“Raffreddati” i termovalorizzatori in Sicilia

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Dal governo nazionale passi indietro nella concessione di poteri speciali al presidente della Regione, Schifani, per la costruzione dei termovalorizzatori. Ecco quanto accade.

Doccia gelata da Roma per il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, da mesi in pressing sul governo nazionale al fine di ottenere poteri speciali, e la nomina di commissario, per la costruzione dei termovalorizzatori nell’isola. Non solo il ministro all’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, dello stesso partito (Forza Italia) di Schifani, non ha inserito la norma nell’ultimo decreto Energia, ma anche la Commissione Bilancio alla Camera ha bocciato un emendamento di Forza Italia, presentato dal deputato Francesco Cannizzaro al “decreto Sud”, che avrebbe consentito di nominare i presidenti di Regione come commissari straordinari per assicurare interventi più veloci in materia di gestione dei rifiuti. E ciò applicando il metodo “Gualtieri”, ovvero quanto concesso dal governo Draghi al sindaco di Roma per costruire l’agognato termovalorizzatore della Capitale. Al momento quindi subisce una battuta d’arresto imprevista il crono – programma di Schifani di pubblicare i bandi di gara entro il 2023 e attivare i termovalorizzatori prima della conclusione della legislatura, nel 2027. In Sicilia il processo di gestione e smaltimento dei rifiuti è da tempo in difficoltà. Secondo l’ultimo rapporto sui rifiuti urbani dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), nel 2021 in Sicilia sono state prodotte 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui oltre la metà smaltiti in discarica, corrispondenti a 239 chili per abitante, ovvero la quantità pro capite più elevata d’Italia. La regione è anche l’unica dove la raccolta differenziata è inferiore al 50 per cento, anche se si riscontrano dei miglioramenti costanti. La situazione si è complicata ulteriormente la scorsa estate, a seguito dei numerosi e violenti incendi che hanno bruciato molte aree del Sud Italia e in particolare della Sicilia. A luglio un incendio è divampato anche nella discarica comunale di Bellolampo, a ovest di Palermo, con gravi conseguenze sulla qualità dell’aria. L’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, ha rilevato nella zona della discarica livelli di diossina (un gruppo di sostanze tossiche e cancerogene prodotte in alcuni processi di combustione) pari a nove volte il valore medio solitamente presente nei centri urbani, e il sindaco Roberto Lagalla ha imposto alcuni obblighi e divieti per evitare il rischio di contaminazioni. L’ultimo incontro tra Schifani e il ministro Gilberto Pichetto Fratin risale allo scorso 5 settembre. A Roma il presidente della Regione ha ribadito l’impegno, assunto con gli elettori alle Regionali del 2022, di dotare la Sicilia di almeno due termovalorizzatori di ultima generazione, a emissioni zero, in grado di risolvere gli atavici problemi legati allo smaltimento dei rifiuti e, allo stesso tempo, di produrre energia.

Giuliana Miccichè

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