Ritardi ed emergenze Covid, la nota di allarme dei sindaci è corale, nessuna divisione tra loro

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di Filippo Cardinale

La nota,infatti, era firmata dai sindaci di Cattolica Eraclea, Raffadali, Canicattì, Menfi, Siculiana, Santo Stefano Quisquina, Grotte, Montallegro, Lucca Sicula, Sambuca di Sicilia, Campobello di Licata, Santa Elisabetta, Porto Empedocle, Burgio, Cianciana, Villafranca Sicula, Calamonaci e Realmonte.

Ma, stamattina, viene evidenziato che quella nota è condivisa da tutti i sindaci dei Comuni agrigentini, all’unisono. Ovviamente, anche di quelli che non erano elencati nella nota diramata in un lasso di tempo troppo breve. Mancano, infatti, sindaci di Comuni grossi come Agrigento, Sciacca, Ribera che, invece, sono all’unisono con glio altri nell’evidenziare i ritardi dell’Asp.

La nota risalta la preoccupazione dei sindaci agrigentini consapevoli che “in caso di propagazione della malattia, la nostra Asp di Agrigento non potrà mai garantire un’adeguata risposta su una popolazione di 500.000 abitanti,”. Secondo i sindaci, ” per fare fronte all’emergenza l’Asp dovrebbe dotarsi di almeno 30 posti letto in terapia intensiva e di almeno 250 posti letto in terapia sub intensiva. Ad oggi, nessun presidio Covid è stato completato e ciò rischia di esporre sia gli operatori in servizio a non contenere la diffusione, velocizzandone i contagi sia l’intera popolazione del territorio provinciale. La macchina dell’emergenza considerata dall’ASP di Agrigento a tutt’oggi, ci preoccupa ed appare assolutamente inadeguata rispetto a bisogni emergenti risultando in forte ritardo rispetto alle necessità incombenti e reali”.

Un grido di allarme dei sindaci che rispecchia la loro preoccupazione. Oggi nella nostra provincia c’è un notevole ritardo che culmina con la mancanza di attrezzature, macchinari, personale formato.

Dunque, la preoccupazione dei sindaci agrigentini è corale e non fa trasparire divisione alcuna tra loro.

Filippo Cardinale

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