13 anni e due mesi a Mimmo Lucano. La sentenza a 3 giorni dalle votazioni in Calabria. La giustizia non si discute ma è lecito porsi alcune domande

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Per tutti quelli che si sono sempre schierati con Mimmo Lucano sin dalla prima ora delle sue vicissitudini processuali, questo 30 settembre 2021 è un giorno brutto.
Partiamo dal presupposto che io sto (ancora) con #MimmoLucano al quale va tutta la mia solidarietà perché penso che abbia commesso forse l’unico errore di aver operato con troppo umanità in una terra nella quale la mafia invece uccide, contamina, annienta.
La Calabria è una terra ostile.
È la terra di mafia e del voto di scambio.
È la terra dimenticata da Dio e dagli uomini.
È la terra dove ci sono problemi enormi di sanità, di rifiuti, dove le istituzioni che si sono avvicendate si sono mangiate praticamente tutto, dove nessun giovane vuole restare più.
Eppure salta alle cronache la forza di un uomo che decide di accogliere fino a rendere un piccolo centro come Riace famoso in tutto il mondo, per il suo “metodo di accoglienza“.
Siamo ancora al primo grado di giudizio, ed un uomo è innocente fino al terzo grado.
Tutto dunque, può cambiare. La sentenza di primo grado può essere ribaltata.
È assurdo, sì, ma la giustizia si accetta e non si discute.
Guai se perdessimo fiducia nella giustizia.
Non la possiamo discutere, ma possiamo parlarne, però, cercare di capire.
Perché sono innumerevoli i casi di errori giudiziari che hanno fatto la storia.
Perché questa sentenza arriva giusta giusta a 3 giorni dalle elezioni. Sarà un caso?
Mimmo Lucano che accetta di candidarsi e di correre a sostegno di Luigi De Magistris alla carica di presidente della Regione Calabria.
Così De Magistris subito dopo la sentenza:
Per me Mimmo Lucano è un uomo giusto, un simbolo di umanità e di fratellanza universale, non si è mai girato dall’altra parte di fronte alla richiesta di vita di esseri umani diversi. Conoscevo Riace prima di Lucano ed era un borgo desertificato, con Lucano era divenuto un Paese ricco di energie, di economia circolare e di comunità viva. Con il post Lucano nuovamente abbandono e spopolamento. Per me Lucano è l’antitesi del crimine. Non è certo un cultore del diritto amministrativo, avrà pure commesso delle irregolarità ed illegittimità, ma sono convinto che alla fine del suo calvario verrà assolto perché ha agito per il bene e mai per il male. […]  Mimmo non devi mollare perché sei un uomo buono e giusto e il popolo ti vuole bene. Ora mi voglio assumere la responsabilità di guidare la Calabria affinché con la volontà del popolo sovrano la giustizia e i diritti possano trionfare”.
13 anni e due mesi a Mimmo Lucano, più del doppio di quanto richiesto dal Pm, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Le accuse a Lucano: associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per presunti illeciti nella gestione del sistema di accoglienza dei migranti.
Il Pm:
“Non era importante la qualità dell’accoglienza ma far lavorare i riacesi così da conseguire, quale contraccambio, un sostegno politico elettorale. A Riace comandava Lucano. Era lui il dominus assoluto, la vera finalità dei progetti di accoglienza a Riace era creare determinati sistemi clientelari
Riace fa  – udite udite – 2300 abitanti a 125 km da Reggio Calabria.
Qualche domanda dovremmo porcela:
Di quali vantaggi elettorali si parla?
In quel paese dimenticato da tutti che cosa ci guadagna un uomo a fare il sindaco?
Che cosa si sarà mai comprato Mimmo Lucano con i soldi guadagnati facendo il sindaco di Riace?
Cosa si sarà comprato mai … una villa, una barca a vela, ha conti offshore?
Chi saranno mai questo persone che lo hanno “favorito” alle elezioni?
I proprietari di quelle 4 botteghe? Chi?
Stando alla sentenza, Mimmo Lucano – che non si è potuto neanche permettere altro tipo di avvocato – è un criminale ma nessuno se n’era mai accorto. Nessuno di quelli che negli anni sono andati a vedere da vicino il modello di accoglienza che ha reso “Il modello Riace” famoso in tutto il mondo, modello d’integrazione, che avrebbe di fatto salvato il morente borgo, grazie a una contaminazione di culture e al recupero dei vecchi mestieri artigianali.
Così Mimmo Lucano ricorda quell’idea di accoglienza:
“Mentre vedevamo Riace Marina affollata durante la stagione estiva, Riace Superiore, la parte alta del comune, era addormentata, svuotata dei suoi abitanti partiti a lavorare al nord. E se questi profughi ci aiutassero a svegliarla? Se grazie a loro le vie potessero tornare alla vita? Se si potesse ancora sentire la gente parlare e i ragazzi ridere?”
Riace così diventa simbolo di integrazione, solidarietà e accoglienza in contrasto con i porti chiusi di Matteo Salvini, ma  Lucano si dovette allontanare dalla cittadina, per divieto di dimora.
Non si era mai arreso.
E neanche noi, ci arrendiamo, caro Mimmo.
Che aggiungere …
Ognuno fa i conti con la propria coscienza e dopo, con la giustizia.
E comunque l’Italia non è sicuramente un paese ideale nel quale si può accogliere e amare gli ultimi così come ha fatto Lucano.

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