E’ di poche ore la notizia di nuove autorizzazioni per la ricerca del petrolio nel mar Ionio. “Gli stessi Cinquestelle che per anni ci hanno regalato slogan e manifestazioni a tutela del nostro mare e dell’ambiente, oggi , al Governo, autorizzano le trivellazioni nello Ionio” dichiara l’On. Pullara.
Il Ministro Sergio Costa, dopo la bufera e la rivolta degli autoctoni, ha negato di aver firmato il via all’entrata dei colossi petroliferi, rimbalzando la responsabilità sul vecchio Governo. “Oggi, sarebbe giusto che la Lega prendesse posizione (in considerazione del fatto che non esiste solo il problema migranti) e i Cinquestelle rispondessero del tradimento perpetrato nei confronti dei loro stessi elettori e di chi ha risposto fiducia, ancora, in un Movimento che si rivela ancora una volta propagandistico e basta. Ricordo a vita gli slogan di pancia del tipo “il mare non si tocca” e le bandierine gialle nelle piazze. Mi chiedo cosa pensano i pentastellati agrigentini e locali del rimbalzo di competenze di Di Maio” continua Pullara.
”Contro le trivellazioni in mare occorre agire, mi chiedo cosa intenda fare Cancelleri, o i nuovi paladini al suo seguito che sulla vergogna ionica non hanno ancora detto una parola. Cosa dobbiamo aspettarci noi siciliani per il nostro Mediterraneo? Stessa sorte?
La ricerca nello Ionio autorizza l’uso dell’air gun, le bombe d’aria e sonore, che provocano danni ai fondali e alla fauna ittica. Puglia e Basilicata insorgono, ed il Governatore Emiliano accusa Di Maio di aver acconsentito a 3 nuove autorizzazioni di ricerca petrolifera, pubblicate sul BUIG (bollettino degli idrocarburi), tradendo, di fatto, le promesse fatte quando gli stessi grillini non erano ancora al Governo e quando millantavano di essere contro i colossi del petrolio, a difesa del mare.
Sono fortemente preoccupato” -conclude Pullara- “per la situazione che si prospetta per il futuro delle nostre acque. Il 12 gennaio a Licata si manifesterà contro le trivellazioni nel nostro mare. Mi aspetto la discesa in campo dei soliti modelli da sfilata, buoni ai grandi show e ignavi, distruttivi e non risolutivi per i veri problemi che coinvolgono il territorio. Io sarò ancora con la gente, anche dietro le quinte, poco importa. Senza bandiere e senza slogan, ma con la forza di un’idea coerente che porto con me da decenni: “U mari un si spurtusa”.