri dei rifiuti) giornaliere.

Guardando il calendario dei ritiri di alcune città “virtuose” ma anche pulite, possiamo notare che la carta e il vetro sono raccolti a domicilio solo ogni 2 settimane, la plastica una volta alla settimana. Il vetro addirittura anche solo una volta al mese o con le campane su strada.

Quindi, spiegando il sistema ai cittadini e chiedendo loro maggiore organizzazione settimanale, si può passare a queste fasi a prese ridotte del sistema utenze domestiche, organizzando contestualmente punti di conferimento per chi produce più rifiuti o ha delle necessità specifiche.

Alcune città riducono il conferimento dell’umido e incoraggiano le compostiere utilizzando anche quelle di comunità, che si sarebbero potute avere gratis ma a cui il comune ha rinunciato, perché mancherebbe il personale per gestirle.

Il personale non mancherebbe se non fosse quasi tutto giornalmente coinvolto nel porta a porta e oggi, il compostaggio domestico, l”adotta 2 galline” (altro progetto proposto e bocciato dai firettiani) e il compostaggio di comunità, avrebbero diminuito il disagio di non sapere dove conferire l’umido.

Così, riducendo i turni, non mancherebbe il personale per pulire la città, spazzando, togliendo l’erba e gli eventuali sacchi sparsi in giro, dando quella sensazione di pulizia diffusa e di ordine che rende più difficile anche ad un incallito incivile restare tale.

Distribuendo i turni diversamente in città e differenziando le zone, si avrebbero più servizi per tutti. Si potrebbero servire addirittura le cosiddette case sparse.

Si potrebbe mettere del personale con mezzi bivasca in zone predefinite nei quartieri, dove i cittadini porterebbero gli sfalci di potatura o i materiali che quel giorno sono conferiti in altri quartieri.

Il personale non impegnato nella raccolta differenziata potrebbe spazzare o dedicarsi al diserbo, alla raccolta dei sacchi sparsi, variando il lavoro settimanale e non incorrendo in infortuni che sono dati dalla ripetizione dei movimenti.

Tutto ciò senza modificare il numero di netturbini e limitando le spese di raccolte straordinarie o di diserbo assegnato ad altre ditte con aumento ulteriore della TARI.

Quindi non vi fate raccontare fesserie: le colpe delle bollette pesanti e della spazzatura per strada sono di chi ha ingessato il sistema, di chi non si confronta e non studia, di chi “conferma il cambiamento” perché tutto resti com’è.

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