“Tari”, Sicilia maglia nera

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La Sicilia, e i suoi capoluoghi di provincia, al vertice della classifica nazionale per costo della tassa sui rifiuti a carico dei cittadini. Il report di CittadinanzAttiva.

In Italia la tassa sui rifiuti media a carico di una famiglia è di 312 euro all’anno. In Sicilia, dove la nettezza urbana è assurta a modello europeo di efficienza, la tassa sui rifiuti media pesa a carico di una famiglia 386 euro all’anno. A Catania, addirittura, schizza a 504 euro, primato nazionale. Così è secondo l’Osservatorio dei prezzi e delle tariffe di CittadinanzAttiva. La regione con la spesa media più bassa è il Veneto, 232 euro. La Campania è prima, maglia nera, con 416 euro, poi Liguria 407, e poi, terza in Italia, è la Sicilia, con 386 euro. In Lombardia invece pagano 246 euro. Marche e Molise 243 e 242 euro. In Friuli Venezia Giulia sborsano 238 euro all’anno. Ancora in Sicilia – dove soprattutto dalla Svizzera giungono in missione conoscitiva per apprendere come si garantisca un livello così elevato della qualità del servizio di nettezza urbana – dopo la prima in classifica, Catania, con 504 euro nel 2021 come nel 2020, la seconda, che si laurea vice campione regionale per costo della Tari, è Agrigento, con 428 euro all’anno nel 2021, e sono stati 425 nel 2020. Olè. Poi terza è Messina, 422 euro nel 2021 come nel 2020. Quarta è Siracusa, 418 euro nel 2021 e 442 euro nel 2020. Quinta è Trapani con 417 nel 2021 e 424 nel 2020. Sesta è Ragusa, 405 euro nel 2021 come nel 2020. Settima è Caltanissetta con 319 euro nel 2021 e 288 nel 2020. Ottava è Palermo, con 309 euro nel 2021 come nel 2020. Nona, ultima ma più virtuosa, Enna, con 254 euro pagati mediamente all’anno nel 2021, e sono stati 280 nel 2020. La città in Italia con la Tari meno costosa è Potenza, capoluogo della Basilicata: 131 euro nel 2021, ed è stata 121 euro nel 2020. L’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia è relativa ad una famiglia tipo composta da 3 persone e con una casa di proprietà di 100 metri quadri. E in riferimento alla raccolta differenziata, la Sicilia sprofonda sotto la media nazionale: nel 2019 è stato raggiunto il 38,5% di rifiuti differenziati rispetto al 61,3% del resto d’Italia. E sul caso di Catania interviene il sindaco Pogliese, che replica: “Questo primato negativo purtroppo da diversi anni è una costante della nostra città. Sappiamo degli errori che hanno segnato il passato, la mala gestione di uno dei settori strategici, oltre ai gravi reati consumati da funzionari e dirigenti comunali compiacenti. Dopo tre anni di tentativi e gare d’appalto ripetutamente andate deserte, siamo riusciti a fare partire, lo scorso primo novembre, la nuova modalità di raccolta differenziata porta a porta già in oltre due terzi della città. Abbiamo invertito la rotta e gradualmente, con la collaborazione dei cittadini, allargheremo a tutta la città il servizio di raccolta porta a porta, indispensabile per raggiungere l’obiettivo di diminuire il conferimento dei rifiuti indifferenziati in discarica ancora troppo alto e tra le cause principali dell’alto valore della Tari. Solo negli ultimi venti giorni, la nostra polizia municipale ha elevato circa 500 multe a carico soprattutto di residenti di altri Comuni che utilizzano Catania come discarica”.

(Angelo Ruoppolo – Teleacras)

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