“Open Arms”, sequestro ma restituzione (video)

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Il gip del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, convalida il sequestro ma restituisce la nave “Open Arms”. E paventa il sequestro di persona come per la “Diciotti”.

Lo scorso 20 agosto la Procura della Repubblica di Agrigento ha sottoposto a sequestro la nave della Ong spagnola “Open Arms” ormeggiata a poche centinaia di metri da Lampedusa. Il procuratore, Luigi Patronaggio, si è recato personalmente a Lampedusa, ha compiuto una ispezione insieme ad uno staff medico, e poi ha deciso, nel corso di un vertice con la Capitaneria, di sequestrare la nave con la conseguente evacuazione immediata degli immigrati che sono sbarcati. La Procura indaga, a carico di ignoti, per omissione e rifiuto di atti d’ufficio. Il reato è previsto dall’articolo 328 del codice penale, secondo cui: “Il pubblico ufficiale che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni”. E dunque il sequestro è stato disposto “per evitare che la condotta di reato si protragga aggravandone le conseguenze”. Adesso il Tribunale di Agrigento ha convalidato il sequestro della “Open Arms”, nel frattempo trasferita a Porto Empedocle, ma ha restituito la nave alla ong spagnola! Punto esclamativo. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Stefano Zammuto, destinatario del punto esclamativo, ovvero di tante esclamazioni di stupore (ma come è possibile?), spiega perché, dopo avere convalidato il sequestro firmato da Patronaggio, ha restituito la nave ai proprietari. E Zammuto afferma: “Non sussistono, dopo l’evacuazione e il soccorso dei migranti, esigenze probatorie anche in considerazione del fatto che non si ascrive all’organizzazione e all’equipaggio alcuna responsabilità”. Dunque, secondo il giudice la condotta dei timonieri della nave “Open Arms” non assume rilevanza penale. Ordunque, il giudice ipotizza invece rilevanza penale nella condotta di coloro o di colui che ha impedito alla “Open Arms” prima l’ingresso in acque italiane, nonostante il semaforo verde del Tar, e poi lo sbarco a Lampedusa. E Stefano Zammuto spiega: “Sussiste il fumus (tradotto: il sospetto) del reato di sequestro di persona da parte dei pubblici ufficiali in corso di identificazione sulla base del fatto che il Tar aveva sospeso il divieto di ingresso in acque territoriali e i migranti sono, quindi, stati trattenuti indebitamente dal 14 agosto”. Lo stesso Zammuto, per spiegare ancora meglio, rileva delle analogie tra il caso “Open Arms” e il caso della nave “Diciotti”, nel cui ambito il ministro Matteo Salvini è stato indagato e poi prosciolto dal Tribunale dei Ministri di Catania. E Zammuto sottolinea: “Anche nel caso ‘Open Arms’ è stato omesso il preciso obbligo di individuare un porto sicuro spettante all’Italia in quanto primo porto di approdo in base al trattato di Dublino. Erano presenti a bordo un centinaio di naufraghi con gravi rischi per la loro incolumità e per la loro salute fisica e psichica. In quel momento sussisteva l’urgenza di provvedere, giustificativa della indifferibile adozione del sequestro da parte del pubblico ministero, avuto riguardo alle condizioni fisiche e psicologiche delle persone a bordo emerse in esito all’ispezione del 20 agosto e compiutamente descritte dai consulenti tecnici nelle loro anticipazioni”.

Angelo Ruoppolo (teleacras)

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One Thought to ““Open Arms”, sequestro ma restituzione (video)”

  1. philips

    Da ignorante assoluto in tema. Esistono due decreti sicurezza che sono legge, il Tar,(magistratura) può sentenziare contro legge? E questo che non capisco e vorrei lumi.

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