Secondo i Pm l’avvocato Angela Porcella era il “messaggero” del boss Giuseppe Falsone

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L’avvocatessa Angela Porcello è finita in carcere con l’accusa di associazione mafiosa, nell’ambito del blitz “Xydi” dei carabinieri del Ros. Secondo i magistrati della Dda, aveva “assunto i panni della sodale mafiosa, assurgendo pian piano addirittura al ruolo di vera e propria organizzatrice del mandamento mafioso di Canicattì”.

Porcello era il legale difensore del boss di Campobello di Licata, Giuseppe Falsone, già capo della provincia mafiosa di Agrigento, arrestato nel 2010 a Marsiglia, dopo undici anni di latitanza. Sarebbe stata lei a far uscire dal carcere i messaggi del campobellese.

In particolare, dall’indagine è emerso che un agente della penitenziaria in servizio nel carcere di Agrigento, durante un colloquio telefonico tra Falsone, e l’avvocata, e avrebbe consentito alla legale di portare in carcere lo smartphone e di usarlo rispondendo alle telefonate ricevute nel corso dell’incontro con Falsone.

L’avvocatessa di Canicattì sarebbe diventata “una messaggera”, dicono i pm. Il suo studio legale sarebbe stato utilizzato quale base logistica da un gruppo di capi famiglia di Canicattì. I boss erano sicuri di non essere intercettati.

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