“Dopo mesi di lavoro incessante, di preoccupazioni, rischi, denunce sulle condizioni di grave carenza dei dispositivi di sicurezza, dopo avere smembrato l’Ospedale San Giovanni di Dio, per consentire la creazione di posti letto Covid, dopo mesi di propaganda da parte delle rappresentanze politiche provinciali, regionali e nazionali, in prima linea nello sbandierare premi e agevolazioni nei confronti della categoria dei sanitari, il decreto dell’assessorato regionale sugli incentivi al personale dipendente del Servizio Sanitario nazionale, ci appare un insulto alla categoria”.
È una lettera aperta durissima quella che la segretaria generale della Cisl Fp Floriana Russo Introito, il responsabile del Coordinamento regionale professioni sanitarie Alessandro Farruggia e il responsabile del Dipartimento Sanità pubblica e privata, Giovanni Farruggia, hanno inoltrato all’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza.
Al centro del contendere, lo stanziamento di appena 323 euro totali come risorse aggiuntive destinate al lavoro svolto in emergenza Covid, da suddividere tra tutto il personale sanitario dell’intera Asp di Agrigento impegnato in quei giorni di vera emergenza.
“Il criterio utilizzato per l’erogazione degli incentivi è quello della suddivisione della premialità in rapporto ai posti letto ‘occupati’ e non di quelli creati e fortemente voluti ed, anzi, imposti dallo stesso assessorato nonostante ad Agrigento non si sia mai voluto allestire, a tempo debito, neanche un reparto di malattie infettive – continuano i sindacalisti -. Non soltanto sta quindi venendo meno il senso di riconoscenza nei confronti di chi con sacrificio ha stravolto la propria vita affrontando con coraggio, quotidianamente, spesso senza gli strumenti adeguati, un nemico subdolo e invisibile, mettendo a rischio anche la salute dei propri familiari o scegliendo di auto-isolarsi per paura di trasmettere un eventuale contagio, ma si è deciso, invece, di ‘mortificare’ i lavoratori con un premio di pochi euro. Uno schiaffo per tutti i sanitari, i tecnici e gli amministrativi direttamente e indirettamente coinvolti e per tutti quei lavoratori del comparto che hanno contratto il Coronavirus”. Il sindacato punta inoltre il dito contro “quella classe politica che, a consuntivo, spaccia come propri risultati di lotte corali ed è, invece, completamente assente, in casi come questo”.
La Cisl Fp delle province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna chiede quindi una rivisitazione del decreto assessoriale con l’applicazione di criteri diversi da quelli meramente “quantitativi”.