Processo Bulone contro Lelio Castaldo, depone l’On. Ida Carmina: “Nessuna richiesta di denaro da parte di Castaldo”

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Si è tenuta stamattina, al Tribunale di Agrigento, innanzi alla dott.ssa Antonella Ciraulo, l’ultima udienza istruttoria del processo a carico dei fratelli Salvatore e Maurizio Bulone. I fatti risalgono a subito dopo la fine della campagna elettorale per l’elezione del Sindaco di Porto Empedocle del 2016 allorquando venne eletta Sindaco l’attuale parlamentare Ida Carmina. In quel periodo vi era in discussione la dichiarazione di dissesto e il direttore Lelio Castaldo scrisse un articolo in cui criticava le amministrazioni a guida 5Stelle (Ida Carmina, Anna Alba e Virginia Raggi) che dopo aver sbandierato, durante la campagna elettorale di essere contrari alla dichiarazione di dissesto, i sindaci di Favara e Porto Empedocle si apprestavano a portare in consiglio proprio la delibera di dichiarazione di dissesto. Un controsenso, questo, evidenziato nell’articolo del Castaldo.

Questo articolo provocò la reazione di un attivista del M5S, Salvatore Bulone che fermando nella via Roma di Porto Empedocle un amico comune dello stesso Bulone e del Castaldo dicendogli di avvisare il direttore che nel caso in cui avesse continuato a scrivere contro l’amministrazione di Porto Empedocle ne avrebbe parlato con il cognato, maresciallo dei carabinieri e gli avrebbe fatto passare guai. Avuta la notizia il Castaldo presentava immediatamente querela per minaccia nei confronti del Bulone Salvatore facendo seguire un articolo dell’accaduto sul giornale online Sicilia24h.

Alla lettura dell’articolo il Salvatore Bulone, non contento della minaccia si recava presso la autorità giudiziaria sporgendo querela ai danni del Castaldo. Ma tale querela non aveva l’esito sperato dal Bulone in quanto lo stesso veniva anche indagato per il reato di calunnia sempre ai danni del Castaldo.

All’udienza odierna veniva sentita, nella qualità di testimone a discarico, l’on. Ida Carmina la quale, in un primo momento, alle domande della difesa dei Bulone, rappresentata dall’avvocato Daniela Principato (fortemente suggerita dall’ex avvocato Giuseppe Arnone) dichiarava che in quel periodo la stessa era oggetto di continui attacchi anche ai danni del padre defunto, che in quel periodo aveva rilasciato una intervista al giornale del Castaldo e che per tali motivi, a suo dire, il Castaldo che avversava, in un primo momento la sua amministrazione, aveva chiesto un pacchetto pubblicitario (in aula chiamato obolo), di 500 euro.

E’ prassi come la richiesta pubblicitaria, tra l’altro, in vista di ogni tipo di elezioni, viene fatta da tutti i quotidiani, sia on line che cartacei, con tutti i candidati presenti nelle liste per l’elezione di qualsiasi partito.

A seguito, invece, delle domande della difesa della parte civile Lelio Castaldo, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Aiello, veniva fuori che la teste Carmina non aveva mai avuto modo di leggere l’articolo in questione che ha portato a processo i fratelli Bulone. Su invito dell’avv. Aiello l’on. Carmina prendeva cognizione dell’articolo proprio in udienza e quindi modificava, in parte la sua esposizione affermando che quell’articolo non parlava del padre, che il Castaldo non le aveva mai chiesto soldi personalmente a lei e che quell’articolo non parlava solo di lei ma anche delle Sindaci di Favara e Roma. Tra l’altro, il Castaldo, aveva precisato nel corso delle precedenti udienze che non si trattava di attacchi personali ma al Movimento 5 stelle in quanto l’allora capo politico, il comico Beppe Grillo, aveva infierito contro i giornalisti italiani definendoli gentaglia alla quale non ci si doveva dare retta.

Infine, l’on. Carmina, ha puntualizzato che anche in seguito e cioè quando il Castaldo cambiò opinione sulla amministrazione di Porto Empedocle lo fece in modo autonomo senza mai richiedere alcun compenso.

Cade, dunque, il maldestro tentativo dell’allora avvocato Giuseppe Arnone difensore dei Bulone (poi sparito di scena a causa delle sua vicende giudiziarie che lo hanno portato per diverse volte in carcere) di far apparire un tentativo di estorsione un semplice percorso pubblicitario messo in atto e praticato da tutti i quotidiani del mondo. Non a caso, lo stesso ex avvocato Arnone aveva chiamato in causa quali testimoni anche l’on. Riccardo Gallo e l’avvocato Luigi Troia. Richiesta, questa, rigettata dalla dott.ssa Antonella Ciraulo.

Il processo è stato rinviato al 5 giugno prossimo per la discussione e quindi la sentenza.

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