“Non possiamo accettare che per l’ennesima volta la politica venga meno agli impegni presi: i 5 mila lavoratori del bacino Asu vanno stabilizzati con un apposito emendamento alla Finanziaria regionale, facendoli uscire da un precariato mortificante che dura da oltre 20 anni.
Non accetteremo una marcia indietro”. Lo dicono Clara Crocè, Gianluca Cannella, Luigi D’Antona e Giuseppe
Badagliacca del Csa-Cisal. “Abbiamo appreso con sconcerto che il Governo, che aveva presentato un ddl per la stabilizzazione, oggi blocchi gli emendamenti all’Ars – continua il Csa-Cisal – Uno schiaffo in piena regola per 5 mila lavoratori che svolgono servizi essenziali negli enti locali, nei musei, nelle Asp e in enti regionali di tutta l’Isola e che, in un momento di misure straordinarie, rischiano di veder compromesso il
proprio futuro in modo irrimediabile. Facciamo appello a tutte le forze politiche dell’Assemblea regionale perché non abbandonino donne
e uomini che ricevono ad oggi un sussidio che è al di sotto della soglia di povertà e del reddito di cittadinanza e che in tanti anni non hanno mai ricevuto contributi previdenziali: serve un emendamento che storicizzi la spesa e consenta la stabilizzazione”.