Sgs direttivo regionale: \”Progetto scuole aperte finito prima di iniziare\”

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La Regione Siciliana tramite il suo assessore all’Istruzione ha deciso. Scuole aperte agli studenti per “sconfiggere” la dispersione scolastica e la povertà educativa.  E’ in bella evidenza sul sito del dipartimento regionale dell’istruzione. La Regione Sicilia stanzia 9 milioni di euro per l’anno scolastico 2023/2024 a valere sui Fondi FSE + ( Il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) è il principale strumento dell\’Unione europea (UE) per investire nelle persone. Con un bilancio complessivo di circa 99 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, l\’FSE+ continuerà a fornire un contributo importante alle politiche dell\’UE in materia di occupazione, società, istruzione e competenze, comprese le riforme strutturali in questi settori).  Tutti gli strumenti sono coerenti con il Piano strategico triennale regionale e con l’Agenda europea per il contrasto alla povertà educativa. La Regione finanzierà interventi diretti all’offerta formativa con supporto agli studenti e studentesse a rischio dispersione scolastica. Progetti che offriranno opportunità e approfondimento attraverso arte, sport ecc. ecc. Il direttivo regionale SGS esprime perplessità nella “serendipità” del ragionamento regionale. Da una parte si chiudono le scuole – quasi cento – e dall’altro si invitano le istituzioni scolastiche interessate a presentare il progetto “scuole aperte”.  Il direttivo SGS si chiede, in quali scuole, visto l’accorpamento.        Ed ancora, in quali impianti sportivi, in quali laboratori, vista la grave carenza degli stessi nel Mezzogiorno. La discrezionalità ha prevalso sulla razionalizzazione, sulla equità su cui tutte le conferenze di servizi avevano lavorato e soprattutto sul grande lavoro fatto da tanti dirigenti scolastici , i quali combattono ogni giorno la dispersione scolastica e la povertà educativa nel  loro piccolo quartiere, nel loro paesino di montagna, nella loro grande città, in sinergia con altri istituti.  Nel PNRR c’è un capitolo sugli asili nido. Ed è legato sia all’esigenza di aumentare strutture per permettere a più bambini e bambine di frequentare l’asilo nido di  sviluppare in questa fascia d’età essenziali competenze creative. Potenziare gli asili e le strutture educative significa anche valorizzare l’occupabilità delle donne. Per questo è il momento di fare scelte politiche coraggiose che guardino alla scuola con investimenti fondamentali per la ripresa civile e sociale, per invertire la rotta della depressione sociale e dell’impoverimento. Investire in educazione di qualità permette di far crescere adulti più autonomi e capaci di impegnarsi nella vita in modo attivo. Bisogna potenziare e qualificare l\’offerta formativa e didattica delle scuole; promuovere i patti educativi di comunità che contribuiscono alla costruzione di un patto di corresponsabilità educativa con le famiglie. Per fare ciò, bisogna aprire, incrementare lo “spazio scuola”. Accorpando le scuole, si uccide il futuro, la cultura

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