Spanò (Cgil-Filt): “Vertenza Tua, i lavoratori vanno reintegrati subito”

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“Avevamo ragione a considerare i provvedimenti messi in atto dall’Azienda come atti intimidatori sostenute da prove inesistenti o illegali, dice il Segretario Generale della FILT- CGIL SICILIA Franco Spanò, ora finalmente arriva la sentenza del Tribunale a confermare i licenziamenti illegittimi ed ad intimare all’azienda il loro reintegro effettivo sul posto di lavoro. La Filt chiede che l’Azienda cessi pertanto il comportamento discriminatorio nei confronti dei lavoratori interessati e vessatori nei confronti del segretario provinciale del sindacato di categoria della CGIL Giuseppe Donisi reintegrandoli sul posto di lavoro e ripristinando un climadinormalirelazionisindacali.SpanòevidenziachelaTUAgestisceilserviziodi trasporto urbano di Agrigento e svolge pertanto un servizio essenziale con finanziamento pubblico a contratto di servizio con tutte le garanzie in esso contenute.
Ora che finalmente davanti al Tribunale di Agrigento si è conclusa la vicenda con esito pienamente favorevole ai lavoratori e che ha visto totalmente riconosciute le loro ragioni e in particolare l’illegittimità e la inconsistenza del licenziamento ingiustamente subito, il diritto a riprendere servizio e al risarcimento dei danni subiti, l’Azienda cessi i comportamenti adottati che l’hanno vista resistere irragionvolmete anche dopo la prima ordinanza di reintegra emessa dal Tribunale alcuni mesi addietro quando ha preferito pagare lo stipendio agli interessati pur di non consentirgli di prestare neppure un solo giorno di lavoro effettivo con la conseguenza che per fare il servizio ha dovuto assumere (un capriccio ed un lusso) altri 10 lavoratori .
Oggi tutto questo è ancora più urgente, conclude Spanò ,in quanto i lavoratori ingiustamente licenziati e ancora non reintegrati sono stati posti dall’Azienda in cassa integrazione a zero ore che ne determina una loro ulteriore penalizzazione e decurtazione salariale. Tutto questo al netto delle ovvie perplessità sulla procedura che riguardando solo i lavoratori effettivamente in servizio (ridotto per il Covid) di cui loro erano effettivamente esclusi, determina il rischio del mancato riconoscimento e conseguentemente della liquidazione della loro prestazione.

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