RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Pensieri e parole per una morte no-covid

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Gentile Direttore,

approfitto della sua ospitalità e della sua amicizia per affidare a queste poche righe, una riflessione legata ad un’esperienza personale. Qualche giorno addietro, ho perso mio padre, venuto a mancare all’interno di una stanza dell’Unità operativa Hospice dell’ospedale San Giovanni di dio di Agrigento. Non è stata una morte legata al Covid-19 ma ne ha subito comunque le nefaste conseguenze. Le direttive sanitarie  per provare ad evitare il contagio, mi hanno lasciata per molto tempo fuori dal reparto, fuori dalla portata visiva di mio padre, fuori da ogni tipo di contatto fisico con lui. Il tutto fino a quando, essendo ormai prossimi alla naturale e serena fine, previo tampone, ho potuto trascorrere le ultime ore di vita con mio padre e fargli sentire che non era solo…nessuno dovrebbe mai morire da solo.

Le scrivo per condividere con lei due pensieri.

Il primo è rivolto a tutti coloro, e purtroppo sono ancora troppi, che non solo negano l’esistenza di una pandemia ma hanno l’arroganza di non credere alla scienza mettendo a repentaglio la vita altrui visto che alla loro, sembrano non tenere. Il tutto fino a quando, avendone bisogno, comunque ai medici e alla scienza si affidano. A loro dico solo che in questi tempi incredibilmente difficili, l’ignoranza non è cosa giustificabile così come il negazionismo da stupidi terrapiattisti, non ci sono alibi per non capire e non accettare il concetto che qualcosa che non ci tocca in prima persona, non necessariamente non esiste.

Il secondo pensiero è rivolto agli operatori sanitari, quelli che assistono e salvano la vita anche a chi non crede alla scienza. A queste persone, dopo la mia esperienza personale, va il mio GRAZIE e quello di mio padre. Grazie al personale del reparto di Rianimazione e terapia intensiva dove con il primario Gerlando Fiorica è stato fatto di tutto e di più per curare mio padre e rendere il meno faticoso possibile la sua permanenza in un letto, lo stesso dove quasi un anno addietro, rimase per settimane l’amica e collega Loredana Guida prima di morire perché ad Agrigento non esisteva e non esiste un reparto di malattie infettive. Grazie Gerlando! Grazie a tutto il personale dell’Hospice dove nonostante la mia assenza fisica, tutti, nessuno escluso, hanno tenuto per mano mio padre, lavandolo, nutrendolo, parlandoci come un parente, come un amico.

Al dottore Gianluigi Diana, Linda Librici e Adriana Malfitano grazie per avermi sopportata ogni giorno con pazienza, rispondendo alle mie continue domande e respingendo con dolcezza ogni mio tentativo di  “effrazione” per entrare in reparto. Grazie a tutti gli infermieri e agli assistenti di cui non ricordo i nomi ma di cui ricorderò per sempre i sorrisi e la loro pazienza. Un lavoro, quello del personale dell’Hospice, forse mai capito fino in fondo da chi non oltrepassa quella porta, sia all’andata che al ritorno.

Grazie

Annamaria e Fausto Martorana

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