“U tri di maiu”. Siculiana senza la festa del Santissimo Crocifisso. Il ricordo di Giovanni Parisi

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Il tre di maggio è una festa importantissima nel vicino comune di siculiana a meno di 20 km da Agrigento.
Già da ragazzino sentivo parlare di questa festa da mia “ZIA ANTUNIETTA” la sorella più grande di mio Papà devotissima al Crocifisso Nero di Siculiana da sempre e naturale erede della stessa devozione da parte di mia Nonna. Tutti gli anni il tre di maggio insieme a mia nonna, armata di una grossa candela di color arancione a quattro fiammelle, si partiva di primissima mattina da Agrigento in autobus e dopo un lungo viaggio andava in processione per tutto il giorno scalza con la candela accesa fino alla sera per poi far ritorno a casa con lo stesso autobus.
Ogni anno puntuale veniva il giorno dopo a casa mia per raccontare la giornata vissuta a Siculiana a mia madre che chiamava affettuosamente “CUMMA”
Ogni anno ascoltavo anch’io la sua lunga “relazione ” sulla giornata ed io senza mai esserci stato a Siculiana cercavo di immaginare tutta l’atmosfera della festa come avveniva.
Era davvero una grande festa che attirava fedeli da Agrigento e da altri paesi. Me ne resi conto una volta quando andando una domenica del 2 maggio, la vigilia della festa, in gita a Mazara del Vallo, lungo la strada che da Porto Empedocle porta a Siculiana incontrai centinaia di persone che andavano di prima mattina verso Siculiana, a piedi scalzi. La scena mi fece ricordare i racconti di mia zia sul Crocifisso nero e la fede intensa verso lo stesso di migliaia di fedeli comprovata quel giorno vedendo tutta quella gente scalza che stava percorrendo almeno 10 km a piedi.
Su questa festa ho anche un ricordo molto triste La sera del 2 maggio 1970 ( avevo 15 anni) vigilia della festa è usanza che nella piazza centrale un cantante famoso si esibiva per il popolo a gratis ovviamente.
Quell’anno reduce dal successo di Sanremo c’era Nada che cantava. Mio padre insieme ai suoi amici decise di andare a Siculiana con tutti noi a vedere la mitica Nada ( la sua canzone più famosa era CHE FREDDO FA). Partimmo con la mia famiglia a bordo della Innocenti A40.
Negli anni a venire andai diverse volte a vedere la festa del Crocifisso Nero e ricordando i racconti della mia vecchia zia capii in diretta perchè tanta devozione verso quel crocifisso da parte di tanta gente.
Oggi ho voluto scrivere questo post perchè stamani ho parlato con un mio caro amico il quale mi ha confidato che era davvero molto triste e turbato poiché dopo 54 anni a causa dell’isolamento imposto dal governo per il Covid 19, lui non poteva andare a vedere la festa. Anche lui per 54 anni come la mia vecchia zia “ANTUNIETTA” aveva preso il testimone dai suoi genitori che avevano la stessa devozione e ogni anno puntualmente “ottemperava a questo dovere”

Il virus sta causando tanti dolori tante sofferenze a tutti e purtroppo sta causando anche tanta tristezza per tante tradizioni interrotte.

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