“Recovery”, contro lo scippo al sud

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I sindaci siciliani occupano le aule consiliari contro l’iniqua distribuzione dei fondi del Recovery Plan. Domenica 25 aprile manifestazione di protesta a Napoli.

Domenica prossima, 25 aprile, giorno del 76esimo anniversario della Liberazione dell’Italia dall’oppressione nazi-fascista, 500 sindaci del Sud, e tanti dalla Sicilia, che hanno deciso di aderire alla Rete “Recovery Sud”, manifesteranno a Napoli, in piazza Plebiscito, per onorare sì il giorno della Liberazione ma, soprattutto, per protestare contro l’iniqua distribuzione delle risorse del “Recovery Plan”. Infatti, non sarebbero stati rispettati i criteri di distribuzione dei soldi stabiliti dall’Unione Europea. Anche il ministro del Sud, Mara Carfagna, ha confermato che, se si fossero seguiti i criteri europei, al Sud Italia sarebbero spettati più del 60% dei fondi a disposizione. Invece attualmente solo il 40% del totale sarà destinato al Sud, e ciò, oltretutto, con il benestare dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani. Dunque, la manifestazione a Napoli, scelta perché città simbolo del Sud e già capitale del Regno delle due Sicilie, è provocata dall’insoddisfazione degli amministratori meridionali, privati di finanziamenti ritenuti fondamentali per la tenuta socio-economica dei propri territori. Infatti, lo stesso giorno 25 aprile, sempre in piazza Plebiscito, si svolgerà anche un flash mob della delegazione dei 500 sindaci, che indosseranno la fascia tricolore per riaffermare il valore della coesione nazionale e dell’equa distribuzione del denaro offerto dall’Europa. Peraltro, si tratta di un’occasione per ridurre, in un certo qual modo, il divario storico tra Nord e Sud ed attenuare la storica “Questione Meridionale”. Inoltre, i sindaci consegneranno al Prefetto di Napoli un documento congiunto, con le proposte rivolte al presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi: in primis, ovviamente, una rimodulazione della distribuzione dei miliardi di euro del “Recovery Fund”. Nel frattempo in Sicilia la protesta si inasprisce e assume contorni plateali. Infatti, parecchi sindaci siciliani esprimono il dissenso con l’occupazione della sala consiliare del proprio Comune per 24 ore. Ed il sindaco di Castelbuono, in provincia di Palermo, Mario Cicero, lancia un appello alla mobilitazione anche ai sindacati di categoria. E afferma: “Le organizzazioni di categoria, i sindacati, l’Anci, Confindustria, la Cna, la Confesercenti, la Confcommercio, la Coldiretti, cosa stanno facendo su questo argomento? Niente, c’è il silenzio totale. Ci stiamo muovendo noi sindaci e la Conferenza episcopale. I vescovi sono con noi”.

 

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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