“Palma e Petralia da archiviare”

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Il depistaggio delle indagini dopo la strage di via D’Amelio. La Procura di Messina ritiene da archiviare le indagini a carico dei magistrati Palma e Petralia.


Secondo la Procura della Repubblica di Messina, l’inchiesta, sollecitata dalla Procura di Caltanissetta, a carico dei magistrati Carmelo Petralia e Annamaria Palma, è da archiviare. Quale inchiesta? Si tratta dell’inchiesta sul depistaggio delle indagini dopo la strage di via D’Amelio contro il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Petralia e Palma, all’epoca componenti del pool indagante diretto dal defunto Giovanni Tinebra, sono indagati per concorso in calunnia aggravato dall’avere favorito Cosa Nostra e dalla circostanza che dalle presunte calunnie sono derivate condanne superiori ai 20 anni di carcere.

Palma, Tinebra, Petralia

Per la stessa ipotesi di reato sono attualmente sotto processo a Caltanissetta tre poliziotti, il funzionario Mario Bo, ex capo del gruppo d’indagine “Falcone – Borsellino”, e gli ispettori in pensione Fabrizio Mattei e Michele Ribaldo, che si occuparono della tutela di tre falsi pentiti, Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta e Calogero Pulci. I tre poliziotti sono imputati di avere suggerito ai tre falsi collaboratori la versione da fornire agli inquirenti e i nomi da indicare quali responsabili della strage. La falsa verità, a cui tanti anni i giudici hanno creduto, è costata la condanna all’ergastolo a sette innocenti. Poi tale falsa verità è stata picconata e distrutta dalle rivelazioni del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza. L’ex killer di Brancaccio si è accusato della strage e ha ricostruito quanto accaduto realmente. I sette ingiustamente condannati sono stati scarcerati e adesso sono parte offesa dei reati contestati dalle Procure di Caltanissetta e di Messina. I loro nomi: Cosimo Vernengo, Gaetano La Mattina, Gaetano Murana, Gaetano Scotto, Giuseppe Urso, Natale Gambino e il defunto Salvatore Profeta. Carmelo Petralia oggi è Procuratore aggiunto a Catania. Annamaria Palma è Avvocato generale a Palermo. Entrambi, ascoltati in dibattimento a Caltanissetta, hanno respinto le accuse di depistaggio, negando di avere “preparato” (tra virgolette) il pentito Scarantino, e hanno sottolineato che a coordinare le indagini sulla strage del 19 luglio 1992 sono stati altri magistrati. Perché la Procura di Messina, capitanata dal procuratore Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Vito Di Giorgio, invoca dal giudice per le indagini del Tribunale l’archiviazione delle indagini, in corso da meno di un anno, a carico di Petralia e Palma? Perché – ecco la risposta – anche se emergono alcune anomalie, non vi sono profili di rilevanza penale. Annamaria Palma, innanzi ai magistrati di Caltanissetta, tra l’altro e in lacrime si è difesa così: “Io a questo Stato ho regalato il 50% della mia salute, oltre all’affetto che mi ha fatto perdere di mio figlio, per avere poi che cosa? Per essere indagata ingiustamente. Mi scuso, ma questa cosa non la tollero, soprattutto perché mi trovo nelle condizioni di dovere essere attaccata dai familiari del giudice Borsellino che io ho adorato. Non la tollero perché profondamente ingiusta”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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