Settembre 2022 - Sicilia 24h
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A Santa Margherita Belice pioggia torrenziale e una violenta tromba d’aria ha ribaltato un pullman che percorreva la Statale 624 Fondovalle e si è ribaltato nel tratto Sambuca di Sicilia e Contessa Entellina.

I passeggeri del bus sono fortunatamente illesi; alcuni hanno riportato qualche confusone.

I pompieri intervenuti hanno sollevato il mezzo con una autogru. Sul posto anche il personale medico del 118, e gli addetti dell’anas

Attualmente al Centro d’accoglienza di Lampedusa, in contrada Imbriacola, sono ospiti 179 migranti. Nell’arco di 24 ore sono stati 6 gli sbarchi che hanno condotto nell’isola 175 persone. Provengono da Costa d’Avorio, Camerun, Mali e Guinea. A bordo anche donne e minori. La Prefettura di Agrigento ha disposto i primi trasferimenti con il traghetto di linea. Nel frattempo a Lampedusa iniziano le manifestazioni di commemorazione del naufragio a ridosso della costa che il 3 ottobre del 2013 ha provocato la morte di 368 profughi dall’Eritrea.

La Procura dei minori di Catania ha iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, l’amico di Luca Centofanti, 14 anni, vittima del tragico incidente stradale avvenuto nella serata di mercoledì tra via Lazio e via Algeri, alle porte del rione della Mazzarrona. Entrambi sono stati in sella ad uno scooter, ma a guidare non è stato Luca Centofanti. Spetterà agli agenti della Polizia municipale ricostruire quanto accaduto. Si è ancora alla ricerca di un’automobile che potrebbe avere avuto un ruolo nella morte del 14enne. In un primo momento è emersa l’ipotesi di un’auto pirata. Sull’asfalto, però, non vi sarebbero tracce tali da paventare uno scontro tra un’auto ed il ciclomotore. Gli indagati ritengono che l’auto potrebbe aver affiancato, sfiorato o al massimo tagliato la strada allo scooter. Luca Centofanti, seduto dietro all’amico, è stato sbalzato dalla sella e cadendo ha sbattuto la testa.

La Corte di Assise d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza di condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione a carico di Piero Chiara, 24 anni, imputato dell’omicidio preter-intenzionale di Salvatore Terrasi, avvenuto nel lungomare di Campofelice di Roccella durante una lite per un parcheggio, davanti al Roxy Bar, il 15 settembre del 2018. Quel giorno Chiara stava parcheggiando con l’auto e Terrasi, con la moto, gli avrebbe soffiato il posto. Ne è nata una violenta lite culminata con un pugno che provocò la caduta di Terrasi e il coma. L’uomo morì quasi un mese dopo, l’11 ottobre. I giudici hanno confermato anche la condanna a risarcire i familiari di Terrasi, difesi dagli avvocati Salvatore Pirrone e Fabio Trombetta, che affermano: “Nessuno potrà restituire a loro il calore e l’affetto del povero Salvatore, ma adesso abbiamo avuto una ulteriore conferma che l’impianto accusatorio è fondato. In attesa di leggere le motivazioni, stiamo valutando se chiedere ai giudice civile sin d’ora la quantificazione dei danni subiti dai familiari”. L’avvocato Salvatore Sansone, che difende Piero Chiara, preannuncia ricorso in Cassazione, ritenendo che si sia trattato di legittima difesa o al più di un omicidio colposo e non preter-intenzionale, anche perché, sulla scorta di una consulenza di parte, la morte di Terrasi non sarebbe stata una conseguenza delle complicazioni legate al pugno sferrato dall’imputato, ma sarebbe derivata invece da un’infezione batterica polmonare che la vittima avrebbe contratto in ospedale.

A Siracusa, nell’ambito di un’inchiesta avviata nel dicembre 2021, i Carabinieri hanno eseguito perquisizioni nei confronti di 24 indagati tra cui 8 (due titolari d’azienda e sei cosiddetti “caporali”) ritenuti responsabili, a vario titolo, in concorso tra loro di sfruttamento del lavoro ai danni di 27 lavoratori in nero, 16 dei quali percepiscono indebitamente anche il reddito di cittadinanza. Una società di Francofonte, in provincia, avrebbe affidato all’esterno le proprie attività attraverso sei “caporali”, ai quali sarebbero stati consegnati sacchi contenenti vari oggetti da assemblare, in particolare, componenti in plastica per sistemi di irrigazione. Agli stessi “caporali” sarebbe stato assegnato il compito di reperire a Francofonte manovalanza a basso costo che effettuasse in nero (a casa) con turni di lavoro massacranti e senza alcun requisito di sicurezza, tale assemblaggio. Nelle abitazioni dei lavoratori in nero sono state trovate attrezzature, pinze, spray di vernice, quaderni e agendine riportanti scrupolosamente i turni di lavoro giornaliero, anche festivo e notturno, per non meno di 10 ore al giorno, a fronte di una paga tra i 100 e 200 euro al mese.

Sono 108 i Comuni siciliani con meno di 10mila abitanti interessati al finanziamento dei cantieri di lavoro per i disoccupati, e che hanno risposto all’avviso del Dipartimento regionale del Lavoro, dell’impiego, dell’orientamento, dei servizi e delle attività formative dello scorso 23 agosto. Scaduti i termini fissati, il 27 settembre è stato pubblicato l’elenco provvisorio, a fronte di eventuali ricorsi, delle istanze ricevute. L’assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone, commenta: “Prosegue l’azione della Regione e dell’assessorato del Lavoro nell’impegno quotidiano a favore dei disoccupati e di tutti i lavoratori. Anche in questa fase di transizione l’Amministrazione non si ferma, consegnando al nuovo governo regionale una struttura in attività“. I cantieri di lavoro sono stati finanziati con 5 milioni di euro dalla Regione Siciliana, con la legge regionale numero 16 del 10 agosto 2022, ovvero le variazioni di bilancio. I finanziamenti saranno concessi “a sportello”, in base all’ordine cronologico di presentazione delle istanze e nella misura di un cantiere per ogni Comune. Ecco l’elenco provvisorio dei Comuni che hanno presentato la manifestazione di interesse.

Il giorno di Capodanno del 2014, all’interno di una Comunità a Naro, successivamente ma non – secondo i magistrati – a causa di una caduta, è morto un disabile psichico di 48 anni, Salvatore Milana. L’uomo, come già accertato nel corso di un giudizio penale, è stato vittima di maltrattamenti e violenti pestaggi da parte di Ali Yusuf, 34 anni, originario di Mogadiscio, operatore della Comunità, al quale sono stati inflitti con sentenza definitiva 2 anni e 6 mesi di reclusione. I fratelli di Salvatore Milana si sono rivolti, tramite l’avvocato Antonino Catania, alla Procura di Agrigento affinchè fossero perseguiti anche due medici dell’ospedale di Canicattì e alcuni operatori sanitari della stessa Comunità che, secondo i familiari, avrebbero potuto evitare quanto accaduto se avessero mantenuto un comportamento meno superficiale. Ebbene, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha archiviato l’inchiesta ritenendo non ricorrente un nesso di causalità tra quanto opposto e la morte di Milana il quale, come emerso da un’apposita consulenza medico-legale, sarebbe deceduto per una patologia genetica del sangue che non si sarebbe potuta curare e risolvere adeguatamente.

La Guardia di Finanza di Siracusa ha sorpreso tre lavoratori impiegati in nero, su quattro presenti, in un ristorante a Noto. Si tratta di due minori di 17 anni, e di una persona beneficiaria del reddito di cittadinanza intenti a svolgere attività lavorativa in assenza di qualsiasi rapporto di lavoro. Il titolare è stato sanzionato con 43mila e 200 euro di multa. E’ stata richiesta all’Ispettorato territoriale del lavoro la sospensione dell’attività imprenditoriale in quanto l’impiego di personale non risultante dalla documentazione obbligatoria è superiore al 10 per cento del totale dei presenti nel ristorante. L’illecita percezione del reddito di cittadinanza è stata segnalata alla Procura di Siracusa e all’Inps.

Cateno De Luca elegge sei deputati all’Assemblea Siciliana e due parlamentari a Roma: “Il nostro non è un voto di protesta. Mi candido a sindaco di Taormina, ma mi stuzzica anche Catania”.

Ha vinto Renato Schifani, ma Cateno De Luca, ribattezzato “Scateno”, e il suo “Catenomoto”, non mollano. L’ex sindaco di Messina e patron di “Sicilia Vera” è deputato regionale perché secondo nella classifica elettorale dei candidati alla presidenza della Regione. E sul pallottoliere dei voti saltati fuori dalle urne conta 505.541 croci disegnate sul suo nome nella scheda elettorale verde: il 24,5%. E afferma: “Il numero di preferenze rappresenta oggi uno stimolo in più a proseguire. Voglio ringraziare tutti i siciliani che hanno scelto di manifestare la loro fiducia nei nostri confronti attraverso il voto”. Replicano i politologi: “Il voto a De Luca è stato un voto di protesta”. Lui, “Scateno”, si arrabbia e replica arrabbiato: “E’ una scelta di voto che difendo da chi tenta di sminuirlo riducendolo a mero voto di protesta. Oltre 500mila siciliani hanno scelto Cateno De Luca perché credono nel modello amministrativo che portiamo avanti e che ha ottenuto risultati importanti nei Comuni in cui abbiamo amministrato. Ne è la dimostrazione il risultato straordinario di Messina, l’ennesima attestazione di stima, fiducia e affetto”. E il “Catenomoto” di Cateno De Luca si è espanso fuori dalla Sicilia, e scosse telluriche sono state avvertite anche a Roma, a Montecitorio alla Camera e a Palazzo Madama al Senato. E lui, l’onorevole messinese, afferma entusiasta: “Avere ottenuto l’1% a livello nazionale, ed essere riusciti ad eleggere al Senato Dafne Musolino e alla Camera Francesco Gallo, premia il nostro progetto ‘Sud chiama Nord’. Siamo l’unica forza politica che, pur presente soltanto in tre regioni al Senato e tre regioni alla Camera, e non avendo superato lo sbarramento al proporzionale, è riuscita in un’impresa che non ha precedenti. Oggi ripartiamo da questi risultati che ci collocano come primo partito in Sicilia. Ed è un dato che nessuno può più ignorare”. Cateno De Luca, “il sindaco di Sicilia” come ama definirsi e come ha scritto sul suo biglietto da visita offerto agli elettori siciliani, è nato a Fiumedinisi, e domani, sabato primo ottobre, a Fiumedinisi sarà festa. “Scateno” presenterà i sei candidati eletti all’Assemblea Regionale e che saranno i suoi compagni di viaggio nel corso del “Catenomoto” a Sala d’Ercole: Pippo Lombardo, Matteo Sciotto, Ludovico Balsamo, Davide Vasta, Ismaele La Vardera e Salvatore Geraci. Nel frattempo il “Catenomoto” non si placa, e lui “Scateno”, scatena la prossima battaglia nella primavera del 2023: “Mi candido a sindaco di Taormina. Amo fare il sindaco. Dopo essere stato sindaco a Fiumedinisi, Santa Teresa e Messina, combatterò a Taormina, ma mi stuzzica anche Catania”. Punto. Non so a voi, ma a me Cateno De Luca ricorda Fonzie, il Fonzie della politica.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Presunti casi di mala – sanità tra Agrigento e Licata, e approfondimenti giudiziari. Il pubblico ministero Gloria Andreoli ha disposto la citazione diretta innanzi al giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Agata Genna, di due medici dell’ospedale “San Giacomo d’Altopasso” di Licata, ritenuti responsabili di lesioni personali colpose aggravate. Nel giugno del 2019, in due distinti accessi al pronto soccorso, avrebbero sottovalutato alcuni sintomi di una donna, e avrebbero provocato la morte di un feto nel grembo della madre, alla 35esima settimana di gestazione, e di avere reso sterile la paziente. I familiari sono parte civile tramite gli avvocati Gianfranco Pilato e Giuseppe Sorriso. I due medici sono difesi dagli avvocati Luigi Ciotta e Salvatore Manganello.
E poi, la Procura di Agrigento, a seguito di un esposto presentato dai familiari, e a fronte dell’obbligatorietà dell’azione penale, ha iscritto nel registro degli indagati 33 tra medici e infermieri dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento, indagati per l’ipotesi di reato di omicidio colposo in relazione alla morte di Pietro Bennica, 50 anni, di Agrigento, deceduto il 5 giugno del 2020 dopo un lungo ricovero. Il pubblico ministero Giulia Sbocchia ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche.