Sindaco Miccichè, se ti spara il fuoco amico è la fine… E’ arrivata l’ora di incazzarti con i vecchi marpioni della politica!

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Ha avuto la fortuna di vincere una elezione quasi plebiscitaria ed in conseguenza di ciò anche in Aula Sollano, grazie ai numeri, solo una sparuta minoranza dovrebbe opporlo.

Sembrerebbe, però che le cose non vadano per il verso giusto. Ad essere colpito dal “fuoco amico”, l’azione più inetta che possa esistere al mondo, è proprio Franco Miccichè, da sempre “chiacchierato” per avere la “colpa” di essere una persona estremamente perbene.

Agrigento ha l’urgenza di subire forti e decisi interventi (cosa che il primo Miccichè ha sempre detto e saputo); pare che dietro l’angolo, ma non troppo, il primo cittadino subisca pressioni e attacchi di una parte di quella politica appartenente alla peggiore specie che tutti vorremmo dimenticare in fretta ed in furia.

Attorno alla Giunta comunale non si respira aria primaverile; considerate che questa amministrazione si è insediata quattro mesi addietro; eppure, sin dall’inizio, Miccichè ha dovuto fare i conti senza l’oste. Non ha forse considerato che i partiti che si sono aggrappati al carro vincente sono stati tanti. Quando hanno perso le elezioni con i propri candidati e per non rimanere con il culo per terra, i perdenti dopo averlo quasi vituperato nel corso di una campagna elettorale piena di tragedie, hanno visto in Miccichè, quasi come un miracolo, essere divenuto la persona “giusta nel posto giusto”.

I numeri, chiaramente, non tornano. Troppi questuanti, anche con modi poco ortodossi, cercano ancora oggi di entrare o far entrare in questo o in quell’altro posto una pedina pur di avere un briciolo di potere in mano. Si, una pedina manovrata da un unico regista.

Sgambetti, tragedie, spunnapedi oggi rappresentano il pane quotidiano in una città che necessita di ben altri provvedimenti ma soprattutto di ben altri personaggi.

Miccichè, fra le innumerevoli richieste, si trova impreparato e a causa di quel suo grande “difetto” di essere una persona perbene, si trova a gestire malissimo una situazione che di giorno in giorno si fa sempre più pressante.

Dicevamo dei malumori in Giunta; ci sono e sono tanti. Gli assessori eletti dovrebbero lavorare per far partire una macchina amministrativa che già presenta notevoli difficoltà; ed invece, qualcuno, deve lottare per mantenere la propria posizione in Giunta perché un “amico” vuole strappargliela.

Inspiegabili, ad esempio, le ultime uscite del consigliere comunale Gramaglia e, peggio ancora, del presidente del Consiglio Civiltà il quale, forte della sua carica (avuta anche grazie ai voti degli ex nemici ora divenuti bravissimi) dovrebbe mostrare una flemma super partes e scevra da ogni condizionamento dettato dal proprio padrone politico.

Ed invece no; non si è ancora capito bene che giochino ridicolo e ripugnante stiano portando avanti Gramaglia e Civiltà. Impossibile e incredibile come i due consiglieri possano attaccare documenti firmati da una Giunta che dovrebbe essere unita con la colla Artiglio. Attaccano persino l’unico assessore di Forza Italia, Nino Costanza Scinta, altra persona assolutamente onesta e perbene, “reo” di aver firmato una determina in particolare.

Lo stesso Costanza Scinta sembrerebbe che in questo momento, più che lavorare con serenità per il bene della città, sia costretto a difendere il proprio posto  (senza lottare con i denti avvelenati) con un vecchissimo marpione della politica. Vedi caso, questo personaggio, appartiene alla stessa “famiglia” di Forza Italia, salito sul carro berlusconiano all’ultima ora quando ha capito che in altro partito la sua elezione nell’ottobre scorso sarebbe stata assai rischiosa.

Che poi, farse! In questo partito, ad Agrigento, nulla è garantito. Pensate che a rischiare sono gli stessi marpioni che vogliono scalzare gli altri (compagni di partito).  Basterebbe che un consigliere facesse un passo indietro e ritornare nel partito di Berlusconi per fare scoppiare un vero e proprio finimondo. Chissà se a questo “ipotetico” consigliere gli sia stato promesso un posto in Giunta. Altro che Costanza Scinta, marpioni e quanto altro. Qui ci vuole un Comune con almeno 50 assessorati; oppure, come detto, sacrificare il proprio amico. Del resto la “lealtà” in questo partito è universalmente riconosciuta.

Ora il problema è uno; il sindaco Miccichè dovrebbe cominciare ad incazzarsi seriamente su quanto di poco politico (e tanti spunnapedi) sta accadendo attorno al suo operato, alla sua Giunta ed alla macchina amministrativa in genere (si ricorda al gentile lettore che tanti e tanto ambiti sono i posti di sottogoverno…).

Occorre chiarezza. Miccichè è attaccato da quelle che dovrebbero essere le sue forze ed in vece si ritrova a lottare e combattere con una forza (Italia) che in tanti vorremmo capire dove vuole andare a parare.

E’ inutile nasconderlo: l’aria che attualmente si respira sembra essere leggermente torbida.

Caro sindaco, così non va assolutamente. Ogni tanto, per fare questo mestiere, non bisogna essere sempre galantuomini. Spesso ci vuole cinismo, fermezza e decisione, senza mai sforare nelle illegalità

Torneremo ad essere più chiari nei prossimi giorni nell’attesa che Miccichè cominci a liberarsi da tragediatori, marpioni e gente affamata (come le iene) di potere.

Se ne freghi se qualche consigliere possa passare all’opposizione. Ma almeno faccia in modo che “suoi” uomini della Giunta possano lavorare con serenità.

A presto, Franco!

 

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One Thought to “Sindaco Miccichè, se ti spara il fuoco amico è la fine… E’ arrivata l’ora di incazzarti con i vecchi marpioni della politica!”

  1. CARMELO

    GRANDE DIRETTORE, CONCORDO CON LEI

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